di giuliomozzi
[La pubblicazione di queste liste dovrebbe diventare un’abitudine. Credo. Se interessa. gm]
1. Giovanni Boccaccio, Ninfale fiesolano, c. P. M. Forni, Mursia 1991, pp. 208 (acquistato a metà prezzo, Libreria Gregoriana di Padova). Un po’ faticoso all’avvio, molto bello quando la narrazione si dispiega.
2. Paul Ricoeur, Il simbolo dà a pensare, c. I. Bertoletti, Morcelliana 2002, p. 60 (Libreria Gregoriana / San Paolo di Padova). Il mio primo approccio a Ricoeur.
3. Pierre Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica (nuova ed. ampl.), c. A. I. Davidson, tr. A. M. Marietti e A. Taglia, Einaudi 2005, pp. xvi + 198 (Libreria Feltrinelli di Padova). Assai utile.
4. Isabelle Serça, Esthétique de la ponctuation, Gallimard 2012, pp. 307 (Amazon.fr). Utile.
5. Henri Godard, Le roman mode d’emploi, Gallimard 2006, pp. 535 (Amazon.fr). Assai utile (ottimo manuale).
6. Anita Seppilli, Poesia e magia, Einaudi 1971, pp. 626 (Studio bibliografico il Sestante di Sesto Fiorentino, via Maremagnum). Invecchiato, noiosetto, molto istruttivo. Il link rimanda alla nuova edizione presso Sellerio.
7. Francesco di Sales, Introduzione alla vita devota, Rizzoli 1956, tr. N. Colombo, pp. 359 (Bancarella di piazza Missori, Milano). Noiosetto e commovente.
8. Magda Guia Cervesato, Tso. Un’esperienza in reparto psichiatria, Sensibili alle foglie 2012, pp. 96, pref. P. Baretta, postf. G. Conserva (donato dall’autrice). Interessante, un po’ acerbo.
9. Philippe Lejeune, Catherine Bogaert, Un journal à soi, Textuel 2003, pp. 215 grande formato, riccamente illustrato (Amazon.fr). Fascinoso.
10. Elisabeth Bing, …et je nageai jusqu’à la page (vers un atelier d’écriture), éditions des femmes 1972, pp. 325, illustrato (Bouquin Passages, via Amazon.fr). Istruttivo e formativo.
Sul comodino:
1. Amelia Rosselli, L’opera poetica, Mondadori 2013, c. Stefano Giovannuzzi e al., pp. cl + 1.609 (ricevuto in dono). Di sorprendente inutilità, almeno per me, gli apparati. Ma forse è la volta che – dài e dài – riesco a entrare nel mondo della Rosselli.
2. Giovan Battista Marino, Adone, Rizzoli 2013, c. E. Russo, 2 voll. per 2.343 pp. complessive (Libreria Feltrinelli della Stazione Centrale di Milano). Fascinoso (e finalmente un’edizione economica e comoda da leggere: la mia prima lettura fu in un’antica edizione Salani stampata in corpo pressoché zero).
Prossime avventure:
1. leggere tutto Claude Simon, o quasi.
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9 Maggio 2013 alle 14:43
Mi piace molto il programma delle tue prossime avventure. “La strada delle Fiandre” secondo me è un capolavoro. E così “La battaglia di Farsalo”. Ma aggiungerei anche il meno noto Triptyque (tradotto in italiano da Nanni Balestrini).
9 Maggio 2013 alle 14:56
Amelia Rosselli… mi hai fatto ricordare che voglio leggerne finalmente tutta l’opera, inutili apparati compresi.
9 Maggio 2013 alle 16:07
Giulio una curiosità: hai letto La veglia di Finnegan? Pensi ne valga la pena? Sono tentato…
9 Maggio 2013 alle 16:08
Giulio, spazi come questo di condivisione delle letture (commenti inclusi) possono esser molto utili. Perfetto lo stile del (do)decalogo, in rapporto allo scopo.
9 Maggio 2013 alle 17:00
Luigi: “La battaglia di Farsalo” e “Trittico” sono già alle spalle (in italiano), e così pure “Les Géorgiques”. Mi sono arrivati oggi “La route des Flandres” e “Le jardin des plantes”.
