Questo non è un libro di viaggio, né un libro di racconti, bensí un libro di storie incontrate e ricordate camminando. È nato da un desiderio dell’autore («Voglio vedere l’Italia com’è, guardarla da vicino»), e si è trasformato in un’avventura della percezione. Lo scrittore-viaggiatore si muove negli spazi urbani, nelle periferie, nelle campagne, lungo il Po e lungo l’Adriatico, come una sorta di Palomar-Hulot concentratissimo e distratto, osservatore e sognante, libero e impedito.
Chi ha apprezzato i precedenti libri di Giulio Mozzi, troverà qui uno scrittore diverso; spesso comico, a volte avventuroso, appassionato alla superficie delle cose: ciò che si può vedere, ossia tutto ciò di cui possiamo avere davvero conoscenza.
Così nel 1999 l’editore Einaudi presentava, nella quarta di copertina, il mio libretto Fantasmi e fughe. Un libro di storie, uscito nella collana Stile libero. Ma da allora sono passati quasi vent’anni e quel libro, bizzarro e composito, è ormai difficilino da reperire.
E così, visto che tanto ormai il contratto è scadutissimo, e visto che in queste settimane sto lavorando con Fiammetta Palpati proprio a un laboratorio di scrittura della Bottega di narrazione intitolato Raccontare il paesaggio, ho pensato che poteva aver senso offrire questo libro in regalo.
Pertanto, dalle ore 9 di martedì 13 marzo alle ore 24 di venerdì 16 marzo Fantasmi e fughe sarà prelevabile gratuitamente nel sito di Raccontare il paesaggio. Basta cliccare sulla copertina, qui sopra.
Tag: Fiammetta Palpati
13 marzo 2018 alle 11:35
Piccola testimonianza. Gratitudine.
Fantasmi e fughe è il primo luogo dove ho incontrato Giulio Mozzi. Ricordo la scaffalatura da dove ho estratto il libro (era rossa), vicino alla finestra, nella sala-lettura di Villa Ghirlanda. Stucchi. Poi la lettura. Un insegnante di scrittura creativa al ristorante con i suoi allievi, e nell’appartamento di una ex allieva. “Il treno ha la strada segnata, il bufalo può scartare di lato e cadere”(De Gregori). Ricordo che la solitudine del protagonista mi fece soffrire. E che un’uscita da qualche parte doveva pur esserci. Raramente mi è capitata una esperienza di lettura così potente. Un senso di vuoto così drammatico. L’indirizzo dello scrittore, alla fine del libro, dentro al libro per indicare il suo “esterno”. Dunque, dunque, era… vicino… dove avrei potuto incontrarlo… poi (non so quanto tempo dopo) è arrivata Vibrisse…
13 marzo 2018 alle 12:57
L’anno dopo, Enrico.
14 marzo 2018 alle 21:54
Grazie.
16 marzo 2018 alle 18:21
Grazie Giulio, scaricato.
17 marzo 2018 alle 00:38
Bellissimo libro e omaggio incredibilmente gradito. In ogni caso vorrò comprare una copia cartacea, ma per ora apprezzo la prova e l’ottima presentazione fatta su questo post.
P.S.: adoro il font e tutto lo stile del vostro blog 😀