[Questa è la tredicesima puntata della rubrica del martedì, dedicata alla formazione di fumettiste e fumettisti. La rubrica è a cura di Matteo Bussola. Ringraziamo Andrea per la disponibilità. gm].
Mi contatta Matteo Bussola.
Dice che vorrebbe un mio scritto, mi manda un link perché veda di che si tratta.
Sostanzialmente mi chiede di dire cosa è importante in questo lavoro, ovvero cosa è importante PER ME.
La forma mentis, è importante.
Non sentirsi bravi, è importante.
La narrazione, è importante.
Un fumettista, come uno sceneggiatore, come un regista, come un attore, è al servizio della storia.
Non dell’Arte, non dell’applauso, non del proprio ego; della storia da raccontare.
Non ci sarebbe bisogno di scrivere altro, il mio intervento potrebbe finire qui.
Bussola però non sarebbe contento di questo ermetismo, e poi Fabio Celoni ha scritto molto di più.
Ti credo, Fabio Celoni è molto più bravo di me.
Ho imparato moltissimo guardando certi suoi disegni.
Ecco, per esempio, se io fossi convinto di essere più bravo degli altri non riuscirei ad imparare da loro.
Avere una certa consapevolezza circa i propri limiti è un trucco per migliorarsi.
La certezza matematica di essere perfettibile non è un legame, è una fionda, ti catapulta in uno stato di perenne capacità d’apprendimento.
Ti lancia lontano, dove da solo non saresti arrivato.
È la gioia di imparare da tutto e da tutti.
I presuntuosi, poveretti, non ce l’hanno, e continuano a dibattersi in una pozzanghera autoreferenziale ripetendosi a gran voce “io sono un Artista, non vengo abbastanza apprezzato”.
In questo modo non crescono, si nutrono del loro stesso sapere e di nient’altro.
Il mondo dei fumetti ne è pieno.
Anche senza fumetti, il mondo ne è pieno.
Ho ascoltato inerme decine, centinaia di polemiche di disegnatori che hanno presentato le prove in Bonelli e che sono stati messi in discussione o scartati.
Ognuno di loro non ha il benché minimo dubbio sul fatto di essere stato vittima di un’ingiustizia.
Ecco, vorrei raccontare il mio percorso, a titolo d’esempio.
Quando nel 1994 mi proposi in Bonelli e realizzai le mie tavole di prova per Nathan Never, queste furono bocciate.
Insomma, nonostante i miei disegni generici fatti di illustrazioni di supereroi inizialmente fossero piaciuti, le tavole realizzate su sceneggiatura non convinsero troppo il curatore, che era Antonio Serra, il quale al telefono mi disse che non andavano bene. Chiesi di motivare, allo scopo di colmare le mie lacune.
Per quindici minuti Antonio mi dettagliò tutti i miei errori.
Ed io per quindici minuti, presi appunti. Veloce, perché Antonio quando parla corre.
Presi appunti senza dire: “No, qui ero di fretta… No, questo però era spiegato male… Eh, se è per questo, quante cose peggiori di questa vedo pubblicate… E Pinco, allora? E Pallino, che è peggio di me? Se lo fanno loro va bene, mentre se lo faccio io no? Ma lo sai almeno chi io sia?”
Non dissi nulla di questo. Non lo pensai nemmeno. Per quindici minuti presi appunti.
E poi ringraziai.
Perché fu una buona lezione, e in quel quarto d’ora in interurbana imparai a raccontare un po’ meglio.
Alla fine Serra (che è una volpe) intuì qualcosa, e mi domandò se ero disposto a fare delle correzioni.
Accettai, ringraziai, disegnai, e le mandai.
E pubblicai.
Per 21 anni.
28 storie.
3.300 tavole.
Oggi ho cinquantun anni e ancora ascolto chi mi offre consigli, chiamo Maestro chi può insegnarmi qualcosa, anche se giovane.
Apprendo, se possibile, da tutti, convinto che molti siano più bravi di me.
Felice di questo.
E non fingo, macerandomi internamente, nossignore: io realmente, non mi offendo. Mai.
Valuto ed imparo. Da tutti. Anche da chi non mi piace.
Anzi, da loro imparo di più.
E così miglioro.
E, soprattutto, lavoro.
Non sono un Artista, sono un artigiano.
“Ma chi decide cosa è arte e cosa è artigianato?”
a) La risposta pragmatica è: “Il mercato, lo decide”.
b) La risposta oggettiva è: “Il vocabolario, lo decide”.
c) La risposta soggettiva è: “Il gusto del lettore, lo decide”.
Dipende dai punti di vista, non ne esiste uno univoco nemmeno in medicina, figuriamoci per un argomento così pieno di variabili e di eccezioni.
Fondamentalmente però, direi che se ti provoca emozione, se sposta qualcosa nella Storia dell’Arte, se crea un precedente, se traccia un solco che altri seguiranno, l’artigianato diventa Arte.
Insomma, lo decidono coloro i quali ci seguiranno in futuro nel percorso artistico (in caso ce ne fossero, beninteso), non lo decidiamo noi, tantomeno oggi.
Mettiamoci l’anima in pace, perché anche se fosse lo sapremmo dopo molti anni.
Perdere tutto quel tempo ad aspettare una conferma non ha senso, il lavoro vuole tempi veloci, certezze attuali e compensi economici a breve giro di posta.
Siamo artigiani, fino a futura prova contraria che certificherà se siamo o non siamo stati Artisti.
