La Bottega di narrazione 2012-2013 si è conclusa. Ieri, 13 ottobre 2013, i lavori dei ventuno “apprendisti” sono stati presentati difronte a un’eletta schiera di professionisti dell’editoria. Erano presenti gli agenti letterari Valentina Balzarotti (Agenzia letteraria internazionale), Alberto Ibba (Le pubblicazioni) e Loredana Rotundo; gli editori Bietti, Indiana Libri, Mondadori, Newton Compton, Rizzoli, San Paolo. Altri editori che hanno già dichiarato un interessamento riceveranno i materiali nelle prossime ore.
L’incontro è stato semplice e cordiale. Alcune opere, in stato più avanzato di composizione, sono state presentate nel dettaglio (con lettura di estratti); le altre sono state segnalate (ed è stata fornita una sintetica scheda).
Tutti i materiali sono a disposizione di chiunque voglia leggerli, nel sito della Bottega di narrazione.
14 ottobre 2013 alle 12:57
Interessante.
Stefano
14 ottobre 2013 alle 17:22
interessante.
..anche se di certi pezzi,davvero non si capisce se sono sinossi “lunghe”,o se sono le narrazioni stesse,un pò troppo stilizzate/”telefonate” al lettore …
(io incuriosito ma al solito un po cattivello..)
15 ottobre 2013 alle 07:10
Non sei cattivo, Davide, dei solo inutile.
Saresti utile, invece, se almeno indicassi quali testi ti fanno questa impressione.
15 ottobre 2013 alle 07:35
se clicco a destra sul bovino per prelevare il file con i testi, i testi non ci sono
15 ottobre 2013 alle 08:34
Grazie, manu, ho corretto.
15 ottobre 2013 alle 10:22
Mi piace!!
15 ottobre 2013 alle 15:06
gulio,ho detto”certi” pezzi , non “tutti” :),e cmq non si ha sempre tempo per scrivere tutto
15 ottobre 2013 alle 16:04
Appunto, Davide: scrivi “certi pezzi”, e non dici quali. Così non si capisce di che cosa parli. E’ come se io scrivessi che tra i partecipanti a questa discussione secondo me c’è una persona che parla a vanvera, e non ne dicessi il nome: nessuno capirebbe di chi sto parlando.
15 ottobre 2013 alle 19:12
io volevo dire che “in stato più avanzato di composizione” mi ha fatto una certa impressione
15 ottobre 2013 alle 21:03
Ora dico una cosa per cui il diretto interessato mi detesterà. Almeno un po’, dico. Secondo me quando Claudio Salvi incontrerà le storie, cioè quando Claudio Salvi farà spazio nella sua prosa al calore delle storie, verrà fuori qualcosa di moltobuono. Il mio parere ovviamente non conta nulla, io stesso sto cercando nella mia vita di accogliere le storie, di fare spazio all’interno al calore che viene dalle storie e ancora non ci riesco proprio, non come vorrei. Ma sono convinto che si tratti esattamente di fare spazio, anche se come non saprei. Teoricamente sembrerebbe una cosa semplice, anche se credo non abbia nulla a che fare con la teoria.
16 ottobre 2013 alle 01:59
Ho letto il file, dico la mia (senza pretese).
Penso che Vito Carone possa produrre un buon romanzo di genere, non so quanto vendibile (la concorrenza e’ tanta). Il brano di Nicola D’Attilio e’ carino e mimetico, direi insipido, ma credo abbia un segmento di mercato preciso. Gli estratti di Giovanni Fiorina sono rizomatici, nonostante la patina giovanilista. Non ho capito cosa sta cercando di scrivere Antonio La Malfa perche’ non mi e’ chiara la voce. Lo scritto di Federica Pittaluga lo vedo in forma di dramma teatrale. L’estratto di Francesca Ramacciotti ha una vena leggera ed un retroterra pop che lo rendono adatto ad uscire a puntate. Sabrina Rondinelli sta maneggiando dinamite, visti i tempi che corrono, va dunque ponderato il format. Claudio Salvi potrebbe interessare a chi vende scritture ibride, ma dubito ci siano abbastanza lettori. Di Francesca Silvestre si legge poco e le due epoche rappresentate mi sembrano simili. Il brano di Clelia Tollot e’ correttamente impostato su un tono confessionale.
