Dieci metodi infallibili per inventare una parola d’ordine inespugnabile

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di giuliomozzi

1. Una ricerca dell’Università di Chooko dimostra che la maggior parte dei mariti usa come parola d’ordine universale per l’accesso ai servizi in rete il nome della moglie, mentre le mogli non usano mai come parola d’ordine il nome del marito. Quindi, se siete una moglie, usate il nome del marito; se siete un marito, usate quello dell’amante. La validità della ricerca, specificano gli autori, è ristretta ai Paesi nei quali non vige la poligamia.

2. Una ricerca dell’Università di Accavallavacca dimostra che la maggior parte dei maschi usa come parola d’ordine per l’accesso ai servizi in rete la propria data di nascita, mentre la maggior parte delle donne usa come parola d’ordine la data del matrimonio (se sposate) o della nascita del primo figlio (se madri) o (se né madri né sposate) una data a caso tra: primo bacio, primo petting, primo sesso, primo sesso non protetto, inizio della dieta. Quindi si consiglia ai maschi di usare la data di nascita di Garibaldi e alle donne di usare qualunque cosa purché non sia la data di nascita di Anita.

3. Una ricerca dell’Università di Yoknapatawpha dimostra che la maggior parte dei maschi non fumatori si segna le parole d’ordine sugli scontrini del supermercato (che poi perdono), mentre la maggior parte dei maschi fumatori si segna le parole d’ordine sulle scatole delle sigarette (che poi gettano). Quindi si consiglia, a questi come a quelli, l’acquisto di un blocco di post-it. La validità della ricerca, specificano gli autori, è ristretta ai Paesi nei quali sono in commercio i post-it.

4. Una ricerca dell’Università della Sassonia Inferiore dimostra che la maggior parte delle donne non ricorda di aver inserito una parola d’ordine in occasione della registrazione a un qualunque servizio (posta elettronica, acquisti in rete, ec.). Gli autori non forniscono consigli, ritenendoli inutili.

5. Un rapporto del Ris di Parma sostiene che la maggior parte delle donne usa sempre la medesima parola d’ordine per la registrazione a qualunque servizio, mentre la maggior parte dei maschi usa una parola d’ordine diversa per ciascun servizio. La capacità dei maschi di ricordare tutte le parole d’ordine e di connetterle con i rispettivi servizi è stimata attorno allo 0,072%; per le donne il rapporto fa riferimento al precedente studio dell’Università della Sassonia Inferiore. Si consiglia di impedire alle donne l’accesso a servizi in rete, a meno che non facciano parte dell’Arma dei Carabinieri. Il rapporto è stato peraltro classificato “shit” da una successiva ricerca dell’Università di Flatland.

6. Una ricerca dell’Università di Terital dimostra che la maggior parte dei maschi esegue le registrazioni ai servizi per conto delle rispettive donne (amiche, fidanzate, amanti, coniugi, madri, sorelle ec.), omettendo di comunicare a quest’ultime le relative parole d’ordine. La validità della ricerca, specificano gli autori, è ristretta alle sole cività patriarcali: essi consigliano pertanto la costituzione di associazioni di suffragette.

7. Una ricerca dell’Università di Losanna dimostra che la maggior parte degli adolescenti, indifferentemente maschi e femmine, è in grado di indovinare le parole d’ordine utilizzate dai genitori in un tempo inferiore al minuto. I consigli dei ricercatori sono: rinunciare alle carte di credito, rinunciare a computer e smartphone, in casi estremi abbandonare i figli lungo la strada durante un viaggio in Lapponia.

8. Una ricerca dell’Università di Helsinki dimostra che la maggior parte dei genitori sopra i 45 anni affida l’esecuzione delle registrazioni ai servizi in rete ai figli adolescenti. Nella quasi totalità dei casi i genitori ignorano l’esistenza delle parole d’ordine. I ricercatori consigliano di togliere a tali genitori, con un provvedimento amministrativo, la patria potestà. In un recente intervento il cardinal Bagnasco ha stigmatizzato la proposta, ritenendola un attacco alla famiglia naturale voluta da Dio.

