di giuliomozzi
1. Collegio cardinalizio: tutti a casa. Il numero dei cardinali va dimezzato. Indire subito le cardinalarie, alle quali potranno partecipare tutti i fedeli iscritti al blog www.papafrancesco.va.
2. Condizioni di eleggibilità: i candidati a cardinale dovranno (a) non essere mai andati a Medjugorje, (b) non aver mai parlato bene di Padre Pio, (c) aver sempre pagato l’Ici, l’Imu, e qualunque tassa equivalente.
3. I candidati a cardinale dovranno astenersi dall’apparire in mondovisione. Solo il vescovo di Roma può apparire in mondovisione.
4. Celibato dei preti: abolito da subito. Tutti i preti sotto i cinquant’anni avranno cinque anni di tempo per sposarsi. I preti con più di cinquant’anni potranno restare celibi, ma dovranno astenersi dal celebrare matrimoni.
6. Nubilato delle suore: abolito da subito. Tutte le suore sotto i cinquant’anni avranno cinque anni di tempo per sposarsi. Le suore con più di cinquant’anni potranno restare nubili, ma dovranno astenersi dal lavorare negli asili.
7. Proibiti fino al 2023 i matrimoni tra preti e suore. Ammesso il matrimonio tra preti e perpetue. In tempi brevi si provvederà a normare l’unione tra preti o tra suore.
8. Divieto di qualunque accordo con le altre religioni monoteiste. Il cristianesimo deve puntare al 100% dei credenti.
9. Ripudio di qualunque patto, convenzione o altro tra Chiese nazionali e Stati. Gli Stati che tenteranno accordi sottobanco saranno immediatamente scomunicati in blocco.
10. Installazione immediata del va-fi in tutti gli oratori.
Chiesa cattolica (Catholic church, Eglise catholique, Iglesia Católica, 天主教 ecc.) is a trademark registered in all countries of the Universe (included Heaven, Purgatory and Hell). Any use of the “Chiesa cattolica” logo for religious purposes without the prior written consent of Chiesa cattolica may constitute trademark infringement and unfair competition in violation of divine laws.
14 marzo 2013 alle 15:21
Ti credevo cattolico … :-O
14 marzo 2013 alle 15:24
Il Va-fi a banda larga garantisce l’autenticità della fede!
14 marzo 2013 alle 15:28
per fortuna che hai specificato la categoria. anche se molti ti prenderanno comunque sul serio. attendo quindi che ti candidino a leader del movimento 5 Steli.
14 marzo 2013 alle 15:28
Certo, Calamari. Questo articolo scherza, ma non sulla chiesa cattolica. Scherza sul linguaggio politico del nostro tempo. (Peraltro, si potrà pure scherzare qualche volta).
14 marzo 2013 alle 15:32
Lo troverete strano da parte mia, ma mi è molto piaciuto questo articolo di Michela Murgia
http://www.michelamurgia.com/cultura/melting-pop/791-bergoglio-e-pregiudizio
14 marzo 2013 alle 15:38
Qualche dubbio: 1) in attesa di quanto previsto al n° 8, si potrà dire messa? 2) A Natale quante comete sono previste?
14 marzo 2013 alle 15:39
Sì, Valter: magari facendo la tara a quel pizzico di complottismo che mi par di intravedere nei primi capoversi.
14 marzo 2013 alle 15:40
Lidia, la risposta è qui.
14 marzo 2013 alle 15:46
Devo aggiungere un punto:
11. Installare in ogni campanile campane a basso consumo energetico.
(Per le particole a chilometro zero si può, magari, aspettare).
14 marzo 2013 alle 16:04
ma le suore, credo, non fanno voto di nubilato.
14 marzo 2013 alle 16:16
Nessuna prescrizione sull’abolizione della papamobile a favore della papabici?
14 marzo 2013 alle 16:37
…anche i preti potranno sposarsi, ma soltanto a una certa età…
P.S.: @karlfriedrich… il “voto di nubilato” non esiste, così come non esiste quello di celibato. Celibato e nubilato sono stati prima una prassi, poi un obbligo (e mi pare che ciò si debba al Concilio di Trento). Il voto, tra gli altri, è di castità.
