Lodi del corpo maschile / La nuca

by

di Nadia Bertolani

[Vuoi partecipare alle lodi del corpo maschile? Leggi qui].

Tante bellezze brillan sotto il cielo,
che non saprei da quale cominciare,
ma una sola traspar di sotto a un velo,
meravigliosa.

L’ho vista un giorno che c’era penombra,
nella sala d’un cinema all’aperto,
il crepuscolo la teneva in ombra,
stupefacente.

Sembrava fosse d’oro incoronata,
tanto splendeva nella sala buia
come colonna in rame rastremata,
delizïosa.

Sotto la linea scura dei capelli,
come una campitura di Morandi,
ti arricchivi di due capitelli,
vittorïosa.

I capitelli tuoi eran due lobi
rosa, e carnosi come lumachine,
riccioli cesellati come nodi,
nuca graziosa.

O nuca chiara e tonda e profumata,
d’essenze che provengon dall’Oriente,
con il mio sguardo ti ho accarezzata,
audacemente.

Un apax sei apparsa all’improvviso,
unico esempio di rara bellezza,
nucarotondabella più del viso
che ti sovrasta.

E all’apparir di tanta meraviglia,
l’audacia di sfiorarti con le dita,
un volo breve di una cocciniglia,
mi ha tramortita.

Nota dell’autrice: l’ode è saffica, ma la nuca è maschile!

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23 Risposte to “Lodi del corpo maschile / La nuca”

  1. normanna Says:

    meravigliosa!

  2. Morena Silingardi Says:

    Nadia, l’ode è entusiasmante, ma è l’idea dei due capitelli che fa la differenza. Per non parlare di quei quinari alla fine di ogni quartina, alcuni con la loro bella dialefe indicata, comme il faut! E poi l’apax, i profumi d’Oriente, la nucarotondabella, tutto proprio come si deve. Grande partenza, ottimo scatto iniziale, la nuca vale, è fuori discussione.

  3. Giulio Mozzi Says:

    Nulla è fuori discussione.

  4. Lidia Says:

    La nuca di quest’ode è irresistibile, ma soprattutto trovo deliziosa la location del cinema all’aperto.

  5. enrico ernst Says:

    cara Nadia, intanto complimenti per la levità e per la perizia metrica! ti sottopongo un appunto: l’introduzione della seconda persona singolare mi pare – nel contesto dell’ode – prematura, un filin forzata, lì dove compare al quindicesimo verso. Per me come lettore, il “tu”-nuca, mi sembra poter levare le sue vele, con organicità, solo dopo l’apostrofe (“O nuca chiara e tonda…”). Ciao.

  6. Giulio Mozzi Says:

    Si potrebbe discutere, ad esempio sulla “sala d’un cinema all’aperto”.

    Se è all’aperto, non c’è sala.

  7. Nadia Bertolani Says:

    Vero, acciderbola, se il cinema è all’aperto non c’è sala! Punta sul vivo (che male che fa!). Giusto anche il rilievo di enrico ernst. Un ringraziamento all’indulgenza di Lidia, Morena e Normanna: tutte donne! Vorrà dire qualcosa?

  8. Morena Silingardi Says:

    A proposito dell’appunto di enrico ernst mi chiedo se invece non sia il caso di accentuare l’intimità del tu fin dalla seconda quartina,
    Mi vien da pensare si possa anche sostituire sala con fila, per nulla perdere della bella ambientazione (d’altronde, forse è addirittura più credibile che quella bella nuca la si noti più nella stessa fila che in una sala intera). Resta per me un mistero, invece, quale possa essere il velo da cui traspare tanta bellezza.
    Giulio, certo che nulla è fuori discussione, il mio era un esternare un auspicio.

  9. amanda Says:

    questa lode al corpo maschile si apre in maniera straordinaria

    per quanto riguarda la sala del cinema all’aperto ricordate:”quando sei qui con me questa stanza non ha più pareti ma alberi…” il cinema era chiuso, ma la presenza di quella nuca ha divelto le pareti

  10. Morena Silingardi Says:

    Nadia, ti leggo dopo l’invio del mio commento: certo che vuol dire qualcosa, stanne certa!

  11. Giulio Mozzi Says:

    Nella fila davanti, più che nella stessa fila.

    Poiché mi pare che Nadia ci tenga alla correttezza metrica, faccio notare che “ti arricchivi di due capitelli” e “con il mio sguardo ti ho accarezzata”, a meno di far dialefi piuttosto rischiose.

  12. laura Says:

    Molto interessante. Farei solo un piccolo appunto sul viso che sovrasta la nuca.Un giro di vite? 🙂

  13. Nadia Bertolani Says:

    Gentile Giulio Mozzi, gentili tutti, mi sento una dilettante allo sbaraglio, ben contenta di non aver inviato al severo “Minosse” altre mie produzioni più corpose: quali temibili censure ho evitato! Per non contare i cerchi della coda…

  14. Morena Silingardi Says:

    Cara Nadia,
    impressionata dal tuo commento, letto subito dopo aver inviato il mio primo sonetto di lodi del corpo maschile, ho dato una ripassata alla struttura dell’Inferno su Wikipedia che così ha decretato per il mio caso:
    LUOGO: Nono cerchio,
    Quarta zona: Giudecca
    DANNATI: Traditori dei benefattori
    PENA: Interamente sommersi nel ghiaccio;
    Tre grandi peccatori sono continuamente maciullati da Lucifero
    PERSONAGGI PRESENTI O CITATI: Lucifero,Giuda Iscariota, Bruto,
    Cassio
    CANTO: XXXIV

    Come vedi, anche io ho i miei buoni motivi per temere i nove giri di coda di Minosse, ma nemmeno questo mi ha fatto desistere dal correre il rischio. A risentirci, almeno spero!
    Un saluto anche a Attanasio (cavallo vanesio) Sgrunto , che ha finto di volermi come moglie e ora, probabilmente, si fa chiamare Ketty la belle!

