Vedi l’articolo del’altro ieri. Pubblico qui il terzo melologo. La musica sarà di Nicola Straffelini.
Tre corpi
3. Quello che era dall’altra parte
Che strana pretesa avete,
che la storia – la storia! – la facciano
i giusti.
La storia, da che tempo è tempo,
la fanno i vincitori.
Quanto a me,
sono di quelli che hanno perso.
Sono morto,
sono stato ucciso,
anch’io sono stato ucciso!
E tuttavia
– poiché sono di quelli che hanno perso –
la morte e l’uccisione
non hanno fatto di me
una vittima.
E al giorno d’oggi
non si può essere giusti
se non si è vittime.
Almeno un pochettino.
Almeno per eredità, per parentela.
Al grande show della memoria
quelli come me non hanno avuto accesso.
Siamo esistiti,
Uomini e donne qualunque.
Non abbiamo mai potuto essere
testimoni di noi stessi.
Non ho una verità da propinarvi.
I vincitori,
le vittime,
i giusti,
sono troppo forti.
Eppure, di questo male che ci ha posseduti
di questo male che ci ha attraversati
di questo male dal quale credevamo
di restare immuni
di questo male
noi, solo noi, potevamo
essere testimoni.
Solo la nostra
lezione
è veramente istruttiva.
Siamo monumenti della vergogna,
pietre angolari dello scorno.
Il male è in noi.
Lo abbiamo portato dentro di voi.
E adesso inconsapevolmente
voi siete diventati male
vostro malgrado.
Siete parte del male che testimoniamo,
perché questa è la nostra maledizione
che ora diventa anche la vostra.
Avete mangiato il nostro corpo.
E nessuno potrà sapere
come fa il male
a impadronirsi di un uomo buono
che va al lavoro e mantiene la moglie e i figli,
di una donna buona
che insegna ai figli le filastrocche
e le buone maniere,
dei figli
che giocano a fare il male
perché il male
è l’unica cosa che conoscono.
Siamo dei corpi, nient’altro.
E non chiediamo perdono.
Chiediamo solo che qualcuno
apprenda ciò che siamo stati
e lo racconti
e dica: anche questi
che ci somigliano così poco,
che ci somigliano così tanto,
sono fratelli.
Rispondi