di giuliomozzi
Se ora tu bussassi alla mia porta
io mi immobilizzerei:
cercherei di non far nessun rumore,
di spacciarmi per assente.
Ti sentirei bussare e ribussare,
esitare sul pianerottolo,
infine scendere le scale.
Mi affaccerei allora alla finestra
e aspetterei di vederti uscire in strada
per inseguirti.
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27 giugno 2013 alle 09:43
A una prima lettura di questo bel madrigale ho pensato si riferisse, in qualche modo, al protagonista di https://vibrisse.wordpress.com/2013/06/26/madrigali-della-porta-30/ nel tentando di liberarsi dalla sua ossessione, poi mi sono resa conto che così non poteva essere e mi sono chiesta perché;
da qui, una curiosa constatazione da sottoporre: in nessuno dei due madrigali viene fatto riferimento al sesso del protagonista, tuttavia, tralasciando la conoscenza dell’autore, io ho subito pensato che il madrigale 30 fosse da riferire a un lui, viceversa subito vagheggio una lei che tenta di resistere in questo numero 33. Mi chiedo se anche agli altri lettori e all’autore capiti lo stesso.
27 giugno 2013 alle 14:40
qualcosa di immateriale, che manifestandosi ad un corpo ne provoca ritrosia