Altri dieci indispensabili romanzi dell’orrore (in parte gli stessi, ma in parte no)

by

Metamorphosis

di Alberto Cristofori

D. “Ma come, Mozzi, ne ha già pubblicata una, di liste di romanzi dell’orrore”.
R. “Perché, due fanno male?”.

1. Horace Walpole, Il castello di Otranto. A metà del XVIII secolo, in pieno Illuminismo, l’aristocraticissimo Walpole inventa il genere, dando alle stampe un libretto pieno di assurdità illogiche destinato a enorme successo popolare. Il capostipite del romanzo “gotico”, come veniva chiamato allora in omaggio a un’idea tutta bislacca di Medioevo (ma qualcuna delle novelle più splatter di Boccaccio, tipo Lisabetta da Messina, o Tancredi e Ghismunda, o anche Griselda, hanno certamente una vena horror), ha un incipit memorabile, poi la storia si sfrangia, pur conservando il ritmo e la vis immaginativa che è probabilmente alla base del suo successo. Oggi ci fa sorridere, come il Commodore 64, ma in un elenco di imperdibili non può mancare.

2. De Sade, Le 120 giornate di Sodoma. Ultima e incompiuta opera di un autore che è considerato ora un filosofo radicale, ora un mediocre pornografo, a me pare che questo “progetto di romanzo” si possa considerare, dopo il Castello di Otranto, il secondo capostipite del genere. La situazione, del resto, propone al lettore un archetipo fondamentale, quello della casa degli orrori: quattro ricchi e potenti perversi si rinchiudono in autunno nel castello di uno di loro, in mezzo alla neve, insieme a una schiera di valletti servitori amanti, la maggior parte dei quali saranno sottoposti a torture sempre più spaventose (pochi ne usciranno vivi a primavera). Censuratissimo, ma a suo modo straordinariamente vitale (sul piano culturale) come ispiratore di altre opere, almeno fino a Pasolini, credo si possa considerare la più perfetta approssimazione all’inferno della letteratura moderna.

3. Mary Shelley, Frankenstein. Fra i nipotini di Walpole (Ann Radcliff, Matthew G. Lewis, Charles R. Maturin e altri), la moglie di Shelley è la sola ad aver creato un vero e proprio mito moderno, cioè un personaggio che è entrato nell’immaginario collettivo e si è prestato a riscritture e riletture che non accennano a finire. Come è noto, Frankenstein è il nome di un medico che, “Prometeo moderno” (così il sottotitolo del romanzo), pensa di creare un essere umano “migliorato” – oggi diremmo l’Homo sapiens 2.0. Il suo esperimento dà vita invece a un mostro spaventoso (senza nome), che a poco a poco la solitudine incattivisce e che finirà per vendicarsi crudelmente del proprio creatore. Tra richiami al golem della tradizione ebraica e gusto per il paesaggio “sublime” (le vette del Jura fra cui Frankenstein e la sua creatura scompaiono nell’ultima scena), è a mio avviso il primo horror che si legge ancor oggi con vero piacere.

4. E. A. Poe, Racconti dell’orrore. L’unico romanzo di Poe, Le avventure di Gordon Pym, non mi pare che si possa definire horror. Il gruppetto dei suoi racconti che appartengono a questo genere (Il cuore rivelatore, La caduta della casa Usher, Il gatto nero, La maschera della morte rossa, La botte di Amontillado, Il pozzo e il pendolo e pochi altri) costituiscono tuttavia un insieme di testi compatto, che si legge, non dico come un romanzo, ma come una sperimentazione delle varie possibilità del genere horror. Tutte le situazioni chiave del genere (la follia omicida, il sepolto vivo, la stanza della tortura, l’ossessione mortuaria ecc.) sono esposte con una chiarezza e con esemplarità che hanno fatto la gioia di generazioni di freudiani.

5. Bram Stoker, Dracula. Dopo Il vampiro di Polidori e Carmilla di Le Fanu, il romanzo di Stoker è il primo a catturare il pubblico popolare e a imporsi come un grande classico. Più complesso (anche sul piano delle strutture narrative) di quello che pensano coloro che ne conoscono la storia senza averlo letto, il libro gioca sulla complessità e sull’ambiguità – del vampiro (malvagio ma sofferente) e della sua vittima (che è anche la sua seduttrice). Chi non ha la pazienza di leggere il romanzo, che a dispetto della fama e dell’importanza non è un capolavoro della letteratura mondiale, può optare invece per un capolavoro del cinema mondiale, il Nosferatu dell’espressionista tedesco Murnau (il remake di Herzog merita quasi soltanto per l’interpretazione di Klaus Kinsky).

