Come sono fatti certi libri, 17 / “Finnegans Wake”, di James Joyce

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Tim Finnegan lived on Walkin Street,
A gentleman Irish mighty odd
Well, he had a brogue both rich and sweet,
An’ to rise in the world he carried a hod
Well, he had a bit of a timmlin’ way
With a love for the liquor poor Tim was born
And to send him on his way each day,
He’d a drop of the craythur every morn

Whack fol the dah do now dance with your partner
Whirl the floor your trotters shake
Isn’t it the truth I tell you,
Lots of fun at Finnegan’s Wake

One morning Tim felt rather full,
His ole’ head felt heavy which made him shake
Well, he fell off the ladder and he broke his skull,
Then they carried him home his corpse to wake
Oh, they wrapped him up in a nice clean sheet,
And they laid him out upon the bed
With a gallon of whiskey at his feet
And a bucket of porter at his head

Whack fol the dah do now dance with your partner
Whirl the floor your trotters shake
Isn’t it the truth I tell you,
Lots of fun at Finnegan’s Wake

Well, his friends assembled at the wake,
And missus Finnegan called for lunch
Well, first she brought out tea and cake,
Then pipes and tobacco and brandy punch
Then the widow Malone began to cry,
“Such a nice, clean corpse, have you ever seen,
Saying Tim my boy why did you die?”,
Well, “Hold your gob.” says Mother McGee

Whack fol the dah do now dance with your partner
Whirl the floor your trotters shake
Isn’t it the truth I tell you,
Lots of fun at Finnegan’s Wake

Then Maggie O’Conner took up the job,
And Biddy says “you’re wrong, for sure”
Well, Biddy fixed her with a belt in the gob
And sent her sprawling on the floor
Then a civil war did soon engage,
It was woman to woman and man to man
Shillelagh law was all the rage
And a row and a ruction soon began

Whack fol the dah do now dance with your partner
Whirl the floor your trotters shake
Isn’t it the truth I tell you,
Lots of fun at Finnegan’s Wake

Then Mickey Maloney he ducked his head
When a bottle of whiskey flew at him
It ducked, and landed on the bed,
Well, whiskey scattering over Tim
Be dad it revives him see how he rises
Tim Finnegans rising in the bed
Sayin whirl whiskey around like place
Thanum an Dhul!, do ye think I was dead?”

[In questo punto, nella prima versione di questo post, c’era un’immagine che spacciavo per fotografia della copia del Finnegans Wake di propreità di David Foster Wallace, riccamente annotata. Sbagliavo. Ringrazio Sergio Garufi che mi ha segnalato l’errore: guardate qui].


La prima pagina di Finnegans Wake tradotta in italiano da Google Translator (L’idea è di Antonio Prenna, non che sia originalissima, ma insomma io l’ho trovata lì, e a me non mi sarebbe mai venuta):

Riverrun, passato Eva e Adamo, da deviare di terra per piegare della baia, ci porta da un vicus di ricircolo commodius indietro Howth Castle e dintorni.
Sir Tristram, violer d’Amores, fr’over il marittimo a corto raggio, aveva pascore rearrived da Nord Armorica su questo lato il magro istmo di Europa Minor wielderfight sua guerra penisolate: né aveva rocce topsawyer da parte del torrente themselse Oconee esagerato a gorgios Laurens County, mentre sono andati Doublin loro Mumper tutto il tempo: né avoice da fiamme bellowsed mishe mishe a thuartpeatrick tauftauf: non ancora, anche se venissoon dopo, ha avuto un kidscad buttended un blando vecchio Isacco: non ancora, anche se tutto è giusto in vanessy, sono stati sesthers sosie adirato con nathandjoe twone. Rot uno Peck di PA malto aveva Jhem o Shen prodotta da Arclight e Rory fine alla regginbrow si vedeva ringsome sul aquaface.
La caduta (bababadalgharaghtakamminarronnkonnbronn- tonnerronntuonnthunntrovarrhounawnskawntoohoohoord- enenthurNUK!) di una volta oldparr wallstrait è retaled presto a letto e poi sulla vita attraverso tutti gai cristiana. La grande caduta del offwall comportato un preavviso così breve la pftjschute di Finnegan, ERSE uomo solido, che la humptyhillhead di umself invia prumptly uno unquiring un pozzetto a ovest in cerca della sua tumptytumtoes: e la loro upturnpikepointandplace è al knock out nel parco se le arance sono state fissate alla ruggine sul verde dal devlinsfirst aggiunto Livvy.


Quanto alla voce originale di J. Joyce, èccola qui:






Assai godibili sono i video didattici della serie Don’t panic: it’s only Finnegans Wake, curati da Adam Harvey. Ne propongo alcuni (il canale è qui):








Il tutto, come si vede, è molto divertente. E’ una bufala, invece, il celebre video nel quale si vedrebbe uno studente morire durante la lettura della parola bababadalgharaghtakamminarronnkonnbronn- tonnerronntuonnthunntrovarrhounawnskawntoohoohoordenenthur- NUK! (che compare, come abbiamo già visto, nella prima pagina di Finnegans Wake):





Peraltro è possibile che quella parola sia, alla fin fine, la parola più nota di tutto Finnegans Wake: ed è in effetti probabile che la maggior parte dei lettori si siano fermati lì.





