In quindici minuti, una rassegna delle campagne italiane per la promozione della lettura e del libro. A cura di Miria Savioli e Francesca Vannucchi.
In quindici minuti, una rassegna delle campagne italiane per la promozione della lettura e del libro. A cura di Miria Savioli e Francesca Vannucchi.
10 gennaio 2016 alle 09:04
“ Venerdì 3 luglio 2009 – Anche la Presidenza del Consiglio dei ministri, cioè Berlusconi in persona, mi/ci rivolge, in questa estate 2009, un accorato invito a leggere. Lo fa con uno spot in cui si vede una bella famiglia – nel senso di famiglia bella, famiglia i cui membri sono tutti belli -, tipo Mulino Bianco, nel senso che sono tutti vestiti di bianco, oppure film in costume Anni Trenta, tipo Bertolucci o Tavernier o Sergio Leone, in uno scenario di villeggiatura, nel senso di vacanza in villa, nel senso di villa in campagna: si vedono questi che si fanno il passaparola, fino a una bella vecchia, nel senso di vecchia bella, che mi/ci rivela che il passaparola era il consiglio di leggere, dicendoci appunto di leggere. Alla vista di tutta questa gente che mi/ci dice di leggere io ho pensato che, effettivamente, non mi/ci resta che leggere. Nel senso di chinare gli occhi su un libro, nel senso di abbassarli e non rialzarli più – non prima che tutta quella gente sia scomparsa dalla mia/nostra vista. Purtroppo non basta spegnere la tv. (Sarebbe lo stesso anche se a dirmi/ci di leggere fossero i brutti) “ [*]
[*] Lsds / 651
10 gennaio 2016 alle 10:14
Di tutte queste pubblicità non ne ricordo neppure una. Forse devo guardare di più la tv e leggere un po’ meno…
10 gennaio 2016 alle 13:02
“ Domenica 10 gennaio 2016 – Quelli che dicono di leggere. Quelli che dicono di fare. Quelli che non leggono. Quelli che non fanno. Quelli. “ [*]
[*] Lsds / 652
10 gennaio 2016 alle 13:18
Di riffa o di raffa la pubblicità colpisce anche una refrattaria come me…eppure io non ricordo assolutamente nessuna di queste pubblicità.
10 gennaio 2016 alle 13:50
e io che pensavo fossero libri di campagna!
10 gennaio 2016 alle 15:29
“ Martedì 31 dicembre 1996 – Eccolo l’editore Donzelli, eccoli i donzelli, i donzelletti. Vengono dalla campagna, i furbacchioni. “ [*]
[*] Lsds / 653
11 gennaio 2016 alle 20:40
Acabarra59, Borges asserisce che ” leggere è un’attività successiva a quella di scrivere: piu’ rassegnata, piu’ civile, piu’ intellettuale.” Se ne puo’ discutere ma è un’opinione di un certo peso…
12 gennaio 2016 alle 16:19
“ 8 settembre 1991 – Sono convinto che non c’è più tempo per leggere i libri che non ho letto né per scrivere quelli che non ho scritto. Si può solo dare conto di questa impossibilità. Ecco il senso di questo diario. “ [*]
[*] Lsds / 654
12 gennaio 2016 alle 17:29
Giacomo Leopardi, Operette morali, Il Parini ovvero della gloria.
…Ma io voglio che tu abbi per indubitato [dice Parini a un suo giovane discepolo] che a conoscere perfettamente i pregi di un’opera perfetta o vicina alla perfezione, e capace veramente dell’immortalità, non basta essere assuefatto a scrivere, ma bisogna saperlo fare quasi così perfettamente come lo scrittore medesimo che hassi a giudicare. Perciocché l’esperienza ti mostrerà che a proporzione che tu verrai conoscendo più intrinsecamente quelle virtù nelle quali consiste il perfetto scrivere, e le difficoltà infinite che si provano in procacciarle, imparerai meglio il modo di superare le une e di conseguire le altre; in tal guisa che niuno intervallo e niuna differenza sarà dal conoscerle, all’imparare e possedere il detto modo; anzi saranno l’una e l’altra una cosa sola. Di maniera che l’uomo non giunge a poter discernere e gustare compiutamente l’eccellenza degli scrittori ottimi, prima che egli acquisti la facoltà di poterla rappresentare negli scritti suoi: perché quell’eccellenza non si conosce né gustasi totalmente se non per mezzo dell’uso e dell’esercizio proprio, e quasi, per così dire, trasferita in se stesso…
12 gennaio 2016 alle 20:40
“ Martedì 12 gennaio 2016 – Io gliel’ho detto: « Ma voi lo sapete che questo è il negozio più bello di Roma? ». E lo pensavo, lo penso davvero. È una merceria, ma dire merceria è dire niente, perché, a entrarci, sembra di penetrare in un palazzo delle Mille e una notte, o nella grotta di Sinbad/Montecristo, o nel tunnel dei misteri del Luna Park, in una festa, in una chiesa, piena di luci. Insomma è un posto che dire favoloso è dire poco, e comunque a me, trovarmi in mezzo a tutte quelle stoffe, quelle lane, quei bottoni, quei nastri, fra quelle pareti multicolori, di fronte a quel patchwork monumentale, in quell’interno inimmaginabile, fa sempre l’effetto di essere capitato in una fiaba. Per questo, quando devo accompagnarla a comprare qualcosa, non mi tiro mai indietro. Inoltre c’è il fatto dei libri. Perché, non si capisce perché, ‘sti merciaioli, ‘sti mercivendoli, hanno messo all’entrata un banchetto con sopra dei libri, che uno, se vuole, li può prendere etc. Insomma, sarebbe il « book-sharing », ammesso che si dica così. Una volta ho preso La cosa buffa di Giuseppe Berto, ma poi l’ho riportato senza averlo letto. Stasera non c’era molto da scegliere, c’era solo Novecento di Baricco. Così io, con tutto che Baricco…, francamente…, ho pensato: quando esco lo prendo. Però quando, dopo un po’, siamo usciti, non c’era più. So anche chi l’ha preso: l’ha preso quella con il marito, che la commessa gli ha detto: « Ma lei non si stanca di aspettare? ». E lui: « No, ci sono abituato ». Comunque, per farla breve, stasera non leggerò Baricco. E, a parte tutto, non me ne importa niente. Perché ho appena cominciato a leggere Simenon, anzi, dovrei forse dire rileggere, perché questi Pitard credo di averli già letti. Mi piace come scrive Simenon, mi è sempre piaciuto. Mi piace ascoltarlo, seguirlo, là dove mi vuole portare… Mi piace così tanto che ora smetto di scrivere e torno a leggerlo. Lo so che chi legge è sempre un po’ fesso, che leggere, in un certo senso, è tutto tempo perso. Ma chi ha detto che la cosa migliore da fare col tempo non sia proprio perderlo… “ [*]
[*] Lsds / 655