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Sui luoghi estremi della tua bellezza
il tuo sud profondo – inconsapevole
della dannazione delle tortore
si allunga l’ombra delle ciglia amanti.
Dove hai messo le ali? Le nascondi
forse tra i fasci tesi sui talloni
o sotto gli archi bianchi delle piante
nomadi sulla Terra – di nessuno.
Tu non lo sai che il mercurio s’impenna
per i tuoi piedi nudi – caldissimi
dei flussi azzurri che li percorrono
scendendo rapidi sui dorsi dolci.
Per i crinali delle dita egizie
le labbra fanno dieci anelli d’acqua
e vocali gemelle per le unghie
perfette – di satiro o dio caduto.
Mi trattengo qui – sul punto e virgola
del tuo alluce destro – dove ancora
nessuna ha messo gli occhi e lo stendardo
– conquistadora dei tuoi piedi scalzi.
14 agosto 2013 alle 15:32
Molto bella, Maria Grazia, e lontana dalle forme della lirica galante o trecentesca. Saranno contenti, adesso, i detrattori veri?
14 agosto 2013 alle 16:56
meno male…un commento positivo. Temevo improperi! Grazie Nadia!
14 agosto 2013 alle 17:42
Improperi? Io la trovo bellissima: ben prima dell’ultimo verso la conquistadora mi aveva conquistato! Concordo con la domanda-auspicio di Nadia: voglio vedere chi avrà il coraggio di farsi avanti, dopo queste vocali gemelle per le unghie perfette!
15 agosto 2013 alle 10:09
Anche a me piace molto, brava.
15 agosto 2013 alle 11:29
grazie a tutte. Essendo la prima ad osare il verso libero ero perplessa sull’accoglienza. Per quanto riguarda i detrattori: perché accettare una disfida col fioretto quando si possiede una pistola?