di giuliomozzi
[Altri articoli non esattamente sullo stesso argomento. Vedi in particolare: Come scrivere un romanzo veramente letterario, al giorno d’oggi].
1. Scegliete un tema che tocchi un punto dolente della sensibilità contemporanea; ma non pensate che sia indispensabile un aggancio alla stretta attualità; anzi, l’aggancio alla stretta contemporaneità può rendere rapidamente obsoleta la vostra opera.
2. Scegliete un tema che tocchi un punto intimo della sensibilità contemporanea: le dinamiche familiari, per esempio (il rapporto tra genitori e figli è ormai un classico); i timori dell’attuale generazione adulta per il destino dell’attuale generazione giovane o giovanissima; l’amore, quello totale (e provvisorio) dell’adolescenza o quello difficile (ma per sempre) dell’età adulta; il dissolvimento delle famiglie, con tutti gli sconvolgimenti affettivi implicati; le malttie incurabili; e così via.
3. State per dire: “Sempre le solite cose, insomma?”; e la risposta è: “Sì, sempre le solite cose”. Non abbiate paura dei luoghi comuni. Ricordate che nella maggior parte dei casi anche chi si trovi preso nelle più complesse situazioni specifiche le percepisce e interpreta attraverso i luoghi comuni correnti.
4. Evitate un’ambientazione ordinaria e provinciale. Non essendo statunitensi, non potete collocare la vostra storia negli Usa (sappiate che gli editori diffidano delle storie americane scritte da italiani: non ci credono, non le prendono in considerazione); scegliete quindi un’ambientazione almeno un po’ lontana dalla quotidianità. Vanno bene l’Ottocento, il Cinquecento e (meno) la Roma e la Grecia antiche; vanno benissimo le spedizioni al Polo, gli eroi delle prime macchine volanti, gli agenti segreti, i grandi musei, i cercatori di unguenti dell’eterna giovinezza, i teatri russi, queste cose qui (purché con dei personaggi, almeno il/la protagonista, italiani: altrimenti vedi subito sopra).
5. Se c’è di mezzo un personaggio celebre, è molto meglio. Il conte di Sansevero, Giacomo Leopardi (meno bene Ugo Foscolo: piuttosto Isabella Teotochi Albrizzi), il generale Cadorna, Gaspara Stampa, Moira Orfei, la nonna di Louise Veronica Ciccone, Fernandel (che non era italiano, ma quasi), Pellegra Bongiovanni, Camillo Benso di Cavour, eccetera.
6. Fate attenzione alla sottostoria. Ricordate che la storia principale “aggancia” il lettore per mezzo del consueto susseguirsi di eventi legati da cause ed effetti, ma è la sottostoria che garantisce l’impatto sentimentale. Il vero trucco è tutto qui. Alessandro Manzoni, quando scancellò i capitoli con le avventure erotico-criminali di Gertrude sostituendoli col laconico “La sventurata rispose”, fece un capolavoro di stile: ma una cazzata commerciale.
7. Occhio alle spalle. Se avete visto il film Gli aristogatti, vi sarà chiaro il concetto che senza Romeo (er mejio gatto der Colosseo) la storia sarebbe stata scipita.
8. Se puntate a un pubblico medio-alto, costruite la trama principale con estrema attenzione: il legame tra cause ed effetti dev’essere ineccepibile. Se puntate a un pubblico medio-basso, l’importante è che gli eventi siano eccezionali: la loro eventuale improbabilità non sarà un problema.
9. Studiate, studiate, studiate. Il lettore di polpettoni (e voi state confezionando un polpettone, non c’è dubbio) adora istruirsi piacevolmente. Ricordate l’ammonimento di Torquato Tasso: “Sai che là corre il mondo ove più versi / di sue dolcezze il lusinghier Parnaso, / e che ‘l vero, condito in molli versi, / i più schivi allettando ha persuaso”.
10. Buon lavoro, dunque. Non crediate che sia facile ottenere il risultato che sperate. A scrivere bestseller ci provano in tanti, e pochissimi ce la fanno.
Ps.: non provatevi a competere con l’autore de La Sacra Bibbia. Quello lì ci ha intere schiere angeliche di ghostwriter, e un ufficio stampa portentoso.
