
di Andrea Pazienza
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Tag: Andrea Pazienza
This entry was posted on 15 agosto 2014 at 07:23 and is filed under Archivio giulio mozzi. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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15 agosto 2014 alle 07:55
🙂
15 agosto 2014 alle 07:56
“ Lunedì 5 gennaio 1998 – « E messi in un vasel ch’ad ogni vento ». Ieri sera, parlandone, ero convinto che il verso di Dante fosse « E messi in un vasel che sanza vento ». Stamani, dopo verifica, mi convinco che avevo torto. Però penso che quel « sanza vento » non era malaccio, considerato il successivo « voler » (« Per mare andasse al voler vostro e mio »), cioè il tipo di propulsione di cui si parla. Che una barca, un vascello, un « vasel » navighi per pura forza di volontà anzi di desiderio anzi di immaginazione anzi di poesia mi sembra ancora carino, anzi miracoloso, anzi magico. (La nota dell’edizione Einaudi dice che l’imbarcazione del sonetto dantesco è quella del mago Merlino del ciclo arturiano) (Nella nota c’è anche un brano tratto dall’anonimo Mare amoroso in cui si legge « sanza remi e sanza vela ») “.
15 agosto 2014 alle 09:20
“ Lunedì 12 gennaio 1998 – Fa piacere anche, rileggendo le Lezioni americane, scoprire che nella prima, quella sulla « Leggerezza », Calvino cita il sonetto di Cavalcanti Biltà di donna e di saccente core soffermandosi a lungo sul verso che dice: « e bianca neve scender senza venti ». Fa piacere perché è una « simpatica » coincidenza. (« Coincidenza con il morto »: sembra il titolo di un giallo Mondadori) “.
15 agosto 2014 alle 11:12
che bella!…
@acabarra59 (“acabarrafiftynine”, all’americana)… come faremmo senza di te!…