di Paolo Giorgi
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Dall’irsute giammai gote non vidi
balenar altro che d’Amor la face:
nel rimirarle, sì ch’il cor si sface,
giunger mi par del Paradiso ai lidi.
Nell’estasi d’Amor lanciando i gridi
quel vello carezzar fa il petto brace,
e poiché ‘l mondo è vario e per ciò piace
di tante e varie forme io me n’avvidi.
Ch’essa sia riccia, liscia oppure bionda,
od anche nera, bianca over screziata,
sola è la barba a render tremebonda
quell’alma amante che si vuol beata:
niuna lama ne tagli più la sponda,
per meglio far mia passïon saziata.
Tag: Paolo Giorgi
17 settembre 2013 alle 19:25
Bellissima!
19 settembre 2013 alle 07:09
Nell’estasi d’Amor lanciando i gridi
quel vello carezzar fa il petto brace,
e poiché ‘l mondo è vario e per ciò piace
di tante e varie forme io me n’avvidi.
Mi piace moltissimo il tono aulico usato con ironia, in questa quartina soprattutto. I miei complimenti a Paolo.
19 settembre 2013 alle 14:32
Grazie dei commenti! In fondo cosa c’è più barocco (e postmoderno) di un’attenzione tragicomica verso la vita? 😉 a breve altri sonetti….