Antologia maniacale. Ovvero: quei testi sui quali torno in continuazione, a prescindere dal loro valore effettivo (più o meno riconosciuto). Il filmato dura quattro minuti e una manciata di secondi. [gm]
dai Rerum vulgarium fragmenta
di Francesco Petrarca
Pace non trovo, e non ho da far guerra;
E temo, e spero, ed ardo, e son un ghiaccio;
E volo sopra ‘l cielo, e giaccio in terra;
E nulla stringo, e tutto ‘l mondo abbraccio.
Tal m’ha in prigion, che non m’apre, nè serra,
Nè per suo mi riten, nè scioglie il laccio;
E non m’ancide Amor’, e non mi sferra,
Nè mi vuol vivo, nè mi trae d’impaccio.
Veggio senz’occhi; e non ho lingua, e grido;
E bramo di perir, e cheggio aita;
Ed ho in odio me stesso, ed amo altrui:
Pascomi di dolor; piangendo rido;
Egualmente mi spiace morte, e vita.
In questo stato son, Donna, per vui.
10 Maggio 2018 alle 22:59
12 Maggio 2018 alle 21:39
“Pace non trovo, e non ho da far guerra”, senza dubbio molto imitato, imita a sua volta temi e modi della poesia provenzale.
A parte il fatto che l’accostamento di termini opposti per indicare la confusione prodotta dall’amore risale alll’antichità (basta pensare a “Odi et amo” di Catullo) , i provenzali, di cui Petrarca (come Dante) è imbevuto, hanno fatto di questo espediente una bandiera, utilizzando sistematicamente ossimori, paradossi e coppie di termini opposti sia nella lirica amorosa “seria” sia in componimenti più scherzosi . È un cliché provenzale anche la svolta finale con la rivelazione del destinatario e la chiave di lettura di tutto il testo.
Questo sonetto, più che un punto di partenza, è al massimo uno snodo, uno dei possibili punti di passaggio fra la ricca e diffusissima tradizione poetica che lo ha preceduto e i poeti quattro -cinquecenteschi e barocchi che ne hanno ripreso temi motivi e forme.
14 Maggio 2018 alle 17:55
[…] un altro link, meno faticoso ma altrettanto interessante e sempre in tema Vi si parla di Petrarca con una mela e una banana; e colui che parla è Giulio Mozzi, che quando si parla di letteratura sa sempre raccontare […]
16 Maggio 2018 alle 17:33
Vero, C.P. Ma la potenza di Petrarca – potenza d’influsso – è ineguagliabile. Di fatto, ha pressoché cancellato i propri modelli per qualche secolo. Per dire, bisogna arrivare a fine Ottocento perché a qualcuno venga in mente di imitare i provenzali – “saltando” la mediazione petrarchesca.
Ciò detto: il filmatino è, nella sua brevità e scherzosità, molto semplificante.