L’unico tentativo a me noto di trasporre cinematograficamente Finnegans Wake è dvuto a Mary Ellen Bute (1906-1983), pioniera (tra l’altro) del cinema d’animazione. Mettetevi comodi, perché il film, Passages from James Joyce’s Finnegans Wake (1965), è lunghetto:





Ora una sosta per ristorarsi:



Se non ho capito male, la prima edizione era così:



Ma forse con una sovracoperta assai più “modernista”:


Mentre le edizioni contemporanee spesso finiscono con l’esibire financo nella copertina la pretesa incomprensibilità dell’opera (come questa, peraltro assai elegante):



Finnegans Wake, insomma, è un libro tutto sommato non “da leggere”, ma “da farci delle cose”. E una delle cose da farci è, naturalmente, scrivere altri libri che spieghino e illustrino l’incomprensibile Finnegans Wake. La selezione, dall’immensa bibliografia, è basata esclusivamente sulle copertine:

















E, per finire, una pagina:





Tutto chiaro, no? Per tutto il resto c’è il sito Fweet. Una traduzione italiana dell’opera, nella misura in cui l’opera è traducibile, è disponibile presso Mondadori.





(D.: “Ma lei, Mozzi, l’ha letto?”.
R.: “A salti. Hop! Hop!”).

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16 Risposte to “Come sono fatti certi libri, 17 / “Finnegans Wake”, di James Joyce”

  1. gian marco griffi Says:

    Tutto bellissimo. La parola più celebre del Finnegans Wake (forse il libro più amato a Sabbione e dintorni) per me è “quark”, ma anche “bababadalgharaghtakamminarronnkonnbronntonnerronntuonnthunntrovarrhounawnskawntoohoohoordenenthurnuk” ha il suo perché.

  2. Federico Platania Says:

    “Mi si opporrà che ‘sta roba non è scritta in inglese. Non è scritta affatto: non è fatta per essere letta – o meglio, non è fatta solo per essere letta. Bisogna guardarla, ascoltarla: la scrittura di Joyce non è un componimento su qualcosa: è quel qualcosa. […] Quando il senso è sonno, la parola dorme. […] Quando il senso è danza, la parola danza“. (Samuel Beckett in Dante … Bruno . Vico .. Joyce)

    Se avete voglia e tempo potete leggere questa mia scheda sulla traduzione in francese di “Anna Livia Plurabelle” – ovvero l’ottavo capitolo del Finnegans Wake – che Beckett curò nel 1931 in collaborazione con un comitato di traduttori non professionisti presieduto dallo stesso Joyce.

  3. Ma.Ma. Says:

    Mah… la cosa più bella di questo libro mi pare la voce simpaticissima della statua dell’autore, nel video: pare un folletto irlandese…

  4. Federico Platania Says:

    Scusa Giulio ho fatto un po’ di casino coi link nel commento precedente. Non riesco a modificare. Se puoi sistemare tu, grazie.

  5. Antonio Celano Says:

    Grazie, mi sono divertito tantissimo!

  6. Giulio Mozzi Says:

    Fatto, Federico.

  7. dm Says:

    Quando andai a cercare il Finnegans Wake nella solita libreria, il commesso mi diede in mano un libretto (la selezione fatta da Juan Rodolfo Wilcock) sostenendo che fosse l’opera di Joyce. Io, che non avevo mai avuto in mano il testo, obiettai che mi sembrava piccina. E poi questo Wilcock? Ma per lui quello era il Finnegans Wake e neanche cercando nell’archivio riuscì a trovar traccia della traduzione Mondadori. (Che peraltro credo non sia ancora completa, per gli ultimi capitoli bisognerà attendere il 2019). Io, comunque, non mi sono sentito di spenderci tutto quel denaro, poi… Del resto la traduzione dell’Ulisse fatta da Celati, per cui ho dato fondo a un budget-libri mensile, mi aveva lasciato un po’ di dubbi (la classica traduzione di De Angelis, pur avendo un tono più alto e letterario e suonando peggio, mi sembrava più riuscita. Ho l’impressione che Celati abbia stravolto la lingua per accordarla a un italiano che suonasse bene ma che, sotto il primo strato dei significanti, ha poco a che fare con l’originale. Magari sbaglio).

  8. C. P. Says:

    Aspettavo con fiducia un pezzo su Joyce in questa serie, ma avevo previsto l’Ulisse, una scelta più scontata. Grazie! Ora spero tanto che, per “Come sono fatti certi libri”, ci sia in cantiere qualcosa sul Tristram Shandy, meriterebbe.

  9. Pasquale Matrone Says:

    Complimenti!

  10. rossana v. Says:

    !!!

  11. massimo Says:

    (D.: “Ma lei, Mozzi, l’ha letto?”.
    R.: “A salti. Hop! Hop!”).

    Io l’ho guardato a lungo, non ho ancora capito se lo stavo leggendo…

  12. Giulio Mozzi Says:

    In realtà, Massimo, ho fatto una pazzia. Essendo il testo originale per me quasi impenetrabile, l’ho letto in una traduzione francese: che, diversamente da quella italiana in corso di pubblicazione, non tenta di restituire tutto lo “spessore” del testo, ma si pone tranquillamente come traduzione “di servizio”, permettendo di seguire il filo principale del tutto. Poi, tornando più o meno capitolo per capitolo al testo originale, tutto era più semplice (e diventava, come deve essere, divertente).

  13. sergiogarufi Says:

    Attenzione, quel libro pieno di sottolineature ed evidenziature colorate non è il Finnegans Wake e non è neppure un libro di DFW

  14. Giulio Mozzi Says:

    Ci dài l’informazione corretta, Sergio? (se ce l’hai).

  15. sergiogarufi Says:

    ce l’ho.
    https://biblioklept.org/2014/05/17/david-foster-wallaces-annotated-copy-of-ulysses/

  16. Giulio Mozzi Says:

    Ho corretto. Grazie, Sergio.

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