di giuliomozzi
1. Se alla lettura risulta buono, è buono; se non risulta buono, non è buono.
2. Se a rileggerlo dieci anni dopo risulta ancora buono, è buono; se non risulta buono, non è buono.
3. Se ha avuto grande successo, non è detto che non sia buono; se non ha avuto alcun successo, non è detto che sia buono.
4. Se ha avuto grande successo, non è detto che sia buono; se non ha avuto alcun successo, non è detto che non sia buono.
5. Tutti siamo fallibili. Se persone delle quali conosco il buon gusto, l’intelligenza e il disinteresse ritengono che sia un libro buono, e a me non pare buono, posso sbagliarmi io. Possono sbagliarsi anche loro.
6. Tutti siamo fallibili. Se persone del cui gusto diffido e la cui intelligenza sospetto sia succube dell’interesse ritengono che sia un libro buono, ciò non comporta né che necessariamente non sia buono né che possa essere buono.
7. Chi sono io per dire che un libro è buono o non è buono?
8. Chi, se non io, può dire che un libro è buono o non è buono?
9. Si dà il caso di capolavori lungamente misconosciuti.
10. E’ meno frequente il caso di orrori lungamente celebrati.
24 marzo 2017 alle 11:07
Perfetto. Corroborante.
24 marzo 2017 alle 12:19
non sono d’accordo sulla 10. a intuito direi che la 9 e la 10 statisticamente si equivalgono, come un gioco a somma zero, nel senso che per ogni kafka misconosciuto abbiamo nello stesso periodo un max brod che prospera ed è ammirato.
24 marzo 2017 alle 14:43
Secondo me l’unica buona è la 8. Purtroppo essendo i lettori soggetti al gusto altrui, possiamo solo sperare che alcune delle persone che per lavoro scelgono quali siano i libri buoni per la pubblicazione, abbiano i nostri stessi gusti. E questo non vuol dire che siano necessariamente competenti in fatto di buono e di non buono.
24 marzo 2017 alle 14:56
Direi che dobbiamo tutti metterci in testa che la 10 è sacrosanta
24 marzo 2017 alle 18:36
Dopo lunghe celebrazioni, così come dopo lunghi oblii, tutti saremo polvere.
25 marzo 2017 alle 13:00
[…] Dieci considerazioni attorno al problema di decidere se un libro è buono o non è buono […]
25 marzo 2017 alle 15:12
Purtroppo il gusto altrui è soggetto alle mode o alla voglia di distinguersi.
26 marzo 2017 alle 20:14
Giulio scusa se vado (parzialmente) off topic, riporto un pezzo di un articolo di oggi de <>: “Francesca Cavallo & Elena Favilli sono arrivate per la festa dell’8 marzo in vetta alla Top ten.
Ma la loro permanenza, ormai, ha assunto una forma diversa. Storie della buonanotte per bambine ribelli. 100 vite di donne straordinarie (Mondadori) vende sempre di più.
Questa settimana ben 26mila e 600 copie: rifila a tutti i competitor distacchi abissali. Il secondo, tanto per capirci, è il giallista/attore Antonio Manzini con La giostra dei criceti (Sellerio) e ferma l’asticella a 4mila e 400 copie. Insomma è a 22mila e rotte copie dal primo.
Le bimbe ribelli volano, ma il resto della classifica è stagnante e galleggia molto al di sotto delle 10mila copie. Giusto per dare l’idea della scala di valori, tutti gli altri titoli della top ten totalizzano, a sommarli, circa 30mila copie, appena 4mila più del primo classificato”. Ecco, la mia domanda è: è buono? Se si perchè? Se no perchè? L’hai letto?
Insomma ti chiedo un parere personale.
26 marzo 2017 alle 20:15
“Il Giornale” di oggi.
27 marzo 2017 alle 05:21
L’ordine delle domande è sbagliato. La prima doveva essere: “L’hai letto?”. La risposta è: no. Quindi non so rispondere alle altre.
27 marzo 2017 alle 14:52
Intesi.