9. Una ricerca dell’Università cattolica di Bangalore dimostra che l’inettitudine dell’occidentale medio a escogitare parole d’ordine decentemente sicure è tale, che tanto vale sostituirle con la lettura delle impronte digitali. Il presidente dell’Associazione Mondiale dei Serramentisti ha dichiarato: “La proposta ha una palese valenza discriminatoria”.

10. Per “parola d’ordine” s’intende qui quella cosa che in italiano è chiamata “password”.

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38 Risposte to “Dieci metodi infallibili per inventare una parola d’ordine inespugnabile”

  1. acabarra59 Says:

    “ Domenica 31 luglio 2011 – Poi leggo che Aldo Busi si è comprato una casa di 480 mq. Dice che quando gli proposero di comprarla, lui disse: « Che me ne faccio di una corazzata così? ». E la madre rispose: « Fai invidia ». Dice che dal 2002 non scrive più. Dice che pesa 97 chili. In ogni caso io mi accorgo di non sapere con esattezza se il titolo del suo primo libro è Seminario sulla gioventù oppure Seminario della gioventù. Quello di cui sono sicuro è che la password, per così dire, della sua opera – e del suo successo – è la parola « Seminario ». “ [*]
    [*] Lsds / 708

  2. giros Says:

    Il problema è più complesso di quanto non si creda. Se si sceglie una parola d’ordine molto difficile allora poi si corre il rischio di dimenticarla. Se si sceglie invece una password facile allora ti “bucano” subito. Divertenti anche quelle procedure della domanda segreta nel caso uno si dimentichi la password impostata: vale infatti lo stesso discorso del facile e del difficile.
    L’ideale sarebbe conservare tutte le proprie password in un file crittografato e protetto da password in modo che ne hai una sola da ricordarti. Se poi ti dimentichi anche quella…allora pazienza.
    Sconsiglio vivamente i generatori automatici di password: inventano di quelle cavolate che sembra di ascoltare i generatori automatici di poesie. Sì, perchè esistono anche quelli, purtroppo. Sarebbero le nuove frontiere dell’informatica ovvero linguaggi LISP (intelligenza artificiale) che si ripromettono di generare automaticamente linguaggio di senso compiuto. Li ha utilizzati Calderoli per produrre i milioni di emendamenti in automatico depositati in parlamento. Il risultato per ora è abbastanza modesto 🙂

  3. Pensieri Oziosi Says:

    Sarebbero le nuove frontiere dell’informatica ovvero linguaggi LISP (intelligenza artificiale) che si ripromettono di generare automaticamente linguaggio di senso compiuto.

    Giros, non sai quello che dici.

  4. RobySan Says:

    È interessante notare come gli adulti siano maschi e donne, mentre gli adolescenti maschi e femmine.

  5. giros Says:

    @pensieri oziosi:

    Lisp (List Processor) è una famiglia di linguaggi di programmazione con implementazioni sia compilate sia interpretate, spesso usato nei progetti di intelligenza artificiale. È stato ideato nel 1958 da John McCarthy come linguaggio formale, per studiare le equazioni di ricorsione in un modello computazionale. È un linguaggio di programmazione che si basa sul concetto di programma come funzione.
    E’ alla base degli algoritmi NLG – Natural Language Generation

  6. Giulio Mozzi Says:

    Integro l’ultimo intervento di Giros:

    “fonte (tranne che per l’ultima riga), Wikipedia alla voce Lisp“.

    Roby: secondo quello che mi pare l’uso, o almeno un uso bene attestato.

  7. Giulio Mozzi Says:

    L’ideale, comunque, è scrivere le parole d’ordine su un foglio di quaderno e attaccarlo al frigorifero col magnete di Parigi comperato in viaggio di nozze.

  8. giros Says:

    Confermo: la fonte è wikipedia. L’ultima riga l’ho aggiunta io (non credo ci sia già la voce NLG su Wikipedia, cmq non ho controllato).
    Il concetto del LISP è appunto di generare programmi partendo da una funzione già pre-esistente ovvero in parte quello che avviene con le sinapsi che si generano in continuazione creando sempre nuovi collegamenti (spiegazione molto semplice ed empirica). Ciò che viene generato in automatico dai progetti di IA come linguaggio è comunque molto elementare. A chi interessa esistono in ogni caso esempi in rete da poter consultare.

