Valter Binaghi, La grotta di Epimenide
Si dice che, prima della generazione attuale, quando ancora la stirpe dei filosofi non aveva visto la luce, la terra fosse abitata da una razza di uomini divinamente sapienti. Uno di costoro, di nome Epimenide, un giorno penetrò in una grotta sacra a Zeus e lì si addormentò, dormendo per molti, moltissimi anni.
Si risvegliò in un altro tempo, e il mondo era molto mutato. Appena gli uomini lo conobbero, si sparse la fama della sua sapienza e molti si recavano da lui. Tra questi giunse un giorno il re Odisseo di Itaca. Egli voleva tutto conoscere e raggiungere le colonne d’Ercole, dove si trovano i confini del mondo, ma venti contrari lo sospingevano ogni volta indietro, e l’impresa era più volte fallita. Così si recò da Epimenide e gli chiese: «Perché l’oriente e l’occidente non si possono ricongiungere?».
Il sapiente rispose:« Hai forse misurato la loro distanza, per sapere che sono separati? Nel tempo da cui provengo vivevano uomini regali. L’uomo regale è come il sole: cammina sempre senza mai allontanarsi dal centro. Poiché non desidera splendere in un luogo piuttosto che in un altro, non v’è luogo che gli sia lontano. È tanto discreto da sembrare invisibile: perciò in lui Cielo e Terra si specchiano perfettamente. Non stacca la creta dalla ruota finché la forma è ben tornita: per questo i suoi vasi sono pieni di grazia. Molto diversi da questo sono gli uomini dell’attuale generazione. Nulla qui mi attrae: ho deciso di tornarmene a dormire, sperando di risvegliarmi in un tempo migliore». E fece per andarsene.
« Ancora un momento», lo trattenne Odisseo: « Dimmi prima: come potrò raggiungere l’Occidente?».
« Ancora non lo sai?» sorrise Epimenide: « È perché l’hai lasciato che conosci la sua esistenza. Ora hai un sogno da sognare, ma non procedi più in circolo. C’è sempre nuova terra sotto i tuoi passi, ma non c’è limite al tuo cammino. Forse salirai tanto in alto da dominare il mondo, ma non saprai più dove posare il capo. Sarai un Re senza regno, una coscienza senza dimora».
Tag: Allegorie, Grecia antica
22 agosto 2013 alle 11:29
Ottimo articolo, davvero molto interessante