Archive for the ‘La formazione dell’insegnante di scrittura creativa’ Category
22 gennaio 2015
di Antonella Cilento
[Chi volesse proporsi per la rubrica dedicata alla formazione dell’insegnante di scrittura creativa – che esce il giovedì – mi scriva, mettendo nell’oggetto il titolo della rubrica stessa. Ringrazio Antonella per la disponibilità. gm]
Sono ormai trascorsi ventidue anni dalla prima lezione di scrittura che tenni nell’asilo di Esperimento 20, a Napoli, come attività sperimentale parallela alla formazione che facevamo, una ventina di persone di varia età, da ormai sei anni nel sottoscala dell’asilo reichiano.
Avevo iniziato quando ne avevo grosso modo diciannove, l’associazione si chiamava La Bottega del Liocorno, il progetto Teatro dell’Anima. Alla prima lezione, per coincidenza il giorno del mio compleanno, eravamo in sei. Una delle allieve di allora, Laura, sarebbe rimasta un’amica per tutti gli anni a venire e, a un certo punto, avrebbe fatto anche da ufficio stampa alle mie iniziative.
E fra le allieve, per paradosso, c’era anche la mia prima insegnante di scrittura creativa (e l’unica, essendo nel 1993 la questione letteralmente agli albori e avendo io mancato, ahimè, alcune lezioni, pochissime prima di morire, tenute a Napoli da Domenico Rea), ovvero Gabriella Ventrella, con cui avevamo seguito, anche lì in pochissimi, un corso durato alcuni incontri.
Nel 1993 l’unica scuola di scrittura già esistente in Italia era Omero a Roma – e a anche lì, un giorno, andai con un mio allievo di allora a seguire una lezione. E prima ancora c’erano state, purtroppo lontanissime per le mie finanze ai tempi, le magnifiche e indimenticabili lezioni di Giuseppe Pontiggia, che si trovano in parte registrate per Radio Tre e che ancor oggi mi sembrano il non plus ultra dell’insegnamento della scrittura e vado a riascoltare quando devo imparare qualcosa di nuovo.
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Tag:Antonella Cilento, Antonio Franchini, Bonfantini, Domenico Rea, Francesco Costa, Gabriella Ventrella, Giancarlo Mazzacurati, Giorgio Fulco, Giulia Ichino, Giuseppe Pontiggia, James Joyce, Julio Cortázar, Laura Bosio, Luca Ferrara, Manuela La Ferla, Marcel Proust, Maria Attanasio, Massimo Bonfantini, Robert Musil, Umberto Eco, Valentina Castellano
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15 gennaio 2015
di Rossella Monaco
[Chi volesse proporsi per la rubrica dedicata alla formazione dell’insegnante di scrittura creativa – che esce il giovedì – mi scriva, mettendo nell’oggetto il titolo della rubrica stessa. Ringrazio Rossella per la disponibilità. gm]
Ho ventotto anni appena compiuti e sono un “insegnante di scrittura creativa” da due. Ogni volta che salgo in cattedra non mi sento in grado di insegnare nulla. Mi ci ritrovo sempre un po’ per caso, spinta da tre tipi di necessità: far quadrare i conti, continuare un percorso che da un certo momento in poi è sembrato inevitabile, cercare di non disinammorarmi. All’inizio della mia strada ero piena di concetti ingenui sulla scrittura e il mondo editoriale.