  9. Pensieri Oziosi Says:

    Uffa…

    Sarebbero le nuove frontiere dell’informatica ovvero linguaggi LISP […]

    Lisp risale al 1958. Negli anni Sessanta era alle frontiere dell’informatica, oggi no.

    […] linguaggi LISP (intelligenza artificiale) […]

    È vero che Lisp è stato creato con in mente l’applicazione all’intelligenza artificiale, ma il concetto di intelligenza artificiale e le ricerche su di essa si sono evolute negli ultimi sessant’anni, dagli anni Cinquanta ad oggi. Nel mondo della ricerca, il termine stesso di intelligenza artificiale è uscito di moda negli anni Novanta e solo di recente è ritornato relativamente in auge.

    Come linguaggio di programmazione oggi Lisp gode di uno stato di salute discreta, con tre versioni principali (Common Lisp, Scheme e Clojure) ed un una miriade di versioni embedded: se adoperi Gimp per elaborare le immagini puoi scriverti dei plug-in in un dialetto di Scheme. Allo stesso modo se adoperi Lilypond per notazione musicale, Emacs per l’editing di file di testo, e tutta una serie di CAD.

    In effetti, se c’è un campo nel quale Lisp oggi è adoperato poco è proprio nell’intelligenza artificiale.

    È stato ideato nel 1958 da John McCarthy come linguaggio formale, per studiare le equazioni di ricorsione in un modello computazionale.

    No. McCarthy ha svillupato Lisp per studiare la computabilità di funzioni ricorsive (nel senso di Skolem) su espressioni simboliche. Quello che hai scritto tu non ha molto senso.

    È un linguaggio di programmazione che si basa sul concetto di programma come funzione.

    Questo è in comune a tutti i linguaggi di programmazione Turing-completi.

    E’ alla base degli algoritmi NLG – Natural Language Generation

    Dire che un linguaggio di programmazione è alla base di un algoritmo è privo di senso. Un algoritmo è implementabile in un linguaggio di programmazione e se un algoritmo è implementabile in un linguaggio di programmazione Turing-completo allora è implementabile in qualsiasi altro linguaggio Turing-completo.

    Comunque, giusto per stabilire un livello di competenza minimo, data la funzione f definita in Scheme da (define f (lambda(n) (if (= n 0) 1 (* n (f (- n 1)))))) quanto fa (f 5) ?

  10. Pensieri Oziosi Says:

    Per tutta un buona parte di voci scientifiche e tecnologiche Wikipedia in italiano è abbastanza scadente…

  11. giros Says:

    @pensieri oziosi:

    hai scritto diverse inesattezze. Ne sottolineo solo una perchè non ho molto tempo ed in particolare: “dire che un linguaggio di programmazione è alla base di un algoritmo è privo di senso”
    Un linguaggio di programmazione permette di costruire algoritmi quindi se per un particolare algoritmo si usa quel linguaggio (e non un altro anche se possibile) quel linguaggio è alla base degli algoritmi utilizzati per affrontare quel problema.
    Per il resto se non ti piace come wikipedia affronta l’argomento togli “oziosi” dal tuo nickname e scrivi tu qualcosa di più preciso su wikipedia.

  12. giros Says:

    @pensieri oziosi:

    …dimenticavo…non ho detto che si usa il LISP ma che si usano linguaggi sul tipo del LISP per l’IA ovvero programmi che si generano da funzioni.
    Tutti i linguaggi prevedono il concetto di “programma come funzione” ? Se sei convinto di questo non credo che tu possa mai occuparti di programmazione.

  13. RobySan Says:

    Tutti i linguaggi Turing-completi.

    Giulio, ovviamente scherzavo sulla possibilità che si apre alla considerazione che i maschi, crescendo, restino maschi mentre le femmine diventino donne.

