Disabilità e valore

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di Marco Candida

[Giovedì 6 novembre ho fatto una lettura per l’inaugurazione dell’Ufficio Disability Manager nel Comune di Alessandria. Prima di cominciare a leggere, ho fatto una breve introduzione. mc]

La letteratura è un fiorire di personaggi disabili. Pensiamo al Capitano Achab del Moby Dick. A Quasimodo di Victor Hugo. A Long John Silver dell’Isola del tesoro di Robert Louis Stevenson. A Riccardo III di Shakespeare. Si potrebbe fare un excursus molto corposo e analizzare come la letteratura rappresenti la disabilità nei secoli. A me, prima di venire qui oggi, è venuto, però, un semplice pensiero, e prima di cominciare a leggere, vorrei dirlo.

Perché ci sia una storia è necessario un conflitto. Un personaggio vuole una cosa, un altro personaggio vuole la stessa cosa, i due entrano in conflitto e si ha una storia. Renzo Tramaglino vuole Lucia. Don Rodrigo vuole Lucia. Ed ecco I promessi sposi. Si potrebbero schematizzare così moltissime storie, anche quelle apparentemente più complesse.

Però, una storia può essere pensata anche come una situazione di inadeguatezza. Pensiamo alla figura dell’eroe. Un cavaliere è dotato di abilità. Vuole salvare la donna amata. Supera prove su prove dimostrando ogni volta un’abilità. Il cavaliere affronta un drago volante che sputa fiamme. S’inoltra in un bosco con gli alberi che si muovono. Supera sabbie mobili. Ogni volta, grazie allo scudo o alla spada affilata, a volte grazie alla polvere magica in una bisaccia o all’arguzia, il cavaliere supera la prova, dimostra la sua abilità.
Pensiamo all’eroe più grande. Superman: un supereroe con superpoteri. Superman vola. Superman ha il superudito e la supervista. Superman può essere più veloce delle luce. Superman può sparare raggi laser con gli occhi. Il suo fiato può ghiacciare cose.

Mi viene in mente il film Superman III con Christopher Reeve e Richard Pryor. In una scena del film una centrale nucleare si surriscalda. Sta per esplodere. Gli addetti abbandonano la centrale. La popolazione è nel caos. I pompieri non bastano. La situazione è disperata. Arriva Superman. Superman vola più veloce della luce a chilometri e chilometri di distanza. Si ferma sulla riva di un lago. Soffia sulla superficie del lago. Ghiaccia lo specchio d’acqua. Poi con la sua superforza solleva il lago ghiacciato e ritorna più veloce della luce nell’area della centrale atomica. Lascia cadere il lago ghiacciato. La centrale si raffredda. L’umanità è salva. Pensiamo a un’altra scena. Dal film Superman II. Lois Lane, la donna amata da Clark Kent, ci lascia le penne in un incidente automobilistico. Nemmeno Superman può riportare in vita i morti. Così, disperato, Superman vola più veloce della luce fuori dall’atmosfera terrestre e gira attorno al Pianeta Terra così veloce da costringere lo spazio-tempo a riavvolgersi su se stesso. Spazio, tempo e materia si riavvolgono come un nastro in un video registratore. Il camion che ha colpito l’automobile di Lois Lane si muove in senso inverso allontanandosi dall’automobile. I frantumi del parabrezza si ricompongono. Le ammaccature della carrozzeria si stirano e scompaiono. Loris Lane è salva.

Che cosa ci mostrano questi episodi? Superman, per risolvere la situazione, è costretto a escogitare uno stratagemma. Deve trovare un modo per impiegare al meglio i suoi superpoteri. Ai fumettisti di Superman non interessa proprio niente di mettere in scena un personaggio che dotato di superpoteri arrivi e dimostri la sua abilità risolvendo problemi là dove tutti sono disperati e annaspano. Non sarebbe simpatico. Non acchiapperebbe. Che cosa conta? Che cosa ci fa identificare con Superman? La situazione di inadeguatezza e la strategia per cavarsene fuori. Questo ci fa percepire valore. L’inadeguatezza e come riusciamo a superare l’inadeguatezza. Questo permette di essere eroici o semplicemente ci fa venir voglia di pensare: “Bravo”.

I disabili davanti hanno molti ostacoli. Questo li rende valorosi. Tra l’altro, se si può dimostrare valore per i gesti più ordinari, vuol dire che anche questi piccoli gesti, in fondo, hanno valore. Grande valore.

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7 Risposte to “Disabilità e valore”

  1. pensierifusi Says:

    Mi è piaciuto molto il tuo articolo! Io lavoro con una ragazza di 15 anni tetraplegica. La trovo una persona molto valorosa perché nonostante sia bloccata nel suo corpo (soffre tanto, la sua spina dorsale non è dove dovrebbe essere) e non potendo nemmeno esprimersi con la voce lei affronta ogni giorno con il sorriso. Quando lei sorride, il mondo intero sorride. Non so come spiegarlo, un sorriso suo vale 100 sorrisi miei. E tutte le nostre lamentele cadono nel nulla di fronte ad una vita così difficile e ingiusta.
    Ho lavorato anche in un Anffas, come dico a tutti, l’esperienza più bella della mia vita!

  2. davide Says:

    ehm,non per far il pignolo,ma la bella donna di clark kent/Superman si chiamava Lois Lane(Loris come sopra è nome da uomo,e ,negli Usa,manco noto)

  3. acabarra59 Says:

    “ 26 ottobre 1990 – « New York – Dopo più di 50 anni si schermaglie amorose, Clark Kent – alias Superman – perde i poteri sovrannaturali, cede le armi e sposa Lois Lane. » (Dai giornali) “ [*]
    [*] La s-formazione dello scrittore / 79

  4. marcocandida Says:

    No no, Davide, hai fatto bene.

  5. danidabe Says:

    Grazie Marco per il tuo intervento di ieri, profondo e azzeccato, in un argomento dove è facile andare fuori tema o urtare sensibilità. Hai colto in pieno il significato della disabilità, siamo tutti disabili nel momento in cui ci confrontiamo con situazioni molto più grandi di noi, ciechi se vogliamo osservare stelle e pianeti a occhio nudo. Speriamo di ascoltare presto altre tue letture.

  6. dm Says:

    Dare valore ai piccoli gesti grazie alla forza d’animo di chi per compierli ci mette tutto se stesso, ecco mi sembra una dichiarazione d’intenti letteraria di grande importanza.

  7. marcocandida Says:

    Pensierifusi, non stento a credere che questo genere di esperienze diano soddisfazioni. Acabarra59, stavolta non ho capito. Daniela, grazie. Per il tuo ciclo mi vengono in mente i nomi di Alessandra Sarchi e Barbara Garlaschelli. Daniele, il minimalismo è una corrente letteraria che fa notare al lettore quanto le piccole storie siano grandi tesori, lezioni universali. Le storie grandi e lontane da noi, invece, se buone storie, riescono a farci pensare, in fin dei conti, alle cose del nostro quotidiano, a insegnarci qualcosa di piccolo e utile anche a noi.

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