di Giuseppe Panella
[Il “convegno online” dedicato a Mario Pomilio si è concluso. Nel corso del convegno abbiamo tuttavia ricevuto ulteriori contributi, che volentieri pubblichiamo].
Ho conosciuto Mario Pomilio e ho avuto con lui un breve carteggio non molto tempo prima che morisse (non sono in grado di quantificare il tempo passato dalle ultime lettere che ci scambiammo ma è stato meno di sei mesi). Il suo indirizzo postale (ma all’epoca le mail non usavano) lo ebbi tramite suo figlio Tommaso Ottonieri che era a sua volta molto amico di un amico comune (è passato tanto tempo da allora).
Pomilio fu di una disponibilità assoluta e rispose con cura a tutte le mie domande sulla sua produzione saggistica che era stato il principale oggetto della mia richiesta di chiarimenti. Poi le lettere presero un’altra strada e lo interrogai più decisamente sulle fonti della sua ispirazione. In particolare gli chiesi quanto fosse stato influenzato dai romanzi di Simenon che non avevano come protagonista Maigret e la sua risposta, con grande mia soddisfazione, fu che il rapporto con lo scrittore francese era stato non indifferente e che l’atmosfera francese che aveva voluto riprodurre era la stessa (il riferimento era – come si può intuire – a Il testimone del 1956, il secondo romanzo pubblicato da Pomilio). Un’altra questione che affrontammo fu il suo rapporto di filiazione con la letteratura italiana che in parte respinse: i suoi saggi su Svevo e Pirandello come pure quelli su Verga (a proposito del quale aveva curato una raccolta di scritti di Luigi Capuana dedicati perlappunto a Verga e D’Annunzio) erano stati in alcuni casi i frutti di una ricerca realizzata per motivi accademici. Ma non si sentiva vicino a Pirandello e Verga, semmai ad alcuni scrittori francesi come Mauriac e Bernanos.
Leggi il seguito di questo post »
Tag: François Mauriac, Georges Bernanos, Georges Simenon, Giuseppe Panella, Mario Pomilio
Rispondi