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Le labbra sono un cuscinetto molle
ove libido tenera si adagia.
Di lor non siamo mai e mai satolle,
eccetto se d’amor non c’è più bragia.
Amate collinette morbidose,
leccabili, mordibili, succhiabili,
lascive o umili, timide o bramose:
eccovi in premio il pomo: and call me Paride.
Labbra carnose, non siliconose,
area rosata assai morbida al tatto,
bello baciarle, da morder che buone!
Bambino-uomo, le unisci a far schiocco,
rapido il gesto, mi guardi e sorridi:
amor di mamma, dolcissimo allocco.
Tag: Morena Silingardi
7 agosto 2013 alle 07:00
Nota doverosa: ho avuto un produttivo scambio di pareri con Giulio Mozzi, prima della versione definitiva (?) di questo sonetto: a lui si deve un alleggerimento della prima quartina in cui io mi perdevo in un botta e risposta sulla perdita di passione, e, soprattutto, quel “and call me” che io non avrei osato nella lingua originale; io avevo proposto un pesante “chiamatemi”, non c’è confronto in bellezza di citazione!
Ringrazio anche pubblicamente Giulio per avermi convinto a non dedicare un’intera quartina a una questione oziosa: è cosa buona che anche gli uomini si rifacciano le labbra?
In un primo momento, a me pareva che da questa domanda potesse nascere un dibattito avvincente, grazie al cielo sono stata aiutata a capire che nessuno perde le notti su questo tipo di quesito!
Mi sembra anche evidente che il sempre citato Mozzi non sia rimasto per nulla colpito dalla proposta di un sonetto acrostico: il fatto che non l’abbia nemmeno segnalato ne è la prova.
Ho detto tutto e troppo, come sempre.
7 agosto 2013 alle 08:25
Eh già, dovevo segnalarlo. Errore mio. Mo’ lo segnalo.
(Per chi non avesse presente: “Call me Ishmael” – vado a memoria – è l’attacco di Moby-Dick).
7 agosto 2013 alle 08:47
Queste labbra mi paiono davvero baciabili
senza plastica (che orrore!)
7 agosto 2013 alle 08:57
Ecco, l’acrostico ci mancava, lode dunque all’immaginifica Morena che dice sempre tutto ma mai troppo. Certo che se avessi saputo che Giulio Mozzi elargisce lezioni private ne avrei approfittato anch’io. 🙂 Il sonetto è delizioso e questa non è un’iperbole: Morena è una delle mie autrici preferite e il verso in chiusura “amor di mamma, dolcissimo allocco”… che divertente ironia!
7 agosto 2013 alle 12:57
Delizioso, Morena, davvero. Ciao 🙂
7 agosto 2013 alle 16:12
davvero moolto carino e… bella l’idea dell’acrostico!
Ciao a tutti i poeti e le poetesse! 🙂 mi sto proprio divertendo e poi… oggi che sui monti piove a dirotto ne approfitto per leggervi!
7 agosto 2013 alle 19:47
Come sono contenta per i vostri commenti così cari e gentili, ringrazio tutti! (Mi sto contenendo massimamente, mi pare ovvio: fate finta che ci siano almeno tre righe di faccine sorridenti, ma non ditelo!)
4 ottobre 2013 alle 23:10
Morena, mi era sfuggito il tuo acrostico. Bello e divertente!