di Silva Filosi (& studenti)
[Silva Filosi è un’insegnante che ha coinvolte due sue classi nel gioco Masters/Manzoni. Le ho chiesto di raccontare un po’ l’esperienza in classe. Gli ultimi testi del gioco, tutti dei suoi allievi, sono in questo pdf.]
Caro Giulio,
quando su vibrisse scrivesti di un nuovo gioco poetico a partire dai Promessi Sposi, pensai che sarebbe stata una bella occasione per i miei studenti (la 4D e la 4E del liceo scientifico “Antonio Rosmini” di Rovereto, in totale 30 alunni), per cimentarsi nella scrittura poetica, questa “cosa strana” che si fatica tanto a spiegare.
Lessi in classe il tuo post con “le regole del gioco” e stabilii che ce ne saremmo occupati una volta alla settimana, nell’ora che abbiamo messo in orario come “laboratorio”. Scelto il personaggio, ognuno ha scritto il suo abbozzo; alcuni li abbiamo letti e discussi insieme in classe. In parecchi casi, si è scoperto che il ricordo del personaggio si era sbiadito, così è stato utile rileggere Manzoni (specie in certe nuove versioni digitali, come questa). L’Antologia di Spoon River, poi, era pressoché sconosciuta: ciascuno l’ha sfogliata per conto suo.
Il gioco è diventato per tutti appassionante perché, dopo aver visto due di noi arrivare ad essere pubblicate su vibrisse, nessuno ha voluto essere da meno, tutti hanno voluto tentare. Ci siamo accordati così: ognuno mi avrebbe inviato il suo testo, io l’avrei letto e rispedito al mittente con alcuni consigli una o più volte, finché non fosse passato dallo stato di “riassunto” a quello di “ritratto in versi”. Dunque tutti i testi sono stati riletti e discussi, ma io non mi sono mai permessa di cambiare l’idea originaria, solo ho cercato di farla esprimere con chiarezza, individuando la cifra stilistica prevalente in ogni testo, in modo che ogni studente si proponesse di essere coerente con la propria ispirazione.
Finito il gioco, mi è venuto spontaneo proporre in classe questa prova di verifica: in un’ora di tempo, scrivere un remix in versi di un breve testo in prosa, diverso per ogni alunno, scelto dalle pagine del Reportage fotografico a parole, curato da Amedeo Savoia e da te.
Gli studenti hanno affrontato l’esercizio con grande tranquillità e consapevolezza: un successo!
L’immagine in alto, che viene da qui, illustra il concetto di imitazione.
5 dicembre 2013 alle 12:45
Non vorrei sembrare puntigliosa, ma Giulio, avevi detto qualche post fa (27 Novembre, Don Ferrante) che sarebbero stati in arrivo un’altra dozzina di componimenti per questo gioco. Dunque? 🙂
Complimenti alla prof comunque!
5 dicembre 2013 alle 14:55
Sono appunto in questo post, Eireen. Leggi le righe scritte in piccolo e clicca sul link.
5 dicembre 2013 alle 15:22
Grazie. Però le scritte in piccolo no….! 🙂
5 dicembre 2013 alle 17:03
Cos’hai contro le scritte in piccolo?