6. R. L. Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde. Terza opera-mito della letteratura horror, dopo Frankenstein e Dracula, questo romanzo breve è senza dubbio il più importante fra i molti che affrontano il tema del doppio in chiave horror (per limitarci all’Ottocento: von Chamisso, La straordinaria storia di Peter Schlemihl, Dostoevskij, Il sosia, Maupassant, L’Horla, Wilde, Il ritratto di Dorian Gray ecc.). Lo stimato (e represso) dottor Jekyll scopre una pozione che gli permette di assumere un’altra identità, dando libero corso ai suoi istinti asociali. La sua parabola non si risolve, come Frankenstein, in una condanna della hybris scientifica moderna, ma diventa occasione per una critica radicale del perbenismo vittoriano. Il terrore animalesco dell’omicida Hyde di fronte alla fine inevitabile è straziante.

7. H. P. Lovecraft, Il ciclo di Cthulhu. Con Lovecraft entriamo nell’horror novecentesco, caratterizzato dalla forte presenza di elementi fantasy e fantascientifici. Il cosiddetto “ciclo” di Cthulhu è un insieme di opere (tre romanzi e numerosi racconti) fra loro indipendenti, ma collegate dalla medesima ambientazione in un universo fantastico, riunite dopo la morte dell’autore dall’amico August Derleth. La critica ha parlato di horror “cosmico”, perché si fa riferimento a epoche precedenti l’avvento dell’umanità, caratterizzate dalla presenza di razze extraterrestri, culti segreti e così via. Provo una certa antipatia per Lovecraft a causa delle sue posizioni apertamente razziste e filo-hitleriane, ma la sua importanza nella storia della letteratura popolare, del fumetto, del cinema, della musica rock ecc. è paragonabile solo a quella di P. K. Dick dopo di lui.

8. Franz Kafka, La metamorfosi. So che questa proposta irriterà qualcuno: Kafka è uno dei mostri sacri e io lo metto in un elenco di romanzi di genere? Irritatevi pure, resto della mia idea: la storia di Gregor Samsa, che si risveglia trasformato in un enorme insetto (l’autore non dice mai che si tratta di uno scarafaggio, anche se la maggior parte dei lettori lo suppongono) e lotta per adeguarsi alla nuova situazione, contro il rifiuto dei familiari che finiscono per ammazzarlo, è un grande racconto horror. (Anche Il processo e Il castello lo sono: però mi sembrano meno perfetti.)

9. Patricia Highsmith, Delitti bestiali. Seconda scrittrice del mio elenco e seconda raccolta di racconti (che però è concepita come libro unitario). Diciamolo subito: con alti e bassi, come tutta l’opera di Patricia Highsmith – ma il primo testo della raccolta, che racconta la storia di un’elefantessa addomesticata ormai anziana che si ribella alle violenze del nuovo domatore a me pare un capolavoro. Come tutto l’horror novecentesco degno di interesse, anche quello di Highsmith si colloca al confine con altri generi – a volte il noir, a volte l’avventura… Come quello di Lovecraft, il mondo della scrittrice texana è privo di principi etici, ma di questo non siamo invitati a compiacerci, semmai a disperarci.

10. Stephen King, Misery. L’elenco si conclude e non poteva che concludersi con il riconosciuto re dell’horror; fra le molte opere tra cui scegliere (da Carrie a Shining, da It a Insomnia), io prediligo questo romanzo del 1987, che ha per protagonista uno scrittore di grande successo, deciso a far morire il personaggio che gli ha dato fama e ricchezza, Misery appunto, di cui si sente ormai prigioniero. Vittima di un incidente, lo scrittore viene raccolto da un’infermiera pazza, sua fan sfegatata, che quando viene a sapere dei suoi progetti lo costringe a scrivere sotto tortura. Il romanzo è insolitamente breve, per un autore che in genere ama dimensioni più fluviali (temo che questo abbia avuto il suo peso nella mia scelta), ed è animato da una sottile e da me apprezzatissima vena ironica (la storia si conclude paradossalmente bene: perfino l’amputazione di un piede a colpi d’ascia si rivela una benedizione!).

12 Risposte to “Altri dieci indispensabili romanzi dell’orrore (in parte gli stessi, ma in parte no)”

  1. Oriana Says:

    Non ho mai letto un romanzo dell’orrore… e se mi prendesse l’ansia??? I film non riesco a guardarli e gli amici, storicamente, mi prendono in giro dicendomi che, al cinema, dovrei pagare il biglietto ridotto perché almeno metà della proiezione la passo con gli occhi chiusi o nascosti dietro la sciarpa!