  14. giros Says:

    In informatica un linguaggio di programmazione è utilizzabile per il controllo del comportamento di una macchina formale o di una implementazione di essa (tipicamente, un computer) ovvero in fase di programmazione di questa attraverso la scrittura del codice sorgente di un programma ad opera di un programmatore. Un linguaggio di programmazione è considerato a tutti gli effetti tale se è Turing completo. (Fonte Wikipedia)
    Non tutti i linguaggi “Turing-completi” prevedono però il concetto di programma come funzione.

  15. RobySan Says:

    Effettivamente, anche questa volta Giulio ha azzeccato la categoria.

  16. Alexander C. Says:

    Sono un po’ fuori argomento… Comunque “acme”, Giulio Mozzi, tra il 7 e 8. A che pro, però, questo divertissement stilistico se la libertà del gioco viene ossessivamente “incanalata” nella ripetuta ricerca dell’incipit “Una ricerca”? Immagino che l’username, il nome utente crudelmente azzeccato, per il soggetto amica/fidanzata/amante/coniuge/fidanzata/sorella, sarebbe eternarompicoglioni73, anche perché la traduzione “parola d’ordine” del termine password ha un non che di maschilista.

  17. Matta del cortile Says:

    Nel mio piccolo,aderisco al suggerimento di Giulio : scrivere la / le password nel punto piů evidente del vissuto circostante. Per me, sul calendario di S.Antonio della cucina (pagina già voltata ). Sto pensando ad analogo sistema per trasferire quanto depositato sul conto corrente.Anche se poco. Perdonate la bassa quota del ragionamento “alla femminina”. Matta

  18. malosmannaja Says:

    divertente, anche se un po’ luogocomunista, almeno per come si disserta di entità astratte, tipo l’occidentale medio, i maschi, le donne e il salvataggio della Grecia.
    : )))
    in generale, però, forse l’errore si situa ancora più a monte, ovvero nell’accettazione implicita del fatto che possa davvero esistere una “parola d’ordine”. bramare una combinazione di simboli grafici che possieda tale magica capacità organica et organizzativa equivale, in termini scientifici, a votarsi alla ricerca del Santo Graal. quindi fate pure come vi pare – ci mancherebbe! – ma per conto mio troverei più vantaggioso inventare una “parola di disordine”, tanto, alla fine, l’entropia vince sempre…

  19. la matta del cortile Says:

    p.s. Scicchezze ? Mica tanto.

  20. la matta del cortile Says:

    P.p.s. Pardon : non “scicchezze”. Caso mai, sciocchezze o (perchė no ?) sciccherie.

  21. Giulio Mozzi Says:

    Malos, su cosa può esercitarsi la satira – se non sui luoghi comuni?

  22. Pensieri Oziosi Says:

    Giros, l’informatica è un campo in cui è facile capire chi cerca di bluffare: fare come uno scolaretto che scrive una ricerca scolastica copiando senza capire passi dall’enciclopedia non basta per improvvisare una conoscenza che non si ha.

    Se vuoi imparare veramente, posso spiegarti perché quello che vai scrivendo è sbagliato o privo di senso, altrimenti, tempo da perdere con poveri wannabes (vagamente sessisti) sinceramente non ne ho.

    Posso comunque consigliare un po’ d’umiltà? Mi sembra che la maggior parte dei filoni di discussione nei quali sei finora intervenuto tendano a finire con qualcuno che ti mette al tuo posto…

    P.S. La risposta è 120.

  23. giros Says:

    Mia caro/a pensieri oziosi … giudichi e ragioni solo con il pregiudizio … appunto il pregiudizio di passate discussioni.
    Io con l’informatica non bleffo affatto perchè da circa trent’anni è il mio mestiere e lo faccio oltre che per campare anche per passione.
    Sessisti ? E che c’azzecca questo ? Ci conosciamo per caso e sai il mio sesso ? Sei troppo impulsivo/a, per me tieniti pure il tuo illimitato sapere. Le persone con cui amo discutere non si presentano e ragionano come tu hai dimostrato di fare. Credo inoltre che sia tu ad avere bisogno di un lieve spruzzo di umiltà e anche di maturità, scusa se mi permetto di aggiungere.

