di Matteo Pelliti
Se ora tu bussassi alla mia porta,
nell’ora antelucana delle quattro
fuggendo in qualche sogno da uno spettro,
ringrazierei la strada certo corta
tra la tua camera e la mia,
luce notturna nel corridoietto
che fa da faro
tra il tuo ed il mio letto:
amata e sempre amata figlia mia.
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28 giugno 2013 alle 14:45
Ma lasciale la porta aperta, dico… 😀