di Anna Ruotolo
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Sul tuo petto esistono due porte:
una a destra, l’altra che si sposta
dal centro verso sinistra
con la naturalezza dell’acqua fra l’erba
e dentro le nuotate d’estate
e tutte le perdite che un giorno,
presto, hanno inizio.
Così se apri l’una, l’altra è chiusa
e tale deve rimanere. Tale è il suo
ruolo e lo scotto. Allora mi chiedo
quale sia giusto spalancare
sugli orti che ti vedo nei nervi
e le colline che annuso nei muscoli.
Se prendo (e così è andata)
la strada per la prima, la destra,
si apre – perché si aprì davvero –
una vallata di cose nuove
e animali di specie inabissate
e metrature vaste e piccoli, calmi
terremoti dal giorno alla notte,
per avvisare dell’ordine perfetto,
per farmi entrare
nell’antro della pace.
Ma quando ho preso, una volta,
per caso e per dimenticanza
del nascosto e del privato
la tua porta del centro
un poco spostato
a sinistra e ho avuto nell’occhio
la luce che non può
tornare in quel modo due volte di fila
quando l’ho scostata piano, nemmeno
con furia perché mi sentivo pronta
a tutto, bardata da guerriero lucente
quindi entrando quasi senza fendere
l’aria, lasciando per poco l’impronta
nel vano (di certo come sarebbe
venuto a tutti di fare)
fu lì che la stagione invereconda
di tormente e sole a intermittenza
e il giro delle mappe e l’incostanza
dei territori che v’erano
e pure i suoni millenari sentìti
e i tamburi battenti da una costa
all’altra
mi atterrirono. Ebbi paura di quanto
tu potessi contenere, della moltitudine
della quale fosti padre, lo sei sempre
e non lo dai a vedere.
Invece – entrata – fece buio, quiete
la neve si fermò sull’ultimo nocciòlo
il giro di grammofono fu lento
la primavera ebbe la meglio,
il gioco s’assestò.
Trovai da sedere e da mangiare.
Da allora vi feci il mio luogo
ed ogni volta ritorno
– tu lo sai –
come nella casa delle più
mansuete tra le bestie,
come nel fuoco
dei più brillanti tra i ghiacciai.
Tag: Anna Ruotolo
30 settembre 2013 alle 10:43
complimenti per la delicatezza
quel ‘trovai da sedere e da mangiare’ sa di riposo del viandante
parole calme in cui mi sono intrattenuta volentieri la prima volta, e che torno a rileggere per il gusto di farlo
1 ottobre 2013 alle 00:55
Questa è una lode con i fiocchi. Bellissima, delicata, elegante. A parer mio, è scritta proprio come si conviene. Niente a che vedere con la sfacciataggine riscontrata altrove.
1 ottobre 2013 alle 05:26
Per esempio dove, Mery?