  24. giros Says:

    Aggiungo ancora, perchè oggi ho più tempo grazie a Dio, che io non mi permetto mai di dire a qualcuno che quel dice è privo di senso, lo ritengo poco corretto anche solo pensarlo.
    Per il resto sai cosa mi diverte ? Intervenire su questo blog anche con altri nomi, E allora va tutto bene. Scrivo Giros e va tutto male. Eppure le cose che dico sono sempre le stesse…dimmi tu se questo non è pregiudizio o limitata visione del mondo (non solo tua ovviamente, non è affatto un’accusa)
    Però continuerò anche a firmarmi Giros, mi diverte troppo vedere le reazioni 🙂

  25. dm Says:

    Chi osserva secondo me può ben capire che tu, Giros, in questo caso non sapevi bene di quel che parlavi, e Pensieri Oziosi sì. (Di sessismo non vedo traccia in questa discussione. Non adottare la cautela di evitare qualunque declinazione al maschile, in assenza di informazioni sul genere del proprio interlocutore, mi sembra imprudente ma non necessariamente sessista. Senza altri indizi, è un’accusa che non farei).

  26. giros Says:

    @dm:
    vagamente sessisti è un qualcosa che ha detto pensieri oziosi non io, a questo mi riferivo.
    Per il resto scusami se continuo la polemica ma credo che anche per te valga il discorso di “passate discussioni” alle quali abbiamo partecipato.
    Sinceramente mi sarò forse spiegato male ma il concetto che volevo esprimere nel mio post iniziale era ben altro di una valutazione tecnica sui linguaggi (LISP o altro che dir si voglia) che tra l’altro mi sembra fuori luogo. Era un concetto, non altro. Per il resto mi accaloro un po’ perchè tu ci creda o meno l’informatica è davvero il mio mestiere per è abbastanza lecito cercare di argomentare le cose. Poi chi vuol capire sa intendere e tu che sei persona attenta e intelligente (da quel poco che leggo quando scrivi qui sopra) credo abbia capito alla perfezione.
    Per il resto ti ripeto, non mi va di continuare polemiche sterili e inutili. Però intervenire su questo blog ancora a firma giros è un’impresa a cui tengo, anche se vedo abbastanza difficile. Prova a darmi una mano anche tu, valuta i contenuti non la firma. E’ importante, credimi.

  27. dm Says:

    Giros, non metterti sempre al centro dell’attenzione. Certo che di sessismo ha parlato di Pensieri Oziosi; e mi sembra – come ho scritto – un’accusa un po’ avventata. Di norma io non attribuisco il genere all’interlocutore che non lo specifica, ma questo richiede un livello di attenzione che non tutti – in rete – si concedono.
    Quanto al resto, Giros: il tuo errore sta nel non aver accettato i rilievi che ti sono stati fatti. Puoi giudicarli pedanti (a me sembrano utili e interessanti, ad esempio) ma ingegnarsi a trovare inesistenti inesattezze, opporre argomenti raccogliticci e copincollati non è un buon modo per farsi valere.
    Secondo me.
    Lavorare nell’informatica, poi, non vuol dire molto. Uno può lavorare da trent’anni nell’informatica ma in un ambito diverso (e comunque anche questo non è un argomento: lo sarebbe se rendessi pubbliche qui informazioni sul tuo curriculum e la tua carriera; anche se non sarebbe un argomento a te utile nella discussione, visto che, appunto, non hai argomentato come un esperto delle cose di cui state discutendo).
    Io ho lavorato per molti anni nell’informatica, negli ambiti più diversi, ma ignoravo buona parte di quel che qui è stato detto sul LISP.