14 marzo 2013 alle 16:49
io sapevo che per i preti è voto di celibato mentre per le suore è di castità. ma evitiamo di appesantirci, scusassero.
14 marzo 2013 alle 17:13
Approvo dalla prima parola all’ultima.
Mozzi for President!
14 marzo 2013 alle 17:46
Le cardinalarie son bellissime!
14 marzo 2013 alle 17:46
Intanto cominciate tutti a imparare le preghiere in dialetto astigiano.
14 marzo 2013 alle 18:26
Mirella, ma io non approvo per niente!
14 marzo 2013 alle 18:27
Giulio Mozzi, ma il M5s non era quel movimento che avresti potuto votare?
14 marzo 2013 alle 18:36
Sì. Niente me lo impediva.
14 marzo 2013 alle 19:04
Fucili puntati nelle urne non ce n’erano Mozzi, no, sei un bravo retore…
Ciò non toglie che anche in un sistema democratico con libere elezioni ecc, un coscienza politica solida può impedire di votare il M5s. (Sarà proprio per paura dei fucili puntati? – faccio pure io un po’ di sensazionalismo sul pubblico).
14 marzo 2013 alle 19:22
E tutti, infedeli o atei, sbagliano. Sono tutti uguali.
14 marzo 2013 alle 19:57
E la faccia vedere lui a Roma ladrona!! (Ops, ho sbagliato periodo e dunque demagogia… Adesso i ladroni sono i politici, la città non c’entra più.)
14 marzo 2013 alle 20:22
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/articoli/1085940/papa-francesco-le-donne-inette-per-la-polita.shtml
14 marzo 2013 alle 21:02
Sul fondo (di un thread) si deposita la feccia. Allusioni politiche del tutto im-pertinenti, sottintesi del cazzo, e la solita, ritrita litania di una mentalità patriarcale che si può criticare benissimo, ma che politicamente non impegna nessuno. Chi vuole convincere i cittadini a riconoscere questo o quel diritto, non deve imbavagliare il papa, deve imparare a vincere le elezioni.
14 marzo 2013 alle 22:46
Binaghi, cerchi di essere un po’ più tollerante. E soprattutto, io lo chiedo cortesemente, dica quali “allusioni” a suo avviso sono “impertinenti” (e impertinenti nell’accezione desueta di “non pertinenti”, o in quella di “insolenti”? Non si capisce) e perché sarebbero non pertinenti o insolenti.
Quanto all’imbavagliare il papa… In che modo riportare in un blog affermazioni fatte nel 2007 dal pontefice neoeletto può contribuire a imbavagliarlo (se interpreto correttamente il commento)?
Poi, il papa ha tutti gli strumenti e il potere per smentire (con i fatti anche) le affermazioni che (a suo avviso) lo imbavaglierebbero.
Oltretutto, a me pare che il suo atteggiamento sia molto contraddittorio. Se per lei quelle affermazioni sono, per così dire, ordinaria amministrazione (ne ho il sospetto a leggere il suo commento) per quale motivo una citazione delle suddette sarebbe “feccia”?
Ovviamente il puntiglio da sapientino clementoni è una critica, nella forma, al suo atteggiamento.
14 marzo 2013 alle 22:51
Un po’ in ritardo e accodata alla cosiddetta “feccia” … preciso: scherzavo anch’io! 🙂
14 marzo 2013 alle 23:00
Sì, ma l’avete cliccato http://www.papafrancesco.va?
14 marzo 2013 alle 23:00
Scusate, cliccate senza il punto interrogativo…
14 marzo 2013 alle 23:02
Ah, no! 😀
Giulio, sei un demonio.
