[…] D.: E’ vero che desidera guidare un corso di omiletica nei seminari?
R.: Ci terrei moltissimo! Quasi tutte le domeniche ascolto omelie che sembrano copiate da La palestra del clero. Sono prevedibili, altrimenti presentano spesso contenuti in modo disordinato. Ci sono dei sacerdoti con talento naturale e una forte capacità comunicativa ma in genere la predicazione nelle chiese presenta un livello basso. Bisogna dire che è un lavoro non facile, sul quale incombe il pericolo della routine e per questo il commento alle letture scade spesso nel moralismo. […]
Leggi tutta l’intervista di Chiara Santomiero a Giulio Mozzi, apparsa qualche settimana fa in Segno, mensile dell’Azione Cattolica. Preleva il pdf.
Tag: Chiara Santomiero
28 febbraio 2014 alle 15:38
Sicuro! Ce ne sarebbe un bel bisogno.
Ma credo che al di là dei contenuti, sia proprio necessario “lavorare in parallelo” sulla capacità carismatica del singolo sacerdote.
1 marzo 2014 alle 01:01
“c’e’ in giro molta scrittura privata (per es i diari) che e’ molto utile a chi scrive e anche agli altri”. mi sfugge .. in che modo sara’ utile agli altri? Mah. che foto pero’, sembri un tantino perplesso. Sull’omiletica concordo, anche se sono rarissime le volte che mi capita di esserci
1 marzo 2014 alle 08:21
Sarebbe un passo avanti, non è detto che tutti abbiano il dono della Parola ma una buona preparazione potrebbe per lo meno permetterci di ascoltare pochi concetti ma chiari! Invece di solito chi meno sa parlare più si dilunga e contorce nel discorso senza alla fine far arrivare alcun messaggio.
Bella la tua intervista…
1 marzo 2014 alle 09:04
La foto è tremenda, la didascalia è sbagliata (non sono mai stato un “editor” di Einaudi), e qualche frase attribuita a me risulta un po’ misteriosa anche a me stesso. Questo è il guaio delle interviste al telefono.
Un diario, peraltro,può essere condiviso.
3 marzo 2014 alle 11:17
E’ normale: dopo una certa età, diciamo 21-22 anni, cominciano a sorgere problemi, i più svariati, tra i quali c’è una crescente difficoltà a capirsi “da sé”. Naturalmente ciò accade solo al genere maschile, eh! Circa la foto: è inutile farsi illusioni; ogni quattro o cinqu’anni ci rifacciamo un foto tessera (o qualcuno ci fa una foto), la guardiamo e pensiamo o diciamo: per la miseria ridatemi la mia faccia, quella vera! Ma nun ce sta niente a fa’.
Non è che pensare di proporre il Savonarola, come esempio di applicazione dell’omiletica, sia poco beneaugurante?