  28. giros Says:

    @dm:

    ripeto che non è la sede adatta per proseguire nel discorso, però mi imputi un errore e quindi rispondo.
    Non faccio dei copia-incolla, quelli servono solo a chiarire meglio il concetto. Che è uno solo: esistono linguaggi di programmazione che generano linguaggio di senso compiuto. Era questo il mio intento, ovvero sottolinearlo perchè secondo me utile alla discussione. Cosa generano poi è tutto da verificare, anche poesie se vuoi saperlo ma te le raccomando.
    E come fanno a farlo ? Cercando di imitare quello che fa la nostra mente ovvero creando al volo il “codice”, il software. Questo lo fanno tutti i linguaggi di programmazione ? No, non lo fanno, perchè nella maggior parte dei linguaggi il programma lo scrive il programmatore. Ma questo, per generare linguaggio di senso compiuto non basta. Se poi vuoi approfondire l’argomento sono a disposizione perchè mi appassiona molto e mi ha sempre appassionato, ma non qui perchè non è certo la sede adatta. Lo spunto era solo questo, tutto il resto, i giudizi personali sul tipo “non metterti al centro dell’attenzione” o altro non li valuto nemmeno. Sono giudizi sulla persona e non su quello che volevo dire. Per cui vale ancora la mia ultima frase: guarda il contenuto non la firma. Vale per tutto ed è importante. Ma non per me. E’ importante per te. Ciao.
    Una sola notazione: è vero che Calderoli ha utlizzato l’NLG per scrivere i suoi milioni di emendamenti. Sai che ti dico ? Che pur con tutte le carenze dell’intelligenza artificiale, credo che siano stati scritti meglio di come li avrebbe scritti lui.

  29. Pensieri Oziosi Says:

    […] io non mi permetto mai di dire a qualcuno che quel dice è privo di senso, lo ritengo poco corretto anche solo pensarlo.

    Vedi, Giros, “essere privo di senso” ha un significato tecnico abbastanza preciso.

    Facciamo alcuni esempi:

    Dire che il sole è giallo è vero, dire che il sole è verde è falso, dire che il sole è salato è privo di senso.

    Dire che 3 è dispari è vero, dire che 3 è pari è falso, dire che 3 è ottuso è privo di senso.

    Dire che 3 è maggiore di 2 è vero, dire che 3 è minore di 2 è falso, dire che 1+i è minore di 1-i è privo di senso.

    Una proposizione è priva di senso quando il dominio di una relazione o di una funzione che vi compare è disgiunto dall’universo referenziale dei termini cui viene applicato, oppure in caso di fallimento referenziale, come, ad esempio, nella proposizione «L’attuale re di Francia è calvo» (Russell). Il numero 3 è un numero naturale ma il predicato ottuso è definito per gli angoli e non i numeri naturali, e quindi dire che 3 è ottuso è privo di senso.

    E così, dire che la teoria delle catene di Markov è alla base di alcuni algoritmi NLG è vero, dire che la geometria riemanniana è alla base di alcuni algoritmi NLG è falso (penso), ma dire che un linguaggio di programmazione è alla base di algoritmi NLG è privo di senso.

    […] giudichi e ragioni solo con il pregiudizio … appunto il pregiudizio di passate discussioni.
    Io con l’informatica non bleffo affatto perchè da circa trent’anni è il mio mestiere e lo faccio oltre che per campare anche per passione.

    Giros, tu, come me, scrivi sotto pseudonimo, quindi l’unico materiale su cui mi posso basare per esprimere un giudizio è quanto tu scrivi e firmi “Giros”. Non so che formazione tu abbia, non so che lavoro tu faccia, né, francamente, ciò mi interessa.

    Se io scrivo che non sai quello che dici, il mio giudizio si basa esclusivamente su quello che tu hai scritto e firmato con il tuo pseudonimo, nulla di più, nulla di meno.