Cliccatelo dal punto 1 del post, in alto…
14 marzo 2013 alle 23:02
Massimo, non sarei mica cascato nel trucco di Giulio Mozzi? :))
14 marzo 2013 alle 23:02
Con tutte le scarpe 😀
14 marzo 2013 alle 23:23
Daniele, gli interventi di Barbieri che accusano i cattolici di essere insensibili al femminismo, poco gay-friendly ecc sono ossessivi e reiterati quanto fuori luogo. Io capisco e in parte condivido le sue battaglie ma sono battaglie politiche, si fanno mandando gente in parlamento a votarle, non chiedendo a chi la pensa diversamente di zittirsi perchè “influenzerebbe” l’opinione pubblica. Il papa governa la Chiesa, non l’Italia nè l’Argentina. E’ così difficile?
Quanto alle allusioni inutili e non pertinenti mi riferivo a Seligneri, che vede grilli dappertutto, dev’essere un’ossessione, si faccia vedere da uno bravo.
La tolleranza, non me la chieda. L’ho sempre considerata la virtù dei bottegai.
15 marzo 2013 alle 00:50
Cittadino Binaghi, buonasera a te.
Grazie per il feccia, è un titolo onorifico che cerco di meritarmi da che m’arriva la memoria… Non sono però d’accordo che la feccia si produca sempre tra gli interstizi terminali del thread, ricorda che uno al gabinetto va, come il genio, quando può, non quando vuole, e la tua statistica non mi sembra molto attendibile quindi. (Lo dico senza polemica)
Dopo, visto che ci stiamo, ti volevo consigliare che è inutile continuare con questa tua captatio malevolentiae nei miei confronti… fatti una ragione che mi stai simpatico, non cambierò idea, mi spiace.
Riguardo alla domanda sul M5s, ti posso assicurare che le manie persecutorie non c’entrano, per me il boccolato e i suoi non rappresentano nessun problema; però non è vero che sono fuori tema, o non pertinente. Questo decalogo mi pare faccia parecchi riferimenti ironici sui punti di forza del M5s, è strano che non li vedi. Tra l’altro, l’autore medesimo nonché anfitrione Giulio Mozzi, alle 15:28 di oggigiorno, ci confessa che non ha alcuna intenzione di scherzare con i santi né con la Chiesa, s’è messo semplicemente, e si capisce a occhio nudo, a fare il giocherellone con il linguaggio politico dei nostri tempi, ovvero in larga parte s’è messo a scherzare con quel fante là che vien di Genova… Ed è da lì che ho ritenuto di voler soddisfare la mia curiosità di sapere come mai uno che sfotteva (una volta tanto potrà pure lui scherzare per la madosca?!) così bellamente le scomuniche grilline alla politica potesse poi aver mentovato la possibilità di votarlo…
Niente di più.
15 marzo 2013 alle 05:27
Dinamo, Machiavelli sosteneva che nessun uomo è del tutto buono o del tutto cattivo. Credo si possa dire lo stesso dei movimenti politici.
Se vuoi avere delle buone ragioni per sostenere il M5S, leggi il loro programma. Se vuoi avere delle buone ragioni per non sostenerli, guarda la loro comunicazione. Se vuoi avere delle buone ragioni per avere dei dubbi, guarda la loro incertezza oggi – l’incertezza di chi non ha nessuna strategia se non la più rischiosa.
15 marzo 2013 alle 07:32
Va bene Dinamo, convivremo simpaticamente a schiaffoni, come un buon numero di coppie in questo paese.
15 marzo 2013 alle 07:39
http://www.vita.it/mondo/attualita/somoza-ho-conosciuto-francesco-autentico.html
15 marzo 2013 alle 07:47
Provando a tornare in topic (“le strategie di comunicazione”) a me incuriosisce molto quello che sta accadendo sulle pagine dei principali quotidiani italiani on line, e in particolare Repubblica. Papa Francesco è già santo. Non smettono di farci vedere foto in cui bacia i piedi dei malati, ci dicono che gira in autobus, che si cucina da solo, che paga il conto dell’hotel, questo sì che è un papa amico dei poveri (non come Ratzinger che vestito da drugo di Arancia Meccanica andava in giro a bastonare i poveri sotto i ponti).
