di Claudio Salvi
non ci vuole tanto.
un prato di erba finta ecco tutto.
e luci a forma di papavero.
un corridoio di legno dove qualcuno passa accanto a banchi schierati.
un uomo firma certi libretti.
in angolo una lampadina.
questa stinge le pareti.
poi la fila indiana di ragazzi e ragazze.
più niente da vedere.
eccetto la ragazza che corre avanti altri due passi e che tengo per il braccio.
non tenermi, ride, che faccio come il cane – e tira.
21 aprile 2013 alle 06:42
la risata finale è commovente.
salvi, non la conoscevo, ma ora sì.
grazie.