Ultime musiche ascoltate

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Vintage Circus: Pinocchio

Vintage Circus: Pinocchio

di giuliomozzi

Lucia Ronchetti, Pinocchio, una storia parallela.

Gian Francesco Malipiero, Vivaldiana.

Gioacchino Rossini, Un petit train de plaisir.

Goffredo Petrassi, Ritratto di don Chisciotte.

Stefano Bonilauri, Doppio duo.

Armando Gentilucci, Nei quieti silenzi.

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10 Risposte to “Ultime musiche ascoltate”

  1. RobySan Says:

    John Dowland, Come again (un tantino estetizzante, però).
    Sylvius L. Weiss, Sonata V in G-dur (ci marcia un po’ con l’agogica, però).
    J. S. Bach, Fuga dalla BWV 1001 (straordinario, magistrale, faro).

    Mo’ vado a ascoltare qualcosa di più recente…

  2. RobySan Says:

    Federico Marchesano, Ho sognato Cape Cod, Sovraincisione di quattro bassi elettrici (Federico stesso)

    3quietmen&Stefano Battaglia, Kor.

    G. Ligeti, L’escalier du diable, Francesco Libetta (pf)

    e, per ciliegina:

    Robert Lockwood jr., Sweet home Chicago

  3. acabarra59 Says:

    “ Senza data [1962] – « Non arrossire quando ti guardo / ma ferma il tuo cuore / che trema per me. / Non aver paura / di darmi un bacio / ma stammi vicino / e scaccia i timor. / Il nostro amor / non potrà mai finire / stringiti a me / e poi lasciati andar. / No non temere / non indugiare / non si fa del male / se puro è l’amor. / Non arrossire / quando ti guardo / ma ferma il tuo cuore / che trema d’amor. » (Non arrossire, Giorgio Gaber, 1961) “. [*]
    [*] Lsds / 496

  4. gian marco griffi Says:

    Righeira, L’estate sta finendo.

  5. acabarra59 Says:

    “ Giovedì 5 settembre 2013 – L’estate sta finendo, la televisione, no. “ [*]
    [*] Lsds / 499

  6. RobySan Says:

    Gaber-Mogol-Pennati-Monti, Non arrossire, P. Magoni voce, F. Spinetti contrabbasso, M. Guerrini tenor sax (da “Musica nuda”). Interessante interpretazione nella quale, però, vi sono alcune accelerazioni la cui giustificazione musicale, almeno per ora, mi sfugge.

    (Oltre a quella di Gaber ci sono pure versioni di Renato Zero e Claudio Baglioni, ma – giacché non han lasciato perdere loro – lascio perdere io. Per dirla diversamente: cave canem!).

    Gian Marco, nipote scellerato, non inserisco un link a “Vamos a la playa” bensì a quella che Bruno Martino, l’autore, titolò Odio l’Estate e che è qui proposta da tal Michel Petrucciani (giusto per ricordare che la Grazia riposa dove crede).

  7. acabarra59 Says:

    “ 20 giugno 1994 – Odio l’estate. Ma l’estate se ne frega. Dice: « Chi disprezza, compra ». L’estate è sempre in vendita (c’è anche chi parla di dumping). “ [*]
    [*] Lsds / 500

  8. Giulio Mozzi Says:

    Odio l’estate, quando si accaparrano
    gli spazi dei commenti i quattro gatti
    che stanno senza ferie e vanno matti
    per la polemicuzza e la gazzarra;

    scrivessero, magari: no, scatarrano
    parole; fanno i superliquefatti
    artisti, e in ogni frase sono sciatti:
    ma grazie al cielo, amici, c’è Acabarra.

    Ci ha tutto un modo suo, garbato assai,
    di dire cose che non sai che c’entrano;
    e cita enciclopedico, e non sai

    se inventa o veramente ha letto tutto;
    ma poi i suoi motti arguti sempre centrano
    il punto, e ti divertono al postutto.

  9. acabarra59 Says:

    “ Martedì 30 settembre 2008 – « Benché non figuri nella casistica presa in esame da Jolles nella sua ricerca più conosciuta, sembra plausibile rivolgersi al diario come ad una forma semplice della scrittura. Riprendendo le movenze euristiche dello studioso olandese, si direbbe che nel diario la disposizione mentale dominante sia di stampo autoanalitico e si estrinsechi in un tempo marginale, in una sorta di sospensione della temporalità ufficiale: quasi un’occupazione vuota, a giudicare dalla incerta concretezza dei suoi riscontri; eppure tale negatività si rivela al postutto esemplare, il “ lavoro “ che le è proprio articolandosi in prossimità dell’origine stessa della scrittura, La preziosa semplicità del diario risiede per intero in questa sua vicinanza alla materialità (mnemonica e conoscitiva) dell’atto di scrittura, nella sua virtuale trasparenza e transitività, in prima approssimazione estranee a implicazioni d’ordine retorico e artistico. » (Filippo Secchieri, Oltre lo specchio. Dinamiche della scrittura diaristica, in «Strumenti critici», 116, gennaio 2008) “. [*] [**]
    [*] Lsds / 502
    [**] Tu me fais rougir, mon Jules.

  10. enrico ernst Says:

    Mah, il vecchio Jolles… quando gli dicevo di occuparsi di… musica…

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