[Le regole del gioco sono qui].
È là. Se ne sta immobile
in punta allo scaffale,
possente come un monito,
dal tempo liceale:
quando disperatissimo
era lo studio, e tutto
il mondo stava là,
rinchiuso nelle pagine
percorse mille volte;
e posti sugli alti argini
quali feroci scolte
i libri, innumerevoli,
respingevano il brutto
che c’è nell’aldiquà.
O Rocci, o memorabile
pesantissimo tomo
che ereditai dall’avolo
cattedratico in Como:
fosti tu il fedelissimo
defensor vitae meae;
tu mi salvasti, tu
dai vuoti e dagli spasimi
della mia adolescenza,
formandomi e istruendomi
nella più dura scienza:
πίνω, πίπτω, πυνθάνομαι…
Oggi ci ho un bell’Isee,
e il merito l’hai tu.
17 luglio 2014 alle 11:28
Il Rocci importante come Napoleone? Di più, credo.
17 luglio 2014 alle 13:45
E dopo aver letto “Rocci” – riflesso condizionato – invece che “Prestante” ho letto “pesante”!
17 luglio 2014 alle 13:57
Il Rocci… gasp!
17 luglio 2014 alle 16:59
il mio ora è rilegato con una stoffa a fiori di una mia gonna di allora
18 luglio 2014 alle 08:43
E il Georges Calonghi Badellino? Due volumi con la copertina nera pesanti una tonnellata l’uno? Nessuno scrive una poesia su di lui?
18 luglio 2014 alle 09:05
Io ho un vocabolarietto “Italiano-Greco antico” che più tascabile di così non si può. Non mi riesce nemmeno di cavarci un verso tutt’intero.
18 luglio 2014 alle 11:50
Tra parentesi: se uno avesse un Calonghi in buone condizioni da dar via, io sono qui.
18 luglio 2014 alle 12:13
Io ce l’ho ma non lo do via di sicuro!
18 luglio 2014 alle 14:29
Eh, immagino.
18 luglio 2014 alle 14:38
Oh quante volte a Tacito
accostandomi inerte
invocai il Campanini –
Carboni e allora aperte
quelle fruscianti pagine
m’assalse il sovvenir!
18 luglio 2014 alle 18:43
Giace la pia col tremulo…
(una poesia erotica di Alessandro Manzoni, ovvero: Ruby e l’innocente Silvio)