Dieci vite brevi di poeti morti

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di giuliomozzi

1. Guido Piano, nato a Maranello, in provincia di Modena, il 14 aprile 1885. Architetto. Pubblicò poco. Dopo la Grande Guerra si trasferì in Brasile. Nel marzo del 1937, a San Paolo, mentre si recava all’Università per ascoltare una lezione di Giuseppe Ungaretti, fu travolto da un bradipo. Morì il 13 aprile, dopo atroci sofferenze.

2. Eugenio da Montale, pseudonimo di Eugenio Rangone, nato a Montale Rangone in provincia di Modena il 12 ottobre 1896. Norcino. Dopo alcune pubblicazioni sparse in riviste, firmate col nome di battesimo, nel 1925 assunse lo pseudonimo con il quale pubblicò numerose raccolte, tutte passate inosservate. Morì, per indigestione, il 12 settembre 1981.

3. Wilfred Caputo, nato a Lodi, in provincia di Milano, nel 1900. Non è certo sia stato un poeta. Sicuramente fu un partigiano. Il 13 febbraio 1944 fu catturato, sbrigativamente processato, e condannato a morte. Morì, di paura, prima che il plotone di esecuzione sparasse.

4. Lorelei Caputo, sorella del precedente, nata parimenti a Lodi, in provincia di Milano, nel 1902. Scrisse numerosi saggi critici sul fratello, senza mai citarne un verso. L’unica sua raccolta apparve postuma, nel 1984, ma taluni studiosi la attribuiscono a Wilfred. Morì il 15 agosto 1981, per i postumi di una caduta dalle scale.

5. Sigismonda Boscolo. Nata a Chioggia, in provincia di Venezia, nel 1913. Insegnante. Pubblicò, dal 1946 in poi, numerose raccolte di componimenti patriottici in dialetto clodiense. Morì l’8 settembre del 1991, presso Vicenza, nel ristorante del Santuario Mariano di Monte Berico, mentre sorbiva un amaro.

6. Idolino Perocco. Nato a Mel, in provincia di Belluno, il 2 novembre 1924. Imprenditore nel campo delle macchine per la fabbricazione del gelato, inventò nel 1951 il “sorbetto poetico”. Nessuno capì mai di che cosa si trattasse. Morì nel sonno il 3 dicembre 1992, durante il congresso – che presiedeva – dell’Union der Italienischen Speiseeishersteller (Uniteis).

7. Alfa Tabacchi. Nata a Pinerolo, in provincia di Torino, il 10 luglio 1933. Nel 1957 si trasferì a Manerbio, in provincia di Brescia, dove aprì L’osteria dei poeti. Essendo il locale frequentato solo da camionisti, il 29 febbraio 1972 si suicidò dal dispiacere (impiccagione).

8. Cerusico Benetti. Nato ad Albaredo D’Adige, in provincia di Verona, il 20 ottobre del 1945. Giornalaio, barista, assicuratore, venditore d’auto usate. Fu udito recitare il suo unico sonetto, il 3 aprile del 1972, nell’ufficio postale di via De Gasperi. Nessuno prese appunti. Morì il 16 giugno 2017, ucciso per gelosia dalla giovane amante (veleno per topi).

9. Giulio Mozzi. Nato a Camisano Vicentino, in provincia di Vicenza, il 17 giugno 1960. Impiegato, pubblicista, libraio, consulente editoriale, docente di scrittura creativa. Morirà il 30 aprile 2031, a Padova, colpito al capo da un chicco di grandine di dimensioni insolite.

10. Mariella Prestante. Inesistente. Scrive moltissimo.

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14 Risposte to “Dieci vite brevi di poeti morti”

  1. sergiogarufi Says:

    2031, sei ottimista.

  2. Ma.Ma. Says:

    …com’è che c’è qualcosa che mi suona famigliare? 😉 Meravigliose! Certo, tranne la nove. Ma una su dieci ci sta…

  3. Giulio Mozzi Says:

    Settantun anni, Sergio. Tredici di meno dell’aspettativa di vita media in Italia.