In bocca al lupo a tutti.
16 ottobre 2013 alle 07:17
Grazie, Giuseppe, grazie Daniele. Anche per l’esempio che date a Davide.
16 ottobre 2013 alle 09:16
Daniele, non so cosa dire. devo ancora imparare a leggere con interesse le storie degli altri. non trovo il punto, di solito, nelle storie siano esse in prosa o in versi, poco importa.
è la questione del tale che volendo descrivere una faccia non sa da che parte cominciare.
dato che il tale non sa, non ricorda cosa importa.
allora scrive tanto e tra sé e la faccia mette questo velo di scrittura. e io vedo il velo e non vedo la faccia. anche questo è un problema di spazio.
ma forse sono uscito dal tuo tracciato.
16 ottobre 2013 alle 14:45
Grazie, Giuseppe, per aver letto e commentato il mio estratto.
16 ottobre 2013 alle 18:22
Claudio: m’aiuta molto la tua analogia con la memoria dei visi. Proprio come tu dici, nel mio caso letteralmente, faccio un po’ di fatica a distinguere i visi, cioè a ricordarli. Tendo di solito nella memoria a sostituirli con un’impressione del percepito, magari non proprio corrispondente, e credo dipenda dal fatto che nell’impressione ci sia qualcosa che riguarda me. Questo è probabilmente, come dici tu, un velo.
Nella disponibilità all’ascolto (e perciò di riflesso alla scrittura) di storie credo sia importante il riscontro di una comunanza, azzarderei persino la parola fratellanza, verso l’autore e verso i personaggi, quindi in definitiva verso l’altro. E non per forza pacifica (i comuni e i fratelli spesso si scannano). Ma in ogni caso che renda il senso di una somiglianza, di un destino comune. Intendo: se nell’altro vedi qualcosa di te, non te lo dimentichi.
Facce, storie… Sì, l’analogia funziona sotto molti aspetti.
Ho scritto molto liberamente eh : – )
17 ottobre 2013 alle 15:40
una cosa la vorrei dire.(peraltro,avevo già scritto di 4-5 autori già presentati qui in passato:ergo,giulio io scrivo gia abbastanza quassù,sono altri che ne fan pochi,dico di commenti :D)
qualche considerazione generale,mia:
-spesso, in italia a far dialoghi, nei libri mediamente si è proprio scarsi eh,(gia nel cinema italiano va un po meglio,da dieci anni in qua)….all’ estero,in quello,altro pianeta eh
e dire che ciò stona con l’esser in uno dei paesi,il nostro,davvero tra i piu”pop” del mondo ,davvero sciolto -su tante altre cose,però-
-per contro c’è sempre quel famoso afflato rugiadoso che permea molto ,troppo del culturame italiano in generale -anche in alcune pagine degli elaborati sopra,sempre molto”cuore” e afflati annosi,per contro pochissima sofisticazione e incisività
(ok che sono,molti,sopra esordienti o giu di li,o quasi,e non autori al 2° libro,perlopiù,però speravo in cose piu”granitiche”)
il che,ancora,anche qui, stona con la facciata e non solo del paese che abitiamo,l’italia,che di suggestioni e idee ne dovrebbe dare,sulla carta,veramente tante,e non mi riferisco solo alla vita socio-politica, o alla storia degli ultimi 40 anni:
– i “mondi ” raccontati,raramente son troppo originali:non che si viva dell originalità per forza (e parlo elle idee fondanti alla base nel materiale narrato,non per forza di trama e storia e men che meno di linguaggio,parlo proprio della polpa del testo,le idee principali, le ambientazioni,gli sfondi:con qualche eccezione qua e la,vedi La Malfa,e chissà,magari del testo di Pietro Fantone)
-ah poi ognuno ha le proprie idiosincrasie eh,io il troppo sperimentalismo e i racconti o romanzi ambientati nella provincia al nord,,a meno che non abbiano un linguaggio della madonna o una storia fosca davvero(che non vuol dire per forza noir o thriller) ,li salto a piè pari..ne ho letti troppi negli anni 90 😦 😀
-@ La malfa :il tuo testo mi incuriosisce ancora ma qua e la temo manchi il colpo d’ala(nei film americani,di genere o meno,a metà o all inizio del 2° tempo,il colpo d’ala,c’è sempre…mica nel finale dico,proprio all’ inizio o a metà del secondo tempo..)