  2. acabarra59 Says:

    “ Lunedì 20 gennaio 1997 – « Le guglie non erano le sue guglie. I colori non erano certamente i suoi colori. Ebbe un attimo di terrore accecante, sconvolgente… poi la calma. Respirò una lunga boccata di fredda aria notturna, e cercò di orientarsi.
    A quanto pareva, si trovava sul fianco di una collina, su un pendio coperto di rovi, e aveva ancora la sua valigetta di metallo grigio. Provò a strappare i rampicanti e avanzò lentamente, cauto. Sopra di lui le stelle luccicavano. Grazie a Dio. Stelle familiari
    No, non erano familiari. » (Philip K. Dick, Il Dottor Futuro, 1959) “ [*]
    [*] Lsds / 73…

  3. Teresa sciacca Says:

    Io sono d’accordo che La metamorfosi possa essere considerata anche genere horror.

  4. roberto Says:

    Condivido e approvo le liste da 1 a 20. Mi permetto di aggiungere dei libretti di racconti targati Hitchcock ma di autori vari di cui non ricordo edizione e anni, ma ce n’erano da guardarsi attorno prima di spegnere la luce… (effetto che mi faceva spesso Lovecraft).

  5. gian marco griffi Says:

    Non sono per niente esperto, e non so manco se si possa considerarli “orrore”, ma Ambrose Bierce ha scritto racconti che mi sono piaciuti. Inoltre mi è piaciuto The king in Yellow di Robert William Chambers, che son racconti pure questi e Teatro grottesco di Thomas Ligotti, che anche questi qui sono racconti. Totale, in un post che si chiama dieci indispensabile ROMANZI dell’orrore, son stato capace di citare tre raccolte di racconti, e senza manco essere sicuro che possano definirsi dell’orrore. Mica male, gian marco.

  6. Gianpietro Miolato Says:

    Suggerisco anche “I canti di un sognatore morto” di Thomas Ligotti.

  7. Marco Candida Says:

    Ecco un altro elenco di romanzi horror secondo me indispensabili:

    1) Nel deserto delle Cadillac, con i morti, di Joe Lansdale;
    2) Antiche Immagini, di Ramsey Campbell;
    3) Libri di sangue, di Clive Barker;
    4) La setta, di Ramsey Campbell;
    5) I vendicatori, di Richard Bachman;
    6) Tenebre, di Robert McCammon;
    7) Sfera, di Michael Crichton;
    8) Lo squalo, di Peter Banchley;
    9) Ghost Story, di Peter Straub;
    10) Il silenzio degli innocenti, di Thomas Harris.

    Ripeto, King è troppo vischioso e narrativamente complesso per capire i meccanismi dell’horror. Poe è troppo poetico e Lovecraft troppo leopardiano. Se si vuole imparare che cos’è l’horror, bisogna prendersi una granita alla menta al bar (con una cannuccia colorata) e leggersi questi autori. Non dobbiamo dimenticare, poi, che chi si approccia all’horror sa già chi sono i vampiri, gli zombie e i licantropi: non c’è bisogno di leggersi Stoker, Mary Shelley, Stevenson o Kipling… C’è bisogno di divertimento. 😉

  8. acabarra59 Says:

    “ 14 settembre 1984 – « Lo chiamavan Dracula », canta una voce da dentro il garage mentre passo. “ [*]
    [*] Lsds / 73…

  9. gian marco griffi Says:

    Di Sfera ho visto il film: una vera cagata, nonostante Hoffmann e soprattutto la Stone. Spero che il libro sia completamente diverso.

  10. Marco Candida Says:

    Beh, Gian Marco Griffi, sono romanzi che ho letto quando ero molto giovane. Quando dico giovane, intendo molto molto giovane. Quando ancora m’insegnavano che non sta bene dire le parolacce.

  11. gian marco griffi Says:

    Vabbè dai, il termine “cagata” a momenti è accettato perfino dalle scuole degli oblati di San Giuseppe, non è una gran parolaccia. C’è anche nella Treccani.
    Comunque, se preferisci, il film Sfera (il film, eh, non il libro che non ho letto) per me è una sciocchezzuola.

  12. In che senso un libro è “indispensabile”? | vibrisse, bollettino Says:

    […] esempio, che la lista di indispensabili libri horror proposta da Danilo Arona e quella proposta da Alberto Cristofori, benché in buona misura sovrapposte (Mary Shelley, Poe, Lovecraft, King) sono due liste assai […]

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