Antologia maniacale. Ovvero: quei testi sui quali torno in continuazione, a prescindere dal loro valore effettivo (più o meno riconosciuto). Il filmato dura quattro minuti e una manciata di secondi. [gm]
Orologio da ruote.
Sonetto di Ciro di Pers (1599-1663).
Ciro di Pers nella Treccani. Un breve commento a questo sonetto, sempre nella Treccani. Una larga scelta di poesie di Ciro di Pers in Wikisource.
Mobile ordigno di dentate rote
lacera il giorno e lo divide in ore,
ed ha scritto di fuor con fosche note
a chi legger le sa: Sempre si more.
Mentre il metallo concavo percuote,
voce funesta mi risuona al core;
né del fato spiegar meglio si puote
che con voce di bronzo il rio tenore.
Perch’io non speri mai riposo o pace,
questo, che sembra in un timpano e tromba,
mi sfida ognor contro all’età vorace.
E con que’ colpi onde ’l metal rimbomba,
affretta il corso al secolo fugace,
e perché s’apra, ognor picchia alla tomba.
9 Maggio 2018 alle 19:09
Come dicevo a un’amica su Facebook, tu hai questa incredibile dote di riuscire a conservare la meraviglia nonostante le innumerevoli letture di un testo. Ed è, secondo me, uno dei tanti “misteri” che più mi colpiscono di te, Giulio.
Ed è anche una delle tue qualità migliori in quanto insegnante, o almeno è una delle cose che mi aiuta a imparare da te. Ad esempio mi hai insegnato a sentire la poesia, e ad affezionarmi a Ciro de Pers. Per cui ti ringrazio.
10 Maggio 2018 alle 09:36
Prego. Non c’è di che.
(Se perfino marito e moglie, moglie e marito riescono ad amarsi ancora, si potrà amare un testo anche dopo innumerevoli letture…).
10 Maggio 2018 alle 09:57
(Eh ma la meraviglia e lo stupore conservati – vedi l’espressione che fai al minuto 1:08 – è raro allo stesso modo, ma molto più misterioso è incredibile dell’amore coniugale consolidato da complicità più piane e dunque più facilmente durature; secondo me. È una cosa molto bella.)
11 Maggio 2018 alle 13:42