di Giuseppe D’Onofrio
Se ora tu bussassi alla mia porta,
dato che non ho più voglia di piangerti
in quest’ennesimo tuo vestito nero,
preferirei restare da una parte
sul bordo basso del nostro letto caro,
guardarti di riflesso incorniciata
in tre quarti di specchio.
Mi godrei adesso – ultimo spettacolo –
l’arte breve del gesto
che ti spoglia davvero,
la lieve meraviglia del tuo sguardo
l’incitamento muto,
il tifo onesto,
lo svelamento cauto della voglia.
Vuoi partecipare (entro il 30 giugno 2013) ai Madrigali della porta? Leggi le istruzioni.
29 giugno 2013 alle 11:56
Per dirlo alla fiorentina: Questo mi garba davvero di molto!
Bravo Mozzi!
1 luglio 2013 alle 06:28
Per errore mio, risultavo io come autore del testo. Ora ho corretto e ho messo il nome del vero autore: Giuseppe D’Onofrio. Mi scuso con lui e con chi legge.