[Le regole del gioco sono qui].
Valeva ottanta euro al negozio
costava meno fra tutte,
il commesso mi disse:
«È più rustica d’un mulo
a lungo andare farà male il culo».
Per montarla due ore
adunco e vigile sul libretto istruzioni
ma alla fine un vero
cavallo dentro alla stanza più larga,
è nera e fiera, è dunque una cavalla
la bici ferma.
Ma… ferma?
Cavalca affronta territori e
ere geologiche e
percorsi del karma.
In sudorazione mi muovo
attraverso il tempo per mari
e monti nei regni del Gran Khan
in una calma d’ospedale nel silenzio nero.
Dove vado a cavalcioni sul
bestione di viti e molle,
dove vado solo dio lo sa
quando lo incontro a metà strada
per un infarto cardiaco.
Non perdo calorie
e non guadagno linea.
È una pedalata
di sfogo
dell’immaginario.
Vado lontano,
vado sano non vado piano.
Cerco praterie che non sono idiozie,
cerco gravami da sbrogliare.
Alla fine scendo e
sempre la brutta sensazione
che il commesso ci aveva ragione
scendo dal mulo e penso
a lungo andare farà male il culo…
Tag: Daniele Muriano
2 luglio 2014 alle 08:28
Un’ippogrifo praticamente, ma cambia la sella
4 luglio 2014 alle 16:38
Ippogrifo? Ma no, no… Qui siamo nella Provincia.
12 luglio 2014 alle 08:46
la bici ferma è un titolo molto bello. o per lo meno a me piaceva.
non capisco perchè poi nell’elenco per stanze diventa ‘la cyclette’
12 luglio 2014 alle 09:28
Per la stessa ragione per cui il “coso” di Mariella Prestante diventa “Il vibratore”. L’indice per stanze è un indice che vuole far identificare gli oggetti. (“La bici ferma” è effettivamente un bel titolo).
12 luglio 2014 alle 11:24
In effetti un indice così scritto è utile, riempie gli spazi dell’immaginazione molto bene. E’ pur vero che, in questo caso, scioglie da subito l’ambiguità bicicletta/cyclette e toglie un po’ di effetto alla composizione (ma la composizione è quel che è).
Nel caso de “L’uomo morto” di Mix, ad esempio, un titolo più preciso e referenziale avrebbe avrebbe tolto un bel po’ alla composizione.