Vedremo.
Giorgio: se trovi l’Elefante Garzanti, spendi meno e hai pressappoco lo stesso.
Enrico: l’ho letto nell’edizione con la traduzione/parafrasi in italiano. Confesso: la fatica è stata più del piacere (che peraltro non è mancato). Questo per la mia incompetenza linguistica, non per altre cause.
Daniele (dm): ora devo mettere i link, sennò serve a poco.
9 Maggio 2013 alle 18:58
Giuliooo! Ma Il dilettevole? Utile, istruttivo, qualche sprazzo di fascino ( charme più che altro…). Io al tuo posto sarei morta, riesco ad erudirmi solo a piccole dosi ( e infatti non è che io brilli in tal senso) con qualche sporadico saggio intercalato a romanzi. prevale il bisogno di evadere, di moltiplicare i miei punti di vista, di viaggiare con la mente ( visto che in alto modo non si può). Ma forse, tu non ne puoi più di romanzi e magari è anche colpa nostra… Comunque al prossimo posto la mia amena lista
9 Maggio 2013 alle 19:25
Budello chiede se gli puoi prestare Francesco di Sales. Gli piacciono le storie sui cacciatori di streghe
9 Maggio 2013 alle 19:47
In ordine sparso:
1) L’arte della gioia- Goliarda sapienza
2) tu sei un’onda- Ras algheti
3)La Storia- ElsaMorante
4)Donne che ballano coi lupi- Clarissa Pinkola Estes
5) Bento- ras algheti
6) Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte- Mark Haddon
7)Autonomia e libertà- B. russel ( se non ricordo male, era prestato
8) Il gabbiano – Bach
9) l’angelo di lisbona – Isidoro Giurgola
10) La signora di chalot_ ras algheti.
sul comodino c’è Anna Kareinina e La spiaggia delle anime di Roberto Alba + Terra di benni e l’ombra del commissario sensi della raule, che non so se riuscirò a finire
6 e 8, con i miei figli
ras algheti è sconosciuto, non pubblicato, un genio sommerso e sprecato.
Giurgola ed Alba sono esordienti strepitosi.
Però mi sorge il dubbio di essere stata inopportuna, forse non mi era consentito postare la mia lista. Però, Giulio, se dovessi avere sbagliato, non mi cacciare, sono in buona fede.
Buone letture a tutti
9 Maggio 2013 alle 20:40
Libri sul comodino, anzi no, sul tavolo della sala, ché quando mi metto a letto sono già cotto e non ce la faccio nemmeno a leggere il titolo, per non parlare del fatto che la vista con l’età sta andando a farsi fottere e con la lucina dell’abat-jour mi tocca fare uno sforzo della madonna e non so se ne vale davvero la pena, visto comunque che se anche riesco a leggere qualche riga la testa è talmente vuota che ogni tentativo risulta vano, me ne accorgo perché mi capita a volte di dover ritornare sulle frasi già lette perché mi rendo conto di essere arrivato ad un punto della pagina senza ricordare assolutamente nulla di cosa ho appena finito di leggere, oppure di svegliarmi per il bisogno impellente, sempre più frequente ad una certa età, di andare in bagno e ritrovarmi con il libro tra le mani senza sapere come e insomma libri sul comodino niente, semmai sul tavolo della sala, o da quelle parti, proprio a lato del comodo divano di pelle, alla luce di una potente lampada a braccio snodabile nonché orientabile alla bisogna, dove mi posiziono la sera quando voglio immergermi nel mondo dei libri che compro da decenni con l’idea di leggerli prima o poi, e a volte ci riesco anche, ad arrivare alla fine intendo, perché non sempre sono di facile lettura i libri che compro, deve essere una qualche forma di masochismo che non so spiegarmi che mi porta a comprare libri che non so leggere e che soprattutto hanno a che fare con la morte, e questo succede sempre più spesso, e non li leggo, questa è la spiegazione che mi sono data, perché così facendo mi convinco di poter tenere alla giusta distanza quel momento finale, però è bene che siano presenti, è utile che questi libri mi siano vicini, perché all’occorrenza, quando penso di averne bisogno, possono tornare utili, ad esempio per un consiglio su come affrontare quel momento che immagino deve essere difficile, non sempre sento di essere preparato alla morte ed allora avere a disposizione un libro come ad esempio “Malone muore” penso che possa essere davvero utile, quando mi sembra di avvertire qualcosa che non va, qualcosa di davvero preoccupante o temibile, ecco che allungo il braccio e leggo qualche pagina e mi sento subito tranquillo, immediatamente più