di giuliomozzi
Nel luglio del 2015 le due principali agenzie di distribuzione di libri in Italia, Messaggerie Italiane e Pde (Promozione e diffusione editoriale) si sono fuse. Più esattamente, Messaggerie (che, peraltro controlla il Gruppo Gems: Longanesi, Guanda, Salani, Garzanti, Bollati Boringhieri, Chiarelettere e altro) ha comperato da Feltrinelli il 70% di Pde (vi risparmio i dettagli societari). La società risultante controlla, si stima, più del 60% del mercato della distribuzione di libri.
Da circa un anno è in corso l’acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori (ovvero l’acquisizione del secondo gruppo editoriale italiano da parte del primo) Ora il Garante ha stabilito che Mondadori dovrà disfarsi di Bompiani (di quel che resta di Bompiani dopo la fuga della Nave di Teseo: comunque non è poco) e di Marsilio; ma potrà tenersi tutto il resto.
In questi giorni Fca, ovvero (attraverso un castello societario) la famiglia Agnelli/Elkann, ha ceduto al Gruppo L’Espresso / La Repubblica la proprietà della società che pubblica La Stampa e Il Secolo XIX (quotidiano di Genova). Ovvero, il primo quotidiano d’Italia (per diffusione; e senza contare l’arcipelago di quotidiani locali) si è comprato il terzo. Tra parentesi, pochi mesi fa il direttore della Stampa è diventato direttore di Repubblica. Assicurazioni di autonomia, indipendenza delle testate, eccetera: come piovesse.
Adesso manca solo che il Vaticano si comperi il Partito Democratico, e poi siamo a posto.
6 marzo 2016 alle 16:09
Era così anche prima, valzer di poltrone e i titoli dei giornali erano tutti uguali. Si Sa il capitalismo italiano è di relazioni non di mercato…
6 marzo 2016 alle 19:16
già fatto ( fto BaoPapa )
6 marzo 2016 alle 20:38
è il capitalismo bellezza!!!
6 marzo 2016 alle 21:17
E’ l’ Italia, dico io. Purtroppo, ci vivo.
7 marzo 2016 alle 13:17
Elogio del minoritario. (Per la pubblicità che lo precede non ho potuto fare nulla…)
7 marzo 2016 alle 18:47
Sì le analisi di Fofi danno certamente il quadro; ma c’è il problema di quel resistere, della minoranza che si chiude in sé e vuole essere minoranza. Voglio dire, anche Giovanni Battista predicava nel deserto, ma era profeta: verrà qualcuno dopo di me. Ecco o si entra in questa dimensione o essere minoranza è appunto solo un resistere nel proprio fortino …
7 marzo 2016 alle 19:14
Non “vedo” il senso del paragone con Giovanni Battista, Cristian, visto che Fofi non predica per l’atto strumentale di predicare, a differenza del profeta. Qui si parla di un cerchio fin troppo grosso per credere che si possa mai impiantare un modello alternativo di massa. Credo che il senso della militanza suggerita da Fofi stia proprio in quest’idea di minoranza.
7 marzo 2016 alle 21:09
In alcuni casi ci sono state delle proteste vibranti, in altri casi il silenzio più totale. Probabilmente nei tre casi che elenchi si alternano concentrazioni e distrazioni…
8 marzo 2016 alle 11:29
Sì facciamo quello che possiamo. E che dobbiamo. Attraverseremo tempi bui. Bellissime le parole di Fofi.
8 marzo 2016 alle 14:03
Credo che il problema sia soprattutto che viviamo nel tempo dell’assoluta personificazione di qualsiasi cosa. Un programma politico non può risultare interessante se non viene “incarnato” da qualcuno, e così le idee forti, le ideologie e una bella parte del narrabile. È il retaggio del berlusconismo (e soprattutto dell’antiberlusconismo emozionale) che ha portato alle estreme conseguenze il bisogno di semplificazione. Vale, credo, anche per le vicende che dovrebbero interessare (i giornalisti ma innanzitutto il pubblico, ché i giornalisti non fanno il pubblico ma può esser vero il contrario) e mobilitare. Laddove il ritratto dell’avversario o del capo risulta debole, per la strategia del soggetto o per cause diverse, l’interesse non si sveglia mai abbastanza ed è meglio dormire.
10 marzo 2016 alle 12:03
Non voglio entrare nella discussione, perché trovo l’argomento troppo vasto per le mie possibilità, ma la faccenda mi fa sorgere un dubbio personale.
Se io avessi per le banconote lo stesso interesse che nutro per le pagine scritte, il che, data la varietà dei temperamenti umani, mi pare anche normale e lecito, e se frequentassi le alte sfere della finanza, invece che le basse di librerie e bancarelle, avendo la possibilità di guadagnare di più, come mi comporterei, cosa farei?
Beh, sinceramente non lo so. E la cosa non è che mi piaccia troppo…