-anche se esula dai miei interessi letterari come temi,in buona parte(non del tutto; eh cmq un po di brio lo cerco anchio :D) direi che il testo più maturo e “pubblicabile”(ripeto,secondo me)è quello della Ramacciotti
e se qualcuno dicesse “..e lei,lei cosa fa,cosa scrive????”,magari un pò irato/a,beh io sono qui..
….se giulio vuol metter 5 nuove pag mie(in altro thread,ovviamente),mi do per l’onere della prova,da subito 🙂
(..così magari mi faccio anche capire su cosa intendo su sfondi narrativi non inflazionati anche solo rimanendo in italia,come ambientazione..)
18 ottobre 2013 alle 13:17
dimenticavo:
vorrei ricordare che una nota agente letteraria ,origini estere, ma che opera in italia,in un video-intervista su you tube,dice:
“le critiche si prendono..ma non tutte !”
18 ottobre 2013 alle 14:22
Davide, sono sempre più sbalordito dalla tua capacità di parlare senza dire di che cosa parli.
Sono ancora in attesa di sapere da te quali sono i “certi pezzi” di cui al tuo primo intervento.
Quanto alla “nota agente letteraria”, suppongo che abbia un nome e un cognome. Ce lo dici?
18 ottobre 2013 alle 14:32
giulio,scusa ma io il dito lo punto già abbastanza spesso ..
potrò qualche volta esimermi dal far notare “questo testo proprio non mi piace!”- (peraltro sopra parlo di qualche pezzo che mi è piaciucchiato)
potrò,una santa volta :)?di critiche ne ho già fatte parecchie in passato,ad altri autori,dimostrabile,eddai 🙂 hai buona memoria per ricordare
che siano gli altri una volta tanto,a dir la loro,anche in maniera poco omologata(il che,qua sopra,accade raramente)
..io ho già parlato abbastanza 🙂
questo tuo non accettare mai una muoversi in maniera diversa dalle tue gabbie interpretativa,diciamo(non è un insulto,intendiamoci) è un tantino illiberale come cosa,eh
quanto al ““le critiche si prendono..ma non tutte !”,è una cosa che avrebbe potuto dir anche una insegnante di liceo,teoricamente,non vedo quindi perchè sia così interessante sapere chi sia il nome dell operatrice editoriale che l’ha detta
peraltro sopra faccio qualche domanda io,anche e mi assumo l’onere della prova (in alto thread,ovvio)a cui come gia in passato NON ho ricevuto risposta
19 ottobre 2013 alle 05:30
Davide, piàntala di menare il torrone.
Dimmi, per piacere, quali sono, tra i testi contenuti nel fascicolo, quelli che secondo te
La cosa mi incuriosisce. Può essermi utile. A te non costa nulla. Eddài.
20 ottobre 2013 alle 02:27
Lo dico? Devo dirlo. Leggere rapidamente, magari leggere più rapidamente di quant’è necessario per comprendere, dunque prendere Minossi per sinossi, non è mica un reato!