[Sotto la rubrica “Antologia personale” pubblicherò o segnalerò opere letterarie, musicali, visive, teatrali ecc. che, per una ragione o per l’altra, sono state importanti per la mia vita. La cosa andrà avanti per un certo tempo. gm]
Karlheinz Stockhausen, Trans. Ascolta.
Da un mio articolo del 2005: “A diciannove anni, siccome ero un ragazzo diligente, studioso, ordinato e per bene, pensai di ascoltare la musica classica. Però la musica del Seicento, Settecento, Ottocento mi preoccupava. La letteratura recente, che avevo conosciuta a scuola, era più facile di quella dei secoli antichi. Così andai in un negozio di dischi e dissi: «Vorrei della musica classica, però d’oggi». Il commesso mi diede un disco di Karlheinz Stockhausen, Trans, e uno di Luigi Nono, A floresta è jovem e cheja de vida. Stockhausen mi piacque tantissimo, Nono per niente. I genitori mi dissero: «Che roba è questa?». Io non sapevo rispondere”.
9 Maggio 2013 alle 17:03
[Ce ne faremo una ragione]
Accidenti che trauma! Io avevo iniziato con Vivaldi almeno.
Ciao 😉
10 Maggio 2013 alle 00:05
Stockhausen piacque anche a me, quando musicalmente ero molto più ignorante di oggi. La mia prima reazione fu: cacchio, erano già così avanti? Credo che c’entri poco la cultura musicale.
12 Maggio 2013 alle 01:49
Io ho chiamato il gatto Karlheinz in onore di Stockhausen. Ma forse perchè suona bene il nome, anche se chi non lo sa pensa si riferisca a Rummenigge. Il che sarebbe impossibile.