Mentre scrivo questo commento, sull’home page di Repubblica c’è ancora solo un minuscolo accenno alle ombre sul passato di Bergoglio. Tutto il resto è agiografia preventiva.
Repubblica si conferma l’organo di informazione del partito qualunquista interplanetario. Voglio vedere che si inventeranno quando il nuovo san Francesco guiderà moltitudini per le vie di Roma contro le nozze gay.
15 marzo 2013 alle 08:11
12. Boicottaggio da parte dei fedeli di tutti le terapie prodotte dall’odiata lobby delle case farmaceutiche. In sostituzione dosi massicce di acqua Santa, benedizioni del parroco di quartiere e per i casi più gravi bagni nelle piscine biologiche di Lourdes, collegate tramite una No-Tav a carbone equo-solidale a zero emissioni.
12b. Abolizione dell’AIDS e evangelizzazione di tutte le teorie negazioniste, con conseguente abolizione dell’uso dell’odiato profilattico.
15 marzo 2013 alle 08:11
Binaghi, che vuoi che ti dica, se Bergoglio pensa che le donne non sono tagliate per la politica è forse colpa mia, sarà un po’ aristotelico…
Del resto è un signore eletto da un collegio composto da centoquindici anziani portatori di pene che si chiudono a chiave in una stanza per eleggere un anziano portatore di pene.
Davanti a tanto non c’è mica bisogno di allusioni… 😀
15 marzo 2013 alle 10:38
Andrea, quei signori sono i custodi di un tesoro di cui molti della presente generazione (e forse nemmeno loro) comprendono davvero l’importanza. L’importante è che custodiscano senza contaminare e lascino le porte aperte a chi vuol servirsene.
Non è colpa mia se tu (in buona compagnia eh!) non capisci lo scarto tra ciò che è naturale e ciò che è soprannaturale in tutto questo. Posso al massimo copincollare quel che ho scritto stamattina a un amico su Facebook:
Nell’attesa di avere Vladimir Luxuria sul soglio pontificio, vorrei ricordare un detto di Galileo: “La Chiesa insegna come si va in cielo, non come va il cielo”. Traduzione: il messaggio di Cristo è una cosa, le concezioni culturali di una generazione di preti o vescovi un’altra. Tutti i preti prima di Galileo credevano che il sole girasse intorno alla terra e non per questo la loro pastorale ne era smentita. Tuo nonno probabilmente pensava che la politica è roba da uomini e quel che accade tra due gay non ha diritto di fregiarsi del titolo di matrimonio. Era per questo un coglione? A buttar tutto in un unico calderone ci vuol poco, ma l’intelligenza è senso della complessità.
15 marzo 2013 alle 19:22
Beh, anche a me incuriosisce molto l’uso che si fa, nei media tradizionali e in rete, di questa figura di papa evidentemente inconsueta per alcuni aspetti ma per altri (dottrinali etc) perfettamente in linea con i suoi predecessori per quanto è possibile capire da affermazioni fatte in un passato recente (a meno che il ruolo cambi l’uomo, e non mi sembra possibile); lo dico con duplice preoccupazione, da agnostico non praticante (agnosticismo debole, il più possibile rispettoso) e da cittadino preoccupato del potere sociale che esula evidentemente da quello che riguarda le masse dei credenti cattolici e si riflette sulla vita, sul bios e, per forza di cose, sulla politica in generale. (In modo più che legittimo, ma è allo stesso tempo legittima la preoccupazione.)
Ieri sera ho guardato per decine di minuti sparsi nella serata la trasmissione di Michele Santoro, è anche lì, neanche a dirlo, la chiesa era il centro d’attrazione gravitazionale-morale dei discorsi incentrati sulla politica, perché? Per semplificare, e per brama di ammucchiare fenomeni diversi sotto una stessa morale, sotto uno stesso cielo diciamo. E poi c’è anche il compiacimento della lode all’avversario, a mio modo di vedere. (Come quando – esempio non recentissimo – si sprecavano le lodi sul neofascista redento Gianfranco Fini per aver rotto con Berlusconi, nemico primario).
