Mercoledì 5 novembre comincerà qui in vibrisse (e proseguirà per tanti – spero – mercoledì) la rubrica dedicata alla formazione dell’insegnante di lettere. Prima ospite sarà Deborah Donato, ben nota ai lettori di vibrisse per i suoi utili interventi nelle discussioni (di didattica, e non solo). Le signore insegnanti e i signori insegnanti che volessero partecipare possono spedire il loro articolo al sottoscritto, mettendo nell’oggetto le parole “La formazione dell’insegnante di lettere”. Grazie. gm
31 ottobre 2014 alle 09:57
L’ha ribloggato su orlando furiosoe ha commentato:
Prendete carta e penna. Giorno 5 novembre avrò l’onore di inaugurare una nuova rubrica di vibrisse. Si parlerà della formazione dell’insegnante di lettere e ringrazio Giulio Mozzi per avere sentito il bisogno, accanto alle rubriche La formazione dello scrittore/della scrittrice/del fumettista, di approfondire anche la nostra Bildung. Mi pare una bella scommessa in un paese che riconosce una bassissima dignità al lavoro docente.
31 ottobre 2014 alle 10:07
“ 11 novembre 1986 – Il professor Beccaria, presentando il libro Minora praemunt, sull’insegnamento della letteratura nella scuola, rievoca il tempo in cui la medesima « funzionava » in virtù del primato a lei attribuito fra tutte le materie, proprio in quanto « cosa che non serve a niente ». L’egregio sente d’intorno il tanfo dell’utilitarismo e quindi ha ragione, ma anche torto. Poiché anche le canzonette, gli sketches, gli spot, i telefilm, le partite « non servono a niente ». Ma piacciono. La letteratura, invece. “. [*]
[*] La s-formazione dello scrittore / 63
31 ottobre 2014 alle 10:24
Grazie alle dodici persone che mi hanno avvisato – in privato – dell’errore di data. Non mercoledì 8 novembre, ma mercoledì 5 novembre si comincia. L’anno, salvo errori, dovrebbe essere il 3561.
31 ottobre 2014 alle 11:58
Ah! Allora c’è tempo!
31 ottobre 2014 alle 12:02
3561, perbacco il 1700mo anniversario dell’Unità d’Italia: gli Italiani saranno ben fatti, a quel punto.
31 ottobre 2014 alle 13:03
Esprimo un desiderio di possibile lettore dei testi pubblicati in questa rubrica.
Mi piacerebbe che, oltre agli studi agli incontri e alle letture attestanti la preparazione culturale, venisse fuori anche da dove il docente in gamba ha imparato a insegnare, o magari chi gli ha insegnato ad insegnare, come questa cosa, l’insegnamento, che a parità di saperi e competenze a alcuni riesce e ad altri mica, è venuta a far parte del carattere, della forma mentale e magari anche del corpo (docente?).
Ciao, grazie.
31 ottobre 2014 alle 14:10
dm, è un’ottima prospettiva.
31 ottobre 2014 alle 15:15
“ Lunedì 4 giugno 2001 – Dice la zia Aristodema che il poeta Sinisgalli insegnava l’italiano alla serva straniera: « Il melo, la mela… il pero, la pera… il fico, la fica… ». Ne deduco che le zie, cioè le donne, ascoltano i poeti solo quando credono che si parli di loro. “. [*]
[*] La s-formazione dello scrittore / 64
31 ottobre 2014 alle 15:18
“ Lunedì 4 giugno 2001 – Dice la zia Aristodema che il poeta Sinisgalli insegnava l’italiano alla serva straniera: « Il melo, la mela… il pero, la pera… il fico, la fica… ». Ne deduco che le zie, cioè le donne, ascoltano i poeti solo quando credono che si parli di loro. “. [*]
[*] La s-formazione dello scrittore / 64 [**
[**] Il dio della pudicizia ha voluto punirmi. Pietà per un povero satiro…
31 ottobre 2014 alle 15:22
(Ah, acabarra, ma vuoi dire il dio della pudicizia in te. : – D)
1 novembre 2014 alle 08:30
“ Giovedì 8 febbraio 2001 – Nel giorno della presentazione della riforma della scuola – quella secondo la quale per il giornale (sempre il solito) c’è una « Rivoluzione tra i banchi / la matematica è regina » -, per una curiosa coincidenza trovo in una rivista di sessant’anni fa un anonimo appunto dattiloscritto che mi pare divertente riportare per intero: « Italiano – Avvertenze – Letture. Destare l’interesse dell’alunno per la lettura, è quanto soprattutto occorre proporsi nell’insegnamento dell’italiano. L’antologia e la biblioteca di classe dovranno pertanto appagare e sostenere quell’amore per il mondo dell’arte e della cultura, che nel giovinetto si annuncia per lo più con l’accendersi della fantasia. Prose d’arte, quindi, e poesie, nelle quali si componga e si riveli la vita della nostra epoca in tutte le sue manifestazioni, e nelle quali il mondo familiare dei giovinetti si chiarisca e si armonizzi. Alcune delle più grandi figure della nostra tradizione storica, letteraria, si rivivranno nella sensibilità dei nostri scrittori moderni. I passi saranno scelti coll’intento di guidare i ragazzi, gradualmente, ma sicuramente, al sentimento della lingua come poesia. Fra gli autori stranieri figureranno i grandi scrittori per l’infanzia e la giovinezza, in buone e agili traduzioni, e, in alcuni casi, in opportune parafrasi. L’antologia, unica per i primi due anni, sarà ordinata in modo che nel primo anno la scelta cada prevalentemente su autori italiani, e conterrà brevissime notizie per ciascun autore. Note e commenti saranno sempre informati a sobrietà, giacché l’antologia deve risultare vasta, ma non pesante e prolissa. L’esercizio della memoria deve avere parte notevole in questa scuola. ». “. [*]
[*] La s-formazione dello scrittore / 65
1 novembre 2014 alle 22:44
Chi fosse interessato all’originale…
(L’originale citato da Acabarra, naturalmente).