di Lidia Del Gaudio
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E lo conservo, testimone
d’una essenza alcolica
che quasi mi stordiva
quando appena sbarbato
col cruccio da bambino
pretendevi un bacio.
La guancia educata
dalla morbidezza
mi rimaneva come una carezza,
e sosteneva passi
impegnativi al pari
di grandi imprese.
Quando viene a pulire
Maria guarda e sorride
per quella che considera
una follia del cuore,
pericoloso quando
batte e non s’arrende.
Il passato passato
s’addormenta con l’ombre
di notti senza paura,
ma troppo mi spaventa
il risveglio, quando
si vede meglio l’illusione
di cogliere ragioni
all’esistenza, quasi
fiori del prato.
Lo so, lo so, ma faccio
finta di nulla e continuo
a cercare tra le velature
d’un flacone quadrato,
dal quale la sostanza
di giorno in giorno esala.
Un giorno
svanirà del tutto, allora
me ne andrò anch’io e
nessuno saprà più
che cosa siamo stati.
Tag: Lidia Del Gaudio
12 agosto 2013 alle 07:50
“Un giorno
svanirà del tutto, allora
me ne andrò anch’io e
nessuno saprà più
che cosa siamo stati.”, oh quanta bella tristezza, proprio come piace a noi donne in certi giorni!
A me il dopobarba totemico di un amore finito piace tanto: Maria ha le sue ragioni, ma anche il cuore le ha, vero Lidia?
12 agosto 2013 alle 10:50
questi versi mi hanno molto commossa
12 agosto 2013 alle 19:18
Versi leggeri e delicati per dire di un’assenza che brucia ancora.