Tag: Alesslandro Manzoni, Camillo Benso di Cavour, Fernandel, Gaspara Stampa, Giacomo Leopardi, Isabella Teotochi Albrizzi, Louise Veronica Ciccone, Luigi Cadorna, Moira Orfei, Pellegra Bongiovanni, Sansevero, Torquato Tasso, Ugo Foscolo
18 aprile 2017 alle 16:37
PS2: e soprattutto ci ha messo 2000 e passa anni per diventare un bestseller! 🙂
18 aprile 2017 alle 17:18
Perché no Ugo Foscolo? Aveva molte amanti, senso civico, capelli spettinati, era nato a Zante e dunque con un che di esotico, è finito in miseria nella perfida Albione, il fratello si è ucciso per debiti: a me pare un bel personaggio da inserire in una trama alla Pratt. O no?
18 aprile 2017 alle 18:08
Il sesso, Giulio, anche un po’ di sesso, eddai.
18 aprile 2017 alle 18:33
Credo ci vogliano altri ingredienti, le 10 mosse non bastano.
18 aprile 2017 alle 19:29
Ok, nel mio ultimo romanzo li ho messi tutti e dieci, vedremo se farà la differenza 🙂 intanto sono fiduciosa perché ho dalla mia i migliori agenti letterari che potessi trovare… Massimo Cassani, il sesso invece, non credo sia così essenziale, a meno che manchi qualche punto di cui sopra.
18 aprile 2017 alle 21:19
Il sesso è premoderno, Massimo.
18 aprile 2017 alle 21:20
No. Leopardi tira di più, è più internazionale.
18 aprile 2017 alle 22:16
e poi c’è anche stato il film ( su Leopardi)
19 aprile 2017 alle 05:03
E non su Foscolo (non a caso).
19 aprile 2017 alle 09:41
Eppure… Un bambino galleggia sulle acque del mare greco, la morte del padre, il trasferimento a Venezia, l’adolescenza inquieta, la tempesta napoleonica, illusioni e delusioni, il rifiuto della cattedra universitaria… In alternanza, le pagine di un intellettuale di oggi piuttosto incline al compromesso, ipocrisie, ricerca del potere all’ombra del potere, disavventure amorose, un processo per plagio e, di nuovo, le giornate inglesi di Ugo con la figlia ritrovata a Londra, la miseria, la fine e, invece, il raggiungimento del successo da parte dello scrittore moderno. No? Ancora no? Quasi quasi ci provo, lo sanno tutti che l’insuccesso mi dà alla testa.
19 aprile 2017 alle 10:11
Voto per il grande Ugo, so ancora i Sepolcri a memoria dal liceo, e poi ha avuto una vita spericolata, alla pre- Vasco. Solo che poi non aveva più un cent per pagarsi una birra al Roxy bar di Londra, poretto… :-;
19 aprile 2017 alle 10:24
rossana v. Bella la tua versione un po’ rock!
19 aprile 2017 alle 19:42
Leopardi tira perché ha l’aria dello sfigato
19 aprile 2017 alle 19:42
Come hai fatto a saperlo! (punto 9)
20 aprile 2017 alle 11:50
Immenso Giulio..!
20 aprile 2017 alle 12:48
Ma no, Gianni. Al massimo un po’ sovrappeso.
21 aprile 2017 alle 12:39
Nella mia ignoranza, mi permetto di dire che sono un po’ di inesattezze: 1) evitate un’ambientazione ordinaria e provinciale…penso ad “Acciaio” di Silvia Avallone che ha ambientato il suo intreccio a Piombino ed è stato un best seller. I romanzi di Camilleri, Malvaldi, Carlotto funzionano alla grande perché mostrano un’Italia che i suoi lettori non hanno sotto gli occhi ogni giorno.
2) considerare poco la Roma e la Grecia antiche? Penso a tutti i romanzi di Valerio Massimo Manfredi e direi che funzionano alla grande come best sellers.
3) Non essendo statunitensi, non potete collocare la vostra storia negli Usa…Beh, vero fino a un certo punto, penso ai libri di Faletti e almeno due sono ambientati negli USA. Credo dipenda dal grado di ricerca e attendibilità, oltre che dal tenore della scrittura, dalle esigenze narrative.
Inoltre non teniamo conto di tutti i romanzi fantasy best sellers, i quali non seguono nessuna delle indicazioni del decalogo di cui sopra.
21 aprile 2017 alle 13:40
Typhoon, non ti sei accorto che i dieci punti sono scherzosi e che forniscono, per l’appunto, indicazioni tutte sbagliate?