  15. Giulio Mozzi Says:

    Macché censure, Nadia! Le osservazioni mie, di Amanda, di Laura, di Enrico, e di chiunque altri vorrà farne, possono solo servire a rendere migliore la tua Lode, no?

    Questo lo dico per tutti. Lodare sperticatamente è inutile tanto quanto denigrare o insultare. E’ utile lodare con qualche argomento (anche solo segnalando un’immagine o un verso o un qualcosa che ci ha colpiti, come Morena che scrive: “…è l’idea dei due capitelli che fa la differenza” o Lidia che apprezza la location) o criticare con qualche argomento o per cose ben precise (come qualcuno ha infatti fatto qui).

    Bisogna anche stare attenti a non lodare l’ovvio (lodare una saffica perché ci ha i quinari è come lodare un’automobile perché ci ha il volante: dettaglio indispensabile, certo, ma ovvio); e magari, a usare il gergo tecnico (che, premetto, è orribile) con proprietà (es.: in “delizïosa” c’è dieresi, non dialefe).
    Consultare spesso l’enciclopedia è un’abitudine raccomandabile (io la consulto molte volte al giorno, e non solo Wikipedia).

  16. Nadia Bertolani Says:

    Cara Morena, allora siamo entrambe “traditrici dei benefattori” la qual cosa mi induce a verificare subito il tuo sonetto. Comincio a trovarmi a mio agio, qui, nell'”aria sanza tempo tinta” e chissà che il nostro Minosse non si riveli essere invece Virgilio. Avanti, proseguiamo il viaggio. E di nuovo grazie a tutti. Ma che devo fare? Correggo la mia nuca?

  17. Giulio Mozzi Says:

    Vedi anche l’intermezzo.

  18. Nadia Bertolani Says:

    Letto l’intermezzo: messaggio ricevuto forte e chiaro.

  19. Attanasio Grunto Says:

    Gentile signorina Morena,
    forse non dovrei approfittare dell’ospitalità del nostro comune amico Giulio per manifestarle qui la mia devozione, ma giacché lei mi chiama in causa…
    In occasione delle “dieci buone ragioni per non scrivere sonetti” avevo composto un delirante sonetto in suo onore. Sfortunatamente per il nostro amore (ma fortunatamente per la storia della poesia) il buon Giulio non ha inteso renderlo noto, e così le sono rimasti celati i termini del mio profondo sentimento. Vorrà ella venirlo a leggere dalle mie parti, lunedì venturo? Farebbe di me il più felice degli uomini!
    Gradisca, la prego, i miei più devoti rispetti.
    Suo
    Attanasio Grunto

  20. Nadia Bertolani Says:

    Gulp! Non solo Minosse e Virgilio ma anche Donna Letizia? Giulio Mozzi e la sua pagina sono fonte di sorprese!

  21. Morena Silingardi Says:

    Oh, Attanasio, cavallo vanesio e dolce, lei mi farà arrossire!
    Prima che Giulio Mozzi rivendichi la titolarità del suo Vibrisse impedendo che il blog si trasformi in luogo di incontri non solo dello spirito, accetto di buon grado il suo invito a leggere insieme, dove lei avrà cura di indicarmi, lunedì prossimo.
    In quanto al libro prescelto, che si tratti di Lancillotto e Ginevra mi pare assai ovvio, anche se non propriamente di buon auspicio.
    Non le nascondo altresì il desiderio di veder disvelati i termini del suo profondo sentimento, perché leggere il suo sonetto, ne sono certa, accrescerebbe l’interesse che io nutro per il suo verseggiare;
    se però qualcuno esperto della materia ha deciso per entrambi, che dire se non che forse ce ne saranno state le ragionI?
    Non vado oltre: tempi e luogo mi paion inopportuni.
    A presto, ad altrove!

  22. Attanasio Grunto Says:

    Gentile Morena,
    a lunedì, dunque, sul mio blog.
    Attanasio

  23. Morena Silingardi Says:

    Il commento di Giulio, nella parte che mi riguarda, non lo condivido del tutto. Io non lodavo sperticatamente il quinario alla fine di ogni quartina dell’ode saffica come si loda il volante di un’auto (anche se non tutti i volanti sono uguali!), ma proprio la scelta in sé dell’ode saffica (per altro nemmeno menzionata negli esempi del regolamento) per questo sottolineavo il susseguirsi dei versi: non credo che un’ode saffica sia conosciuta, nella sua struttura tradizionale, come probabilmente lo è un sonetto. Per la dialefe chiedo scusa, che i due puntini indichino la dieresi è cosa essa sia giuro che lo sapevo! Consultare spesso l’enciclopedia, e non solo Wikipedia, non solo è un’abitudine che io raccomando a tutti me compresa, ma è un esercizio che svolgo di continuo con grande impegno (a quanto pare, con qualche eccezione rimarchevole!)

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