  4. sergiogarufi Says:

    Scusa, è che io fatico a immaginarmi ancora in circolazione nel 2020

  5. Alexander C. Says:

    Però.. E quello lì nell’immagine? Sembra Rimbaud in vestaglia, nel guscio della cento volte rinnegata Charleville. Eh sì, meglio starsene al sicuro che farsi travolgere da bradipi, plotoni, mali endemici e altri temporaleschi.

  6. Alexander C. Says:

    Quel Guido Piano, per esempio: chi glielo fece fare di espatriare? Nel selvaggio Brasile, poi? Meglio starsene tranquilli davanti a un bel caminetto. Lo sapeva bene l’illustre poeta Gianugo Foscopardi, che non a caso, nei suoi dialoghi “De sfiga rerum” ci lasciò l’indimenticabile “Dialogo tra la natura e un valtellinese”.

  7. Ezio Says:

    Ottimi spunti per un dottorato di ricerca.
    Sull’amaro del Monte Berico, intendo dire.
    Grazie Giulio.

  8. acabarra59 Says:

    A proposito di poeti morti, io ne ho conosciuto uno, questo: “ 1979 [novembre] – « Amarezze d’aragosto – Amare in mare non fa mai male / se si dispone di un po’ di sale / e nel Mar Rosso è così vero / che non è vero per il Mar Nero. // È qui che in caso di maremoto / gli innamorati amano a nuoto / e per sentirsi a proprio agio / devono almeno fare naufragio. // Mare maretta mare maremma / un po’ di fretta un po’ di flemma, / mari vicini mari lontani / Olanda dighe Venezia canali. // Nella barchetta alla deriva / nuda nel sole dorme la diva / flusso riflusso ma l’alga cresce / e al mare mangia tutto il suo pesce. // Danza sul mare un velo d’olio / il mare è calmo come petrolio / e intanto il Luno sorge incantato / sia sul Mar Morto che sul Mar Nato. » (Adriano Spatola – ritaglio di giornale) “. E comunque, quello dell’immagine è Baudelaire, ritratto da Courbet, tanto per la precisione.

  9. Alexander C. Says:

    Grazie Acabarra. Era pur sempre un maudit, più caro alle tenebre che al sole (“Questo padre che tutto nutre, nemico della clorosi; sveglia nei campi i vermi come le rose, fa svaporare gli affanni verso il cielo e riempie i cervelli e gli alveari di miele”).

  10. rossana v. Says:

    Conosco di fama e di lettura Sigismonda Boscolo. E’ stata ampiamente sottovalutata. La sua poesia d’amore più famosa “Come la verzura aulente sono le tue labbra”, che per certi versi è stata accostata a Saffo, rimane per me la più bella.
    Hai taciuto del suo impegno civile, Giulio Mozzi, ha fatto la staffetta partigiana su un gatto delle nevi, fu catturata ma non torturata perché s’innamorò perdutamente di un nazista (cfr. la poesia “Con i baffetti saresti più credibile”). Grande Sigismonda, tengo la tua raccolta “Sputi selvatici” sul comodino. 🙂

  11. drivenwrite Says:

    Saluti dalla provincia di Modena, terra di poeti mirabili…

  12. Antonio Alfiere Says:

    Aggiungi alla lista il mio nome.

    Dopo aver letto ho preso una pistola ed ho provato a spararmi per la vicinanza verso questi autori, senza successo: si era inceppata.
    Cercando di sistemarla un bossolo è saltato dentro uno dei miei occhi e sono caduto all’indietro sbattendo la testa contro lo spigolo della mia libreria.

    😀

  13. melaniaceccarelli Says:

    Il numero sei mi ha fatto cappottare dalle risate

  14. Giulio Mozzi Says:

    E pensa, Melania, che io per Uniteis ci ho lavorato degli anni.

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