Archive for the ‘Favole del morire’ Category

“Favole del morire”

1 dicembre 2015

favole_del_morireNel numero di novembre-dicembre 2015 (290) della rivista L’immaginazione, pubblicata dall’editore Manni, è apparsa una recensione del mio libretto Favole del morire (scritta da Demetrio Paolin, che è un amico e quindi è stato molto benevolo). Chi vuole può leggerla qui, nel sito-archivio dedicato al libro.

“E’ il concetto stesso di lutto a farsi da parte”

4 luglio 2015

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“Favole del morire”: recensioni e varie

17 giugno 2015

favole_del_morireRecensioni e altro su Favole del morire, negli ultimi giorni:

– recensione di Monica Bauletti, in Terzo Millennio;

– microintervista di Daniela Grandinetti, in Youbookers.

– recensione di Giuseppe Caliceti, in il manifesto;

– recensione di Marco Candida, nel suo blog;

– chiacchierata tra Sara Meddi e Ivano Porpora, in Pagina successiva.

Notizie varie e aggiornamenti nel sito dedicato a Favole del morire.

Dieci giorni per un regalo di compleanno

8 giugno 2015

Il 17 giugno compio 55 anni. Chi volesse farmi un regalo può armarsi di pazienza e dedicarsi all’ascolto di Operetta di giugno (testo mio, musica di Massimo Biasioni; 29 minuti titoli compresi). Per informazioni su Operetta di giugno, cliccare qui. Il testo di Operetta di giugno è pubblicato nel libro Favole del morire. Grazie.

“Favole del morire”: recensioni

5 aprile 2015
Le dit des trois morts et des trois vifs

Le dit des trois morts et des trois vifs

Di Squadernauti e di Luigi Preziosi.

“Favole del morire”: recensioni

21 marzo 2015
José Guadalupe Posada: La nascita di Venere

José Guadalupe Posada: La nascita di Venere

Di Alessandro Zaccuri e Maria Ferragatta.

“Favole del morire”: recensioni

17 marzo 2015

Di Cesare De Michelis, Renato Barilli, Salvatore Scarciglia, Ernesto Milanesi, Daniele Giglioli, Giulietta Iannone, Niccolò Menniti Ipolito, Veronica Tomassini, Gianluca Barbera, Marco Pontoni.

“Un girotondo in cui la morte guida tutti”

9 marzo 2015

di Daniele Giglioli

[…] Dire che Mozzi si sia riconciliato, e abbia riconciliato il suo lettore, col morire se non con la morte, è dire troppo. Credo piuttosto che in lui si sia operato uno spostamento dal lutto come fatto privato al morire come evento pubblico, collettivo, con un esito di realismo creaturale simile a quello che anima i Trionfi della morte degli affreschi tre-quattrocenteschi, del resto citati nel libro. Un girotondo in cui la morte guida tutti, la dama e il cavaliere, il contadino e il vescovo. Un trapasso perenne che è anche danza, festa, spettacolo, condivisione, mistero e riso. Senza risentimento, accettando di essere anima e nello stesso tempo cibo e merda, e non è un risultato da poco. Non so se questo basti a Mozzi. A chi lo legge, finché legge, sì. A libro chiuso il problema ricomincia, com’è ovvio.

Leggi tutta la recensione di Daniele Giglioli a Favole del morire di Giulio Mozzi.

Appello ai teatranti (per “Emilio delle tigri”)

26 febbraio 2015
Clicca sulle maschere per leggere l'appello

Clicca sulle maschere per leggere l’appello

Dieci buoni motivi per leggere “Favole del morire” di Giulio Mozzi

22 febbraio 2015
Volete una nocciolina?

Volete una nocciolina?

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Dieci buoni motivi per non leggere “Favole del morire”, ultimo libro di Giulio Mozzi

20 febbraio 2015

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Breve storia di “Favole del morire”

19 febbraio 2015
Da oggi è in libreria Favole del morire. Non è un capolavoro

Da oggi è in libreria Favole del morire. Non è un capolavoro

di giuliomozzi

Ci sono libri che scrivo, per così dire, senza rendermene conto… [leggi tutto]

Volete una presentazione di “Favole del morire” a casa vostra?

17 febbraio 2015
Clicca sulla foto (scattata da Lillo Garlisi)

Clicca sulla foto (scattata da Lillo Garlisi)

Giulio Mozzi è diventato qualcos’altro, qui?

11 febbraio 2015

di Lorenzo Marchese

[Dalla postfazione a Favole del morire].

[…] Giulio Mozzi, da scrittore di storie negli anni ’90, è diventato qualcos’altro qui? La forma è cambiata, eppure il percorso ha conservato una sua discreta fedeltà ai racconti degli anni ’90 e, insieme, sembra che il suo autore invecchiando insista di più su di una scrittura di interrogazione mobile e febbrile, onnimimetica e onnivora, che fagocita materiali secenteschi fino alla Neoavanguardia come se vi si aggrappasse scivolando. Nella scia di questa resistenza persiste un disagio a definirsi, a collocarsi in una precisa nicchia di fruizione letteraria – per non parlare del posizionamento commerciale – che ho qualche difficoltà a trovare nella narrativa contemporanea, e che invece, curiosamente, è più familiare al circuito della poesia. […]

Leggi di più.

Favole in musica

9 febbraio 2015
Clicca per ascoltare Operetta di giugno: musica di Massimo Biasioni, testo di Giulio Mozzi

Clicca per ascoltare Operetta di giugno: musica di Massimo Biasioni, testo di Giulio Mozzi

Esiste

6 febbraio 2015
Dal 19 febbraio in libreria

Dal 19 febbraio in libreria

Waiting for “Favole del morire”

29 gennaio 2015

Clicca per leggere l’estratto da “Favole del morire”

Un’offerta da favola per le “Favole del morire”

28 novembre 2014

di giuliomozzi

favole_del_morireVerso fine febbraio 2015 sarà pubblicato dall’editore Laurana il mio nuovo libro Favole del morire. Ho deciso di realizzare per l’occasione undici (e non più di undici) “confezioni speciali”.
Undici scatole, in sostanza.

Ciascuna scatola conterrà:
– una copia del volume (a richiesta: autografata e dedicata);
– una maglietta (indicare la taglia nella richiesta) recante la medesima immagine di copertina del libro, realizzata (la maglietta, ma anche l’immagine) da Aldo Sorarù;
– una copia della prima edizione de La stanza degli animali (plaquette con copertina in carta ricavata da sterco di elefante, pubblicata nel 2010 dalle edizioni :duepunti, oggi di assai difficile reperibilità), inclusa con lievi modifiche in Favole del morire.

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Seconda stesura

1 agosto 2014

di giuliomozzi

[La prima stesura, dell’1 ottobre 2010, è qui].

Rosso e squamoso nel bisunto vaso
il pesciolino gira e gira a vuoto
e ripercorre il suo sentier ben noto
mai da imprevisti o da sorprese invaso.

Mai nella vita egli incontrò l’ignoto,
mai fu turbato il viaggio suo dal caso:
è uguale ogni alba ad ogni uguale occaso,
e il vano suo aggirarsi è un moto immoto.

Il sole, incatenato dal superno
Potere al suo gran cerchio, estate e inverno
produce a noi nel suo rotar sul perno:

ma più assomiglia a quel vagare stanco
senza stagioni la mia vita (e un bianco
angelo muto mi si stringe al fianco).