  30. giros Says:

    @dm:

    se lavori da molto nel campo dell’informatica ed hai utilizzato Autocad allora il LISP, senza nemmeno saperlo, lo hai comunque utilizzato.
    Spero solo che pensieri oziosi non lo utilizzi ora per scrivere sui blog, anche se chissà, magari ci guadagnerebbe… (non ci far caso, è solo una battuta 🙂 )

  31. giros Says:

    @pensieri oziosi:

    ho scritto ancora prima di aver letto quello che avevi scritto…però devo dire la verità va bene lo stesso.
    Comunque ti ho già risposto, penso ci siano delle inesattezze anche in quello che hai scritto tu. Poi se tu sei convinta di no, per me va bene lo stesso, non sarà certo la nostra discussione a cambiare determinati concetti. Il linguaggio, quello vero, difficilmente distorce la realtà. La inventa forse ma resta sempre è solo invenzione. Anche per me vale esattamente la stessa conclusione tua: non sai quello che dici (su alcune cose). Mi sembrava sì poco umile dirlo ma visto che è prassi consolidata per il tuo modo di fare, me ne approprio e lo utilizzo anch’io.
    Questo non cambia il LISP, l’ARC e l’NLG. Loro, in questo mare di chiacchiere, restano solidi al loro posto. Ed anche la definizione di LISP che ha dato wikipedia resta al suo posto. Per me, ed è un mio parere ovviamente, è una definizione ben fatta.

  32. dm Says:

    (Giros: non ho scritto che non ho idea di cos’è il LISP. Ho scritto: “ignoravo buona parte di quel che qui è stato detto sul LISP”.

    Ho scritto “non metterti sempre al centro dell’attenzione”, dopo aver notato che tu avevi automaticamente riferito a te quel che – palesemente – era riferito a Pensieri Oziosi. Forse quel “sempre” è di troppo; in fondo non ci conosciamo. Allora ti chiedo scusa per il “sempre”.
    Continua a sembrarmi poco efficace, poco logico e coerente il tuo modo d’argomentare. Peccato, perché sembri una brava persona. Ora non t’arrabbiare).

  33. giros Says:

    @dm:

    ma figurati dm, non mi arrabbio affatto. Forse hai ragione, non so argomentare bene e questo è un mio difetto. A volte penso che saper argomentare sia un po’ alterare le cose, girare i discorsi e questo io non lo so fare. Sarei stato un pessimo avvocato, avrei perso molte cause. Per fortuna faccio il programmatore e mi piace farlo.

  34. RobySan Says:

    A volte penso che saper argomentare sia un po’ alterare le cose, girare i discorsi…

    Complimenti!

  35. giros Says:

    @RobySan:

    Complimenti anche a te (è una risposta automatica: alle cazzate che a volte spari va meglio rispondere così)
    P.S.: Non offenderti però…mi è sfuggita. Ti dirò, non saprei argomentarlo, ma qualcosa mi dice che ci stava -:)

  36. Alexander C. Says:

    Della nativitate del temutissimo LISP…
    che generò la password ( parola d’ordine o caos?) che generò il de-genere che generò la disambiguazione, che vomitò algoritmi (o “mitroalgi”)
    che scatenò il diluvio informatico (magari!)
    e il vattelappesca scribarello (mannaggia a sto correttore informatico che corregge scribarello in “scriba relato”, che pure colto lo abbiamo)
    che vomitò PLIS, SILP ed il fior fiore SLIP (ovvero indumento di biancheria intima sia maschile che femminile, neutro se si vuole).
    Che riabilitò la beat generation, la fruttarian e la vegan.

    E che infine generò “Te possino!”.

  37. Pensieri Oziosi Says:

    […] non so argomentare bene e questo è un mio difetto. A volte penso che saper argomentare sia un po’ alterare le cose, girare i discorsi e questo io non lo so fare.

    Non è che tu non sappia argomentare, è che le tue posizioni sono oggettivamente sbagliate, ed invece di ammettere il tuo errore ti arrampichi sugli specchi.

    Sapere argomentare non è una bacchetta magica che permette di cambiare la realtà: le tue posizioni sono sbagliate e non esiste argomentazione che possa renderle giuste.

    Per fortuna faccio il programmatore e mi piace farlo.

    A quanto ho visto finora, sicuramente non in campi legati all’intelligenza artificiale e non in Lisp…

  38. Giulio Mozzi Says:

    Ma guarda un po’. Io che vivevo nella convinzione che argomentare e programmare fossero più o meno la stessa cosa.

    Comunque, usare argomenti ad hominem in una discussione come questa mi pare efficace quanto insultare il pc quando s’ingroppa.

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