Chi scrive si vergogna quasi sempre di ciò che ha creato e oggi guardando indietro alle mie prime prove, a dieci anni fa, mi chiedo cosa avrei prodotto se allora mi fossi trovata davanti me stessa, in un’aula o in una chat. Non sempre la risposta è confortante. Guardo i volti delle persone che partecipano ai miei corsi: le prime lezioni, ci vedo sconforto, sogni infranti, voglia di mettersi in gioco e di impressionarmi; alla fine, ci vedo consapevolezza. E questo mi dà energia. Paragono l’esperienza dei corsi, con ingenuità e anche un po’ di divertimento, ai miei nove anni, a quando la maestra ci salutò prima delle feste di Natale dicendoci che Babbo Natale non esisteva. Quello che seguì fu un misto di ammirazione e odio. Credo che gli iscritti provino questo nei miei confronti. L’ho capito guardandoli ma anche e soprattutto dai questionari di valutazione anonimi che sottopongo loro alla fine di ogni percorso didattico. Se c’è una cosa che ho imparato dai corsi di scrittura creativa, dai miei alunni, e da questo metodo di valutazione del mio lavoro, è che anche l’ultimo arrivato può insegnare molte cose. È per questo che ho preso coraggio e nonostante la scarsa esperienza, sono qui a raccontare il mio percorso. Funziona come in un circolo di alcolisti anonimi, credo: condividere aiuta me a focalizzare il percorso e spero possa servire ad altri, anche solo a intrattenere o a scatenare insulti o indifferenza, a piacere.
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Tag:Alberto Cadioli, Alessandro Manzoni, Benedetta Centovalli, Davidre Ferrario, Edoardo Brugnatelli, eFFe, Elena Rosci, Elio Franzini, Eugenio Montale, Francis Scott Fitzgerald, Gabriele Dadati, Gianni Morandi, Gianpiero Piretto, Gino Paoli, Italo Calvino, Jovanotti, Lillo Garlisi, Lucio Dalla, Luigi Cavagnaro, Luisa Carrada, MIchale Ende, Mino Milani, Natalia Ginzburg, Paola Murru, Roberto Coaloa, Simona Rivolta, Stefano Calafiore, Thais Siciliano, Valentina Pisanty, Vasco Rossi
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18 dicembre 2014
di Enrico Ernst
[Chi volesse proporsi per questa rubrica – che esce il giovedì – mi scriva, mettendo nell’oggetto il titolo della rubrica stessa. Ringrazio Enrico per la disponibilità. gm]
Caro Giulio,
una formazione o vocazione nasce o sgorga, come si sa, dall’infanzia, anche misteriosamente.
Cercando il primo filo di un destino d’insegnante sono andato a recuperare la figura di un artista che dev’essere stato il mio primo modello letterario e, quindi, virtualmente, il mio primo insegnante di scrittura creativa: Renato Zero; è lui l’eroe della prima fase di un «destino»: la fase della mimesi… Volevo comporre qualcosa che assomigliasse alla canzone La rete d’oro. Crescendo, posi sul piedistallo altri maestri, come Eugenio Bennato, Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori; i cui lavori però non cercai più di imitare. Mi limitai ad amarli e mandarli a memoria – cantavo integralmente Burattino senza fili, Titanic, Non al denaro né all’amore né al cielo. Entrai, in altre parole, nella seconda fase della mia formazione: interiorizzazione, fagocitazione dell’opera altrui.
Ma risalgo verso l’età adulta.
Nella mia formazione, hanno avuto un ruolo determinante le mie attività professionali di correttore bozze, redattore, autore di paratesti.
Avere a che fare con opere scrittorie errate o manchevoli, da manipolare e mettere in forma, da annotare o da introdurre, da pubblicizzare, ha trasformato in modo radicale il mio modo di essere lettore.
Mi sono messo a pagaiare sui fiumi dei testi altrui con attenzione acuminata, cercando di individuare limiti e ostacoli, ma anche potenzialità sopite. Mi sono impegnato al servizio di autori e della loro scrittura, con l’intenzione di circoscriverne e farne emergere il luccichìo – in una combinazione di rispetto e di libertà trasformativa.
