di giuliomozzi
Sono a Palermo. Sono le dieci di sera. Sto rientrando al b&b dove alloggio, dalle parti delle Poste centrali. Sento una voce maschile chiamare:
“Giulio!”.
Mi volto.
Vedo un tipo sconosciuto, alto e magro.
“Giulio?”, dice il tipo alto e magro, un po’ esitante.
Lo guardo bene. Proprio non lo riconosco.
“Giulio…”, dice il tipo alto e magro, molto esitante.
“Mi chiamo Giulio”, dico.
“Giulio?”, dice il tipo.
“Sì”, dico. “Mi chiamo Giulio”.
“Sì, ma non è il mio”, dice il tipo alto e magro.
“Una coincidenza”, dico.
“Un caso”, dice il tipo alto e magro.
“Lei sarebbe stato contento di trovare il suo Giulio?”, dico.
“Sì”, dice il tipo alto e magro. “Ma non è lei”.
“Mi spiace”, dico.
“Pazienza”, dice il tipo alto e magro.
“Succede”, dico.
“Ma lei davvero si chiama Giulio?”, dice il tipo alto e magro.
“Sì”, dico.
“Però non è di Palermo”, dice il tipo alto e magro.
“Non sono di Palermo”, dico.
“Neanche il mio”, dice il tipo alto e magro.
“Ma un sacco di gente non è di Palermo”, dico.
“E’ vero”, dice il tipo alto e magro.
Ci guardiamo un po’, quasi imbarazzati.
“Le avrebbe fatto piacere”, dico, “incontrare il suo Giulio?”.
“E come no”, dice il tipo alto e magro. “Mi deve ottocento euro”.
2 marzo 2014 alle 11:52
Forse è a quell’altro Giulio che non avrebbe fatto poi tanto piacere incontrarlo!
4 marzo 2014 alle 18:47
Meno male che non eri quel Giulio…..
7 marzo 2014 alle 12:03
Tolta un po’ d’ironia potrebbe essere un dialogo di Hemingway…