Creazioni, 9

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Giulio Mozzi: Giustizia e Misericordia

Il Creatore creò il mondo e lo affidò alla Giustizia. Il mondo era perfetto, era bellissimo, ma dopo un po’ il Creatore pensò: “Creando questo mondo non ho creato nulla: mi somiglia in tutto e per tutto. Non è una creazione: al massimo un rispecchiamento”.
Allora il Creatore richiamò la Giustizia, e affidò il mondo alla Misericordia. All’inizio tutto funzionò come prima: poi, per iniziativa di una creatura, nel mondo apparve il male. Il Creatore stava per fulminare la creatura, ma la Misericordia lo fermò, dicendogli: “A che pro mi hai affidato il mondo, se poi pretendi di esercitarvi la giustizia tu personalmente?”.
Il Creatore rispose: “Hai ragione. Questo mondo sarà come vorrà essere. Non mi rispecchierà, mi somiglierà ma non sarà uguale a me. Ti do il potere di perdonare”.
La Misericordia disse: “Ecco, bravo. E adesso scusa, che in questi cinque minuti di chiacchiere il male si è diffuso ancora, e io ci ho un sacco di gente da perdonare e far perdonare”.
Per secoli e secoli il Creatore assistette all’orrendo spettacolo della trasformazione del mondo, che all’inizio era così simile a lui, in qualcosa di completamente diverso. La Ragione gli diceva:
“Vedi? Hai fatto davvero una creazione. Hai creato qualcosa che in te non poteva esistere. Hai creato davvero dal nulla“.
E il Creatore: “Sì, vabbè, però. Sai che soddisfazione”.
Il disastro continuò per secoli. Finché il Creatore, ormai terrorizzato dal diffondersi del male nel mondo, si increaturò per tentar di salvare il salvabile.
La Misericordia gli disse: “A tuo rischio e pericolo”.
E il Creatore: “Sì, sì”.
Non ci fu misericordia per lui. Si incarnò, fece quel che poteva, e fu arrestato e condannato al supplizio. Un istante prima di morire gli venne un dubbio: sarebbe morto davvero e del tutto, lui, il Creatore, o sarebbe morta solo la creatura nella quale si era increaturato?
Poi morì.

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16 Risposte to “Creazioni, 9”

  1. amanda Says:

    una genesi ed un vangelo magnifici

  2. di questi tempi Says:

    increaturato, mi piace.

  3. Salvatore Scarciglia Says:

    Quindi il male nel mondo sarebbe da imputare all’insoddisfazione del creatore per il proprio creato?

  4. Federico Platania Says:

    Un istante prima di morire gli venne un dubbio: sarebbe morto davvero e del tutto, lui, il Creatore, o sarebbe morta solo la creatura nella quale si era increaturato?
    Poi morì.

    Poi risorse. E pensò: “Ma guarda tu che domande assurde ci si fanno prima di morire!”.

    😉

  5. immerzuzu Says:

    con quella fine è spietato.

  6. Carlo Capone Says:

    Ottimo!

  7. Maria Luisa Mozzi Says:

    Bellissimo.

  8. Elena Says:

    Sul male: ci leggo che nasca non tanto dall’insoddisfazione, quanto dall’esito naturale dell’atto di creare. La creatura è veramente creatura quando si separa e liberamente sceglie. Senza separazione non c’è neppure relazione.
    D’altra parte, non descrive anche il salmista, per la propria anima, una custodia divina che assomiglia all’abbraccio di una madre? E nell’abbraccio del salmo il bambino è “svezzato”, nulla lo trattiene.

    Poi il pezzo è giocoso, divertente, Dio buffo e goffo e il finale mi pare coerente.

  9. cosa bozzuta Says:

    Poi risorse. E pensò: “Ma guarda tu che domande assurde ci si fanno prima di morire!”, ma visto che era piuttosto scosso dall’esperienza creò l’universo, per mettere tra sè e la morte un poco di distanza.

  10. Giulio Mozzi Says:

    Ovviamente niente in questa storiella è farina del mio sacco, se non il modo di raccontarla.

    Il concetto (e proverò a ritornarci con altre storielle, se ci riesco) è questo: creare dal nulla significa creare qualcosa di differente (perché, se ciò che creo mi rispecchia, non è creato dal nulla ma da me).

  11. di questi tempi Says:

    Ahahah…
    Lei Mozzi conosce il signor Nulla?

  12. Giulio Mozzi Says:

    Oh, abbiamo preso appuntamento molte volte. Non s’è mai presentato.

  13. valter binaghi Says:

    Identità nella differenza, alterità nella somiglianza.
    Non facciamoci fregare da Parmemide. che di guai ne ha combinati fin troppi.

  14. Giulio Mozzi Says:

    Non ho capito, Valter.

  15. valter binaghi Says:

    E’ la Trinità, Giulio. Il Verbo è uguale al padre ma distinto come persona. E’ lo scrigno di tutti i misteri della fisica, della metafisica e del linguaggio. Il tuo racconto lo mostra perfettamente, poi quando si cominciano a usare formule greche (il nostro logos viene da lì) per spiegarlo, tutto se ne va a ramengo. Solo il simbolo esprime la natura logicamente paradossale dell’analogia.

  16. Giulio Mozzi Says:

    Compito per casa (per me). Riflettere sui significati delle parole:
    – distinto,
    – differente,
    – analogo,
    – somigliante,
    – identico,
    – rispecchiare
    ecc.
    Ricordando che nel mondo reale due cose sono “distinte”, di solito, perché sono in due posti diversi (e possono anche essere “identiche”; che il verbo “differire” significa anche “mandare più in là nel tempo”; ecc.
    A es. prima ho usato il verbo “rispecchiare” in un modo, per così dire, geometrico. In geometria due figure sono “identiche” quando sono “sovrapponibili”: e mi rendo conto di aver detto “mi rispecchia” nel senso di “mi è sovrapponibile”; ecc.
    E tutte queste parole si possono usare, anche nel ragionamento, in modo metaforico?
    Ecc. (Un’infinità di ecc.).

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