di Cosimo Lupo
[Cosimo Lupo ha scritto, un po’ durante e un po’ dopo aver frequentato la Bottega di narrazione, un romanzo il cui misteriosissimo titolo è: “ADA39”. Ve ne propongo sei estratti – oggi l’ultimo -, ciascuno in due versioni: il testo scritto e il testo letto. E’ il genere di romanzo che, oggi come oggi, gli editori faticano parecchio a pubblicare (ma, se qualcuno si incuriosisse, si faccia avanti). A me sembra che sia piuttosto bello; e anche divertente; e anche, quando occorre, commovente. Buona lettura, buon ascolto. gm]
Da ADA39, di Cosimo Lupo:
5.4.3
[classe: il PADRE, 1996]
Amplificati dalle camere d’aria i timballi degli apparati stridulatori di poche cicale frinivano in battere. Nei non programmati intervalli mi sorprendeva il salto dell’acqua, che da centocinquanta centimetri saltava nello stagno temporaneo. La gravina ben temperata custodiva i profumi di trecentoventuno varietà vegetali catalogate, interessate, così mi sembrava, a comporre un uniforme bianco olfattivo. Fersa sedeva presso la terza di tre grotte di vedetta – Te ne compro dieci di spade d’Achille – mi disse – esci! E spinse il tasto REC del grande radioregistratore portatile SHARP alimentato da otto pile torcia D zinco–carbone, nell’eventualità che cantasse il lanario; ma il biossido di cromo della musicassetta catturò soltanto il grottìo di un motore difettoso in avvicinamento.
– Eccolo.
Si fermò, il furgone. Così: sullo sterrato; senza cura.
Fersa schiacciò un tasto a lunga escursione che fece scattare la molla del tasto REC, interrompendo la registrazione.
La portiera sinistra del furgone si aprì e ne uscì mio fratello, puntando il metatarso sulla guarnizione della portiera, bilanciandosi con la mano destra aggrappata alla barra portatutto anteriore.
– Qualche novità? – gridò.
– No. – Rispose Fersa.
Il furgone si richiuse e ripartì.
Non rimasi molto in quella grotta. Mi venne un’idea e mio fratello mi disse ottima idea. Mi alzai e la sviluppai. Neppure qui, a ventottomila metri, sarei mai arrivato se qualcuno non mi avesse detto Vai. E neppure in fondo alle maratone arriverei se non ci fosse sempre qualcuno ad un certo punto a dirmi Dai che manca soltanto una curva; o un bimbo, ce n’è sempre uno, a darmi il cinque.
5.5.6
[classe: IL CONCERTO, 2014]
La parola Arte deriva dalla radice ariana ar–
Tag: Cosimo Lupo
22 marzo 2018 alle 09:14
Vi prego di cancellare il mio indirizzo: sergio.falcone@fastwebnet.it
Non so come si fa.
Grazie.
22 marzo 2018 alle 13:36
Sergio, non posso farlo io per te.