di Martina Cacciapuoti
[Le regole del gioco: ma la scadenza è prolungata al 15 novembre. Tutti i testi. I personaggi dei Promessi sposi. Martina è una studentessa del Liceo-Ginnasio “Rosmini” di Rovereto (Tn); la classe partecipa a questo gioco per iniziativa della prof. Silva Filosi. Altri testi sono in arrivo].
Eravamo state felici un tempo mia madre, mia sorella ed io.
Ora bianca come cera
la mia manina penzolava.
Il mio capo posava sul braccio di mia madre.
Che dolore sul suo viso!
Anche me aveva scelto la peste crudele. Avevo solo nove anni.
“Non me la toccate per ora: devo metterla io su quel carro!”
gridò a quel monatto cattivo che ammucchiava altri
[corpi senza vita.
Vestita a festa, come promesso, mi seppellirono.
Indosso ancora, qui sotto, l’abito che lei mi fece,
bianchissimo nel nero della morte.
Ma la falce ha piegato anche loro,
la rosa sfiorita e il bocciolo.
“Addio, Cecilia!” mi salutò con un bacio in fronte,
pronta, con mia sorella,
a venirmi presto incontro.
5 novembre 2013 alle 11:06
Complimenti a Martina e alla prof. Silva Filosi!
6 novembre 2013 alle 18:56
Davvero che bella, che bella idea quella di far partecipare i propri allievi ad un’iniziativa lievemente divergente dallo standard e in rete e in un blog così. Questo sì è un modo di mettere a frutto intelligentemente la tecnologia e la rete. Altro che lavagne, libri e dispositivi vari digitali, l’entrata nella didattica del digitale non dovrebbe avvenire nel segno del risparmio né con l’idea di affinare le competenze tecniche bensì per avvicinare i mondi e dare profondità culturale all’intelligenza connettiva…
C’è speranza, insomma.
7 novembre 2013 alle 06:41
Be’, Daniele, la cosa non è poi così “divergente dallo standard”. Gli esercizi d’imitazione, nelle classi di retorica, si fanno da un paio di dozzine di secoli. E se oggi c’è la pubblicazione in rete, una volta c’erano i certamina. Peraltro, per nostra fortuna, sono parecchi gli insegnanti che non temono questi balzi all’indietro.
(Sì, in parte sto scherzando. Ma a me preme far notare la continuità).
7 novembre 2013 alle 15:19
Giulio, normalmente la polvere dei secoli è solo sui banchi. Questo è lo standard.
Che poi un insegnante faccia incontrare Edgar Lee Masters (che non tutti leggono a scuola, io lo lessi opzionale) con Alessandro Manzoni (che in molti a scuola leggono male) e in questo modo creativo qui, a me pare fantascienza o, se vuoi, okay una “operazione nostalgia” come suol dirsi.