Qualora ne fossimo attualmente convinti, saremmo già dei pessimi narratori, tutti presi dal pensiero di appartenere all’Arte e agli applausi, piuttosto che di essere al servizio della storia.
E quindi, due punti e a capo:
La forma mentis, è importante.
Non sentirsi bravi, è importante.
La narrazione, è importante.
Siamo al servizio della storia da raccontare.
Cos’è, avete un déjà vu? Sono le cose che ho già scritto prima?
Lo so, l’avevo detto, non c’era bisogno di scrivere altro.
Ora Bussola sarà contento, le righe sono abbastanza, e il mio intervento può finire qui.
Grazie per aver letto questo mio scritto, spero vi possa essere utile in futuro.
Siate felici di essere bravi artigiani della narrazione, disinvolti ma profondamente impegnati.
Riuscire in questo è una fortunata rarità.
In qualche modo, è un’arte.
Andrea Cascioli nasce a Roma il 26 Marzo 1964. All’età di dieci anni rimane colpito dalle tavole di Giovanni Ticci ed inizia ad interessarsi al fumetto ed al disegno. Durante l’adolescenza, sino all’età di sedici anni, passa le sue giornate a disegnare, acquisendo come autodidatta una tecnica personalissima. In quegli anni s’interessa a talmente tanti Autori differenti tra loro che il suo stile viene arricchito senza risultare mai influenzato in un’unica direzione, in un miscuglio grafico e culturale assolutamente armonioso che aiuterà l’Autore a creare le basi della sua successiva vita artistica: l’equilibrio tra l’Arte pura e le motivazioni commerciali che spesso la sostengono.
Nel 1980 a completare questo equilibrio nella sua visione artistica interviene la musica: infatti da quell’anno e sino al 1992 intraprende una carriera radiofonica che lo vede professionalmente impegnato per dodici anni nel doppio ruolo di speaker (in ventitré emittenti radiofoniche) e di direttore artistico (in tredici di esse).
Sono anni veramente molto produttivi, anche per via del fatto che Andrea dorme al massimo tre-quattro ore, abitudine che nell’ambiente del lavoro gli vale il soprannome di “Night & Day” (soprannome che oggi ritroviamo nella grafica della sua firma). A completamento della propria esperienza musicale, dal 1988 al 1990 Andrea Cascioli è anche comproprietario di Radio Onda Blu e successivamente di una sala di registrazione, Midi Work Station, che gestisce fino al 1992 con il ruolo di direttore musicale e di doppiaggio.
Nel 1992 abbandona il mondo della radio e della musica per ritornare al suo vecchio amore: ricomincia a disegnare dopo dodici anni di pausa.
Nel 1994 presenta le proprie prove in Bonelli: nello stesso anno realizza Terra, pubblicata l’anno seguente come la prima graphic novel di Nathan Never, colorata pittoricamente dallo stesso Cascioli.
Dal settembre 1998 è docente della Scuola Internazionale di Comics presso la sede di Roma, un ruolo che svolge sino alla fine del 1999, quando il ritorno sulla serie regolare di Nathan Never gli impone di interrompere il impegno con gli allievi.
Torna ad insegnare per la Comunità Europea nel 2006 come docente di un Corso Superiore di Cinema d’Animazione nel ruolo di docente di storyboard per Ma.Gi.Ca.
Dal 1994 ad oggi ha lavorato ininterrottamente per Sergio Bonelli Editore, affermandosi tra i disegnatori più produttivi e rappresentativi di Nathan Never con oltre 3200 tavole realizzate e ventotto storie al proprio attivo.
Tra le sue storie più amate dai lettori, spiccano la toccante L’anima della città e la storia della morte di Aristotele Skotos.
Nel dicembre 2003 il sito Ayaaak! ha votato questo lavoro come Migliore Storia dell’anno.
Nel 2009 sullo stesso sito Andrea Cascioli è risultato il disegnatore italiano più produttivo di quell’anno, con oltre 560 tavole pubblicate solo nel 2009.
Tag: Andrea Cascioli, Antonio Serra, Fabio Celoni, Giovanni Ticci, Matteo Bussola
3 febbraio 2015 alle 11:34
[…] E’ in linea una nuova puntata de La Formazione del Fumettista. Leggetela facendo click qui. […]
3 febbraio 2015 alle 15:22
Caro Andrea, questo tuo pezzo mi ha commosso. Altro non trovo per commentare il senso di autentica ammirazione che mi ha provocato. E bada, io i fumetti non li pratico per nulla, ma questo conferma la validità e l’assunto del tuo scritto.
Infine, e fuori dai denti: finalmente qualcuno che non ha il terrore di parlare di “forma mentis”.
3 febbraio 2015 alle 16:17
Un manifesto da ‘Artista’, ironico e istruttivo. Bello!
4 febbraio 2015 alle 09:23
una grande capacità narrativa e di sintesi. Complimenti, Andrea. Ti si legge con immenso piacere.
Ma a volte, la “fabbrica delle storie” è proprio una “fabbrica”, con standard, stereotipi, schemi prefabbricati, alienazione… e dietro… chi c’è?…
le storie come storie “anonime” a volte rischiano di essere “prodotti senz’anima”, senza un “volto” dietro…
mi capita di non cercare le “storie” (questi prodotti imbullonati) ma il calore umano che posso ravvisarvi… l’esigenza personale e ineludibile che vi leggo attraverso…