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Tag:Elsa Morante, Eugenio Bennato, Fabrizio De André, Francesco De Gregori, Fratelli Grimm, Gabriel García Márquez, James Joyce, Krishnamurti, Livia Chandra Candiani, Luigi Dal Cin, Malcolm Lowry, Massimo Sabet, Natalie Goldberg, Omero, Renato Zero
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12 dicembre 2014
di Livio Romano
[Chi volesse proporsi per questa rubrica – che dovrebbe uscire il giovedì mattina presto, ma è già in ritardo di un giorno e mezzo – mi scriva, mettendo nell’oggetto il titolo della rubrica stessa. Ringrazio Livio per la disponibilità. gm]
Le signore che per la prima volta mi invitarono insistevano a volerlo chiamare ciclo di conferenze, ma in quell’epoca non mi sentivo all’altezza di intrattenere alcuno intorno a quella che anche per me restava una materia misteriosa, ambigua, tutta da imparare: la scrittura creativa. Non che oggigiorno, dopo anni e anni di corsi, seminari, laboratori, interventi, e davanti agli uditori più variegati, dai bambini della scuola materna all’associazione professori di italiano della Confederazione Elvetica; non che oggi, dicevo, mi sia facile dare una definizione di ciò che è scrivere in maniera creativa e di ciò che non lo è. Voglio dire, non è questo il punto. Ho continuato a chiamare così i miei incontri – di scrittura, appunto, creativa- perché questo si aspetta la gente, perché da una ventina di anni questa espressione connota una disciplina che aiuti coloro i quali abbiano la passione di scrivere, e più spesso anche l’ambizione di pubblicare, a migliorare la propria prosa narrativa. Ecco: prosa. Perché quando vengono a dirmi «scrivo poesie», li scoraggio subito. So nulla di poesia, io, tantomeno di come si aiuti qualcuno a scriverne. Ma negli ultimi tempi ho abbandonato quest’espressione sfocata e ho preso a chiamare i miei cicli di lezioni con il loro nome: corsi di narrazione. Tuttavia torniamo alle signore. Colte ex professoresse perlopiù di materie letterarie le quali, subito dopo la pubblicazione di un mio raccontino in un’antologia per l’Einaudi, con grandissimo entusiasmo mi chiesero di tenere queste conferenze che io mi battei fossero denominate «Percorsi di lettura con incursioni nella scrittura» così abbandonando il vicolo cieco della creatività. Fu un’esperienza faticosissima.
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Tag:Gaetano Cappelli, Giovanni Boccaccio, Livio Romano, Matteo Bandello, Robert Musil
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4 dicembre 2014
di giuliomozzi
[Considerata la pericolosità della rubrica, ho ritenuto opportuno fare io la prima puntata. In magazzino ho già gli articoli di Livio Romano e di Enrico Ernst. Il giorno fissato è il giovedì, ma temo che sarà difficile tenere il ritmo settimanale. Chi volesse proporsi mi scriva, mettendo nell’oggetto il titolo di questa rubrica. gm]

1994
Il 30 aprile del 1993 pubblicai il mio primo libro di racconti. Non era il mio primo libro: negli anni Ottanta, quando lavoravo nell’ufficio stampa della Confartigianato veneta, mi era capitato di scrivere – oltre a innumerevoli comunicati stampa, discorsi, articoli – anche opuscoli e veri propri libri; di altri opuscoli e libri, non scritti da me, avevo curata l’edizione e la revisione. Mi fa piacere ricordare due persone che in quegli anni mi insegnarono molte cose: Guido Lorenzon e Maurizio Pescarolo.
Nel giugno del 1993 mi telefonò Roberto De Gaspari, che non conoscevo. Mi raccontò di aver fondato a Padova un nuovo circolo Arci, “Lanterna magica”, e mi chiese se ero disponibile a tenerci dei corsi di “scrittura creativa”.
Non lo so, risposi. Devo pensarci. Non so che cosa è che s’intende, con le parole “scrittura creativa”.
Restammo d’accordo di sentirci a settembre.
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Tag:Amedeo Savoia, Annalisa Bruni, Antonella Cilento, Fabio Fracas, Massimo Canalini, Monica Benucci, Morena Tartari, Roberto De Gaspari, Stefano Brugnolo, Tiziana Agostini
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