[Le regole del nuovo gioco poetico sono qui].
Risposta alla Canzone dei baci del Cavalier Giovan Battista Marino, scritta da Mariella Prestante
I due testi affiancati in un pdf.
Che baci rapinosi,
al par degli animali
voi maschi da noi donne pretendete!
Sarete anche focosi,
avrete i genitali
bollenti, ma – by Jove! – non vi avvedete
che fate un’autorete?
Un vero bacio infonde
nella baciata intensi sentimenti,
quïeti godimenti:
non leziosi sospiri
da troia che deliri
e con tutte le membra fremebonde
vi sussurri parole invereconde!
Quella che voi cupida-
mente bramate vera
donna non è, bensì balocco o giostra:
e sarebbe suicida
colei che fosse fiera
d’essere quale voi tenete in mostra
dentro la mente vostra.
Le donne innamorate
voglion baci amorosi, non offese;
non vogliono esser “prese”;
non vogliono un mandingo
nel letto, né un vichingo:
voglion carezze, toccatine, e grate
son loro le attenzioni più garbate.
A noi donne è assai cara
– e con l’età si apprezza –
ogni cosa che porti al corpo pace:
la furia è voglia rara,
la tranquilla dolcezza
è ciò che a tutte per lo più ci piace;
e la donna sagace
sa ben cosa le giova,
sa che la fica dice sempre “ancora”:
non basta una mezz’ora,
ché sempre si ravviva;
e molto più giuliva
è quella in cui l’orgasmo si rinnova:
poco le piace un freddo Casanova.
Così non se la beve,
e lascia a voi un avviso:
se offrite amore, avrete pure il sesso;
se invece solo un breve
strapazzo da Narciso
che sol sé stesso cerca nell’amplesso
volete, be’: l’accesso
sarà vietato. Nasce
da un desiderio troppo fatuo e ingordo
quel modo sozzo e lordo
di far l’amor che chiede
il maschio che per prede
ci prende, e del piacer suo sol si pasce:
non ci diverte, e fa sentir bagasce.
Mio cavaliere, il cuore
prova un piacer soave
quando la bocca un’altra bocca sugge:
ma che sia per amore,
ma che sia per non prave
o vane voglie avuto e dato: fugge
(ché, sennò, si distrugge)
la donna chi pretende
il bacio e poi ciao-ciao, chi chiede e nega,
chi promette e rinnega,
chi la pretende amante
sottomessa adorante:
non è un buon bacio quello che ti svende
ad un che arraffa, toglie, e poi non rende.
Il modo tuo maliardo
di dir dei baci in modo
che il bacio paia un bene in sé, maschiaccio
ti svela; e a dir mi azzardo
che per i maschi brodo,
pur di baciar, fa tutto: il canovaccio
è noto, e non lo taccio.
E se una donna onesta
rifiuta un bacio indegno, se alle strette
si nega, tra le abbiette
la rigettate, voi
che ragionate coi
coglioni. Stia o non stia alla festa,
diva o puttana, sempre donna resta.
Diva o puttana, ho detto:
e poiché a voi conviene,
diva di giorno e molto santa sia
e puttana nel letto:
se una donna si attiene
a questo gioco, bene; sennò, via!
Maschia memoria oblia
presto la dipartita,
tanto di fiche Cornucopia versa
tal copia che se persa
una è, ci son le file.
Anche la donna è vile
purtroppo, e spesso a chi a baciar la invita
accorda il bacio, per avere vita.
Ma chiudo la mia bocca,
sennò mi sa che sbrocca.
Marino, non parlar più mai di baci:
e se vuoi farti amar, ti prego: taci.
1 aprile 2015 alle 12:28
“ 24 febbraio 1985 – Si chiama « Mario » (il marito devoto). Ma lei (l’ex mannequin) lo chiama « Mamo ». (Che cos’è un bacio? Un apostrofo rosa fra le parole m’amo) “ [*] [*]
[*] Prestante, la Prestante.
[**] La s-formazione dello scrittore / 256