di giuliomozzi
Sono le sei di mattina. Sono davanti al cancello di casa e aspetto un taxi. Il taxi arriva.
Non ho ancora chiuso la porta che riconosco la voce distorta, moltiplicata e straniata del bambino in Gesang der Jünglinge im Feuerofen di Karlheinz Stockhausen.
Do l’indirizzo.
Prima di partire il tassista allunga la mano destra sul cruscotto, abolisce Stockhausen e passa a una radio di liscio.
“Ma non avevate una sponsorizzazione con una radio commerciale?”, dico.
“Me ne frego della sponsorizzazione”, dice il tassista. “Che musica si sente in questo taxi lo decido io”.
“In questo caso”, dico, “le dirò che a me Stockhausen andava benissimo”.
“Lei conosce il Gesang der Jünglinge im Feuerofen?”, dice il tassista.
“Naturale”, dico. “E’ un capolavoro della musica del nostro tempo”.
“Complimenti”, dice il tassista. “Tuttavia, sulla base della mia lunga esperienza, so che la maggioranza dei clienti preferisce il liscio”.
“Non ne dubito”, dico. “Tuttavia, a me il liscio fa cagare”.
“Lei appartiene a una ristretta minoranza”, dice il tassista. “Non può pretendere di imporre i suoi gusti a tutti”.
“Non pretendo di imporre Stockhausen a tutti”, dico. “Dico solo che se a lei fa piacere ascoltare Stockhausen, fa piacere anche a me”.
“Ma io non devo far piacere a lei”, dice il tassista. “Devo soddisfare le esigenze del cliente medio”.
“Mah”, dico. “A me pare che qui siamo lei ed io”.
“Se vuole un trattamento personalizzato”, dice il tassista, “deve pagarlo a parte”.
“Mi faccia capire”, dico. “Lei ascolta Stockhausen per suo diletto; salgo io e mette su il liscio; la invito a rimettere su Stockhausen; e lei mi dice che devo pagare per questo”.
“Sì”, dice il tassista. “Anche perché a me Stockhausen, sarà anche un grande, ma mi fa cagare”.
“E allora perché lo mette su?”, dico.
“Si trova sempre l’allocco che paga per le cose più strane”, dice il tassista. “E più sono strane, più pagano”.
30 settembre 2014 alle 16:05
ehehe bellissimo!
30 settembre 2014 alle 16:36
‘Sto tassista non è un tassista medio. Però è stronzo uguale.
30 settembre 2014 alle 16:56
“ 24 maggio 1994 – « Ho conosciuto Michel Butor, tipo di dandy, autore del libretto Votre Faust di Pousseur, musicista assai considerato sul piano internazionale dalle giovani leve, intenzionato a liberarsi dall’astrazione a favore dei dati fenomenologici della percezione. Butor dice che “ ogni tanto si sorprende a canticchiare Stockhausen “. Come faccia lo sa Dio. » (Luciano Chailly, Taccuino segreto di un musicista, 1974) “. [*]
[*] La s-formazione dello scrittore / 20
30 settembre 2014 alle 20:29
questo ha una dialettica schiacciante mi piace di più
30 settembre 2014 alle 21:03
anche se è più stronzo lo preferisco all’altro. detesto gli ignavi
1 ottobre 2014 alle 15:37
La logica di questo tassista non fa una grinza. Ma è la differenza tra le due logiche ( quella del passeggero e quella del tassista) che danno luogo al conflitto narrativo. Quella del passeggero è centrata sul piacere, quella del tassista sull’interesse. Ci si può costruire su una storia con ulteriori sviluppi tipo: il passeggero accetta di pagare ma impone oltre a Stockhausen altra musica sul genere dodecafonica. Si fa condurre ad libitum in mezzo alle strade della città finchè il tassista non stramazza al suolo in modo che il passeggero possa richiedere i danni per mancato rispetto delle regole d’ingaggio. E così via con altre angherie e soprusi. Giusto perchè ogni tanto la minoranza abbia il diritto di rivendicare i suoi gusti sulla maggioranza bovina.
1 ottobre 2014 alle 15:42
Venne raggiunto un compromesso per il quale, contro un modesto sovrapprezzo, ci si sintonizzò su Radio Darmstadt.
(canticchiare Stockhausen è certo più diffcile che fischiettare Maderna: schiatto d’invidia!)
1 ottobre 2014 alle 15:58
Questo mi piace di più. Ma è strettamente connesso all’altro. Voglio dire, mi piace più questo perché prima ho letto l’altro. Almeno credo.