sicuro, mi sembra di riuscire ad affrontare tutto con estrema facilità, e se Beckett può risultare ostico, basta cambiare nome, e non solo dell’autore, anche del personaggio del titolo, ho a portata di mano anche “Tristano muore”, e non deve trarre in inganno il fatto che sia l’opera di un autore italiano, e che la lettura può essere immediata, non si tratta cioè di una traduzione, anche Tabucchi, che se ne è andato troppo presto, anche lui, non sempre si legge facilmente, e anche questo forse fa parte di quella sorta di autolesionismo a cui accennavo prima, che volete, sono fatto così, e anche “Le intermittenze della morte”, di un autore che non si può certamente definire un amico del cuore di Tabucchi, sono lì ad attendermi ogniqualvolta mi viene voglia di prevedere quel che mi potrà capitare tra qualche anno, spero non pochi a dire il vero, anche in questo caso, una rapida lettura e tutto rientra nel clima di una tranquillità cui anelo da molto tempo, e se c’è qualcosa che non riesco a trovare nei libri citati, so che potrò disporre di un ausilio indispensabile nell”Enciclopedia dei morti”, che non è sul tavolino della sala, ma so con esattezza e precisione, direi quasi chirurgica, dove reperire, lo tengo bene in vista nel ripiano centrale, ad altezza d’occhi, della libreria che ho costruito con le mie mani e che fa bella vista nel corridoio che porta alla camera da letto, ma non vorrei dare di me un’idea di uno che pensa solo ad un argomento monotematico per quanto riguarda la lettura, e non solo nell’argomento ma anche nel genere letterario, anche la poesia ha un posto di rilievo tra i miei interessi letterari, la lettura di “Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi” è un ‘vizio assurdo’ che non so levarmi, è sempre là a ricordarmi certi appuntamenti, uno in particolare, che vorrei allontanare sempre più da me ma, come si fa?, e non trascuro nemmeno i testi sacri, “Il libro tibetano dei morti” ad esempio lo preferisco a quello egiziano, ma in ogni caso cerco di cambiare registro o argomento, provo a distrarmi ad esempio tenendo sul tavolo della sala qualcosa di diverso, come ad esempio “Romanzieri ingenui e sentimentali” che ho comprato perché sulla bandella è definito come “Le ‘Lezioni americane’ di Pamuk” e questo riferimento a Calvino mi ha convinto senza alcun dubbio, tanto che ho cominciato a leggerne alcuni capitoli, e però anche questo libro presuppone una lettura attenta non essendo un romanzo ed eventualmente andrebbe consultato, e tanto per dare un esempio basta leggere anche soltanto il titolo del primo capitolo che è “Cosa fa la nostra mente quando leggiamo romanzi”, e insomma c’è da che essere curiosi per chi ama la lettura, ed io essendo uno di questi non potrei ad esempio trascurare, non tanto la lettura, quanto piuttosto una rilettura di tanto in tanto di un pezzo della Recherche, per cui in questo periodo sto provvedendo a rivedere “Dalla parte di Swann”, anche se a me non è capitato di andare a letto presto né per molto tempo e nemmeno per poco, perché, al contrario, vado a letto tardi ed inoltre, ma questo in qualche modo penso di averlo già espresso, sono particolarmente ossessionato dal tempo che passa e che diventa sempre di meno e non posso mica stare a dormire o addirittura a poltrire quando ci sono ancora tanti libri da leggere e che stanno in attesa da tanto, troppo tempo, come ad esempio “A cielo aperto” che a dire il vero ho già letto ma penso di non averlo capito bene ed allora vorrei provare a rileggere, è lì che mi aspetta, forse anche fiducioso, ed anche in buona compagnia, cioè con “Il cielo e la ballerina” che pensavo fosse più semplice, anche se si tratta di una raccolta di racconti e già questo doveva farmi suonare un campanello d’allarme perché i racconti sono più tosti dei romanzi, ma anche questa affermazione forse non ha senso perché dipende da tanti elementi che non è il caso di prendere in considerazione in questo contesto, quello che so è che, anche se non li ho contati e forse non sono esattamente dieci, però una certa idea dei libri che mi fanno compagnia penso di averla data
9 Maggio 2013 alle 21:44
Olimpia: il dilettevole c’è. Rosselli, Marino, Boccaccio sono opere di poesia (e il Boccaccio, oltre che bello, è pure molto divertente).
Molto dilettevoli sono pure il libro della Bing e il Lejeune-Bogaert.
Giordano: effettivamente Francesco di Sales fu accusato (dai protestanti) di stregoneria. Ma il libro in questione parla d’altro.
9 Maggio 2013 alle 21:55
Ma cos’è esthétique de la ponctuation? Il titolo è interessante.
9 Maggio 2013 alle 22:03
E’ – in sostanza – un tentativo di saggio di stilistica della punteggiatura. Fa’ un po’ di teoria, esamina alcuni autori (Proust, Céline, Simon) e cerca connessioni con le altre arti (tutte le arti che richiedono un tempo hanno una scansione del tempo, ovvero qualcosa di almeno affine alla punteggiatura).
Com’è il tuo francese, Gatto? Te lo porto su alla prima occasione? (Posso portarti anche il “Traité de ponctuation française” di Jacques Drillon, esso pure piuttosto interessante). Niente da spartire con i manuali che circolano in Italia.
10 Maggio 2013 alle 08:20
E si noti: un libro può essere noiosetto, e al tempo stesso molto istruttivo; noiosetto, e al tempo stesso commovente.
Chi rinuncia a causa del “noiosetto” rischia di perdersi il “molto istruttivo” o il “commovente” che c’è in quei libri.
10 Maggio 2013 alle 10:37
in quanto tempo hai letto tutti questi libri?
10 Maggio 2013 alle 13:19
Per coincidenza, avevo in programma di leggere il mio primo Claude Simon a breve. E’ un autore che in precedenza ho snobbato per futili motivi, come ad esempio il fatto che dalle interviste che ho letto sembra avesse la simpatia di un cactus o che sia stato preferito a Michel Tournier, autore che amo molto (pare la scelta fosse tra loro due) per il Nobel del 1985.
Ero indeciso su quale scegliere, ma ho guardato la Route des Flandres e penso partirò da lì.
12 Maggio 2013 alle 14:28
Giulio, il mio francese non è male. Più che altro: quando vieni? Io spero di poterti vedere presto, bere qualcosa assieme o addirittura mangiare. Ho bisogno di parlare con te, mi capita circa una volta all’anno, e quando lo faccio mi fa stare poi sempre meglio. Non che ti prenda come se tu fossi uno psicanalista, ma sei l’unico con il quale possa un po’ parlare del mio lavoro. Non è incredibile?
Estremizzazioni a parte: quando vieni? Fammelo sapere, per favore. Organizziamoci. Devo pure restituirti quei due libri che mi hai prestato. Devo parlarti di come è andato quest’anno di come possiamo continuare nel futuro.
E attendo con ansia i libri sulla punteggiatura.
Una cosa non ho capito bene: quando dici “niente da spartire con quelli che circolano da noi”, lo dici in senso positivo o negativo per la cultura italiana? Io ho in mente solo il manualetto della Mortara Garavelli, che mi pare comunque molto buono.
Ciao e grazie, fammi sapere, se vuoi.
14 Maggio 2013 alle 04:34
Voglio dire, Gatto, che io ho trovato, tra i libri sulla punteggiatura scritti in Italia, solo precettistica. Magari fatta benissimo (vedi la Bice Mortara Garavelli), magari elegantemente divulgativa (vedi “Questo è il punto” di Francesca Serafini, Laterza), ma pur sempre precettistica.
Per il resto, in privato.