Qualcosa di analogo è avvenuto coi magistrati, che sono diventati così affini alla sinistra per aver partecipato attivamente al declino di Berlusconi. A causa di questa forma (spesso esclusivamente nominale) di “apertura” la sinistra cade spesso in contraddizione e intraprende con un passo falso (per non smentirsi poi) piste false che la portano inevitabilmente a perdere il consenso fragile acquisito a colpi di retorica, e questo è un male… Vedremo cosa succederà per quanto riguarda il papa. E sia maledetto il diavolo, cioè volevo dire il dialogo, nella concezione di certi.
15 marzo 2013 alle 19:59
Si potrebbe trarne la conclusione che, destituito il marxismo della sua carica eversiva, la sinistra non ha più nulla da dire in termini etici o antropologici e, se non vuole identificarsi a quel pensiero debolissimo che è il relativismo totale, deve parassitare qualcos’altro. Ma è una conclusione dura da trarre da chi è stato educato alla sinistra come “l’Italia giusta”.
16 marzo 2013 alle 00:40
Si potrebbe. Ma si potrebbe non scambiare l’errore umano per la sostanza delle cose.
16 marzo 2013 alle 09:17
Non ho fatto nomi. Per me la vacuità morale e culturale è proprio nel profilo della sinistra post-marxista italiana, non negli incidenti di percorso di qualche membro.
16 marzo 2013 alle 12:44
“Non è colpa mia se tu (in buona compagnia eh!) non capisci lo scarto tra ciò che è naturale e ciò che è soprannaturale in tutto questo.” [Binaghi, qui e sotto]
Un discorso ‘soprannaturale’ ha certo una sua profondità e umanità ma non può essere costruito contro la dignità umana. La marcatura del corpo a seconda del colore della pelle o dell’uso degli orifizi o della conformazione degli organi sessuali o della quantità e qualità degli ormoni eccetera, è evidentemente in contrasto con la dignità umana perché collega arbitrariamente a quella segnatura pseudo-biologica un destino.
“La Chiesa insegna come si va in cielo, non come va il cielo. Traduzione: il messaggio di Cristo è una cosa, le concezioni culturali di una generazione di preti o vescovi un’altra. Tutti i preti prima di Galileo credevano che il sole girasse intorno alla terra e non per questo la loro pastorale ne era smentita. ”
Magari fosse così semplice. L’assetto del sistema di sesso/genere è un problema che imbeve la nostra società tanto da non poterlo vedere. Per questo motivo Pierre Bourdieu scrisse ‘Il dominio maschile’ rivolgendosi alla cultura cabili dell’Algeria. Bisogna fare continuamente i conti con questa cecità dell’immersione. Faccio un esempio banale. Tempo fa Mozzi pubblicizzò un evento dell’Iprase sul tema cosa insegnare a scuola. Nella scuola il rapporto tra insegnanti femmine e maschi è circa sette a tre – esclusa ovviamente l’università che essendo prestigiosa e remunerativa è territorio maschile. Dunque nel convegno, cioè nel momento in cui si va su un palco a prendere la parola sul proprio lavoro, mi sarei aspettato di vedere una maggioranza femminile. Invece il rapporto tra relatori femmine e maschi era ribaltato, tre a sette. Il palco era diventato il momento pomposo del portatore di pene. E non c’era un relatore che parlasse del problema dell’identità sessuale a scuola. Pomposità e lungimiranza non vanno d’accordo: pochi giorni dopo il convegno un tredicenne conosciuto come ‘il ragazzo dai pantaloni rosa’, ovvero una persona gender non-conform, si tolse la vita per le vessazioni omotransfobiche da studenti e professori. Quindi, se non volete essere rappresentati dalla parabola dei ciechi di Bruegel, è meglio che teniate in grande conto le critiche.
“Tuo nonno probabilmente pensava che la politica è roba da uomini e quel che accade tra due gay non ha diritto di fregiarsi del titolo di matrimonio. Era per questo un coglione? ”
Qui non si tratta di attribuire la patente di coglione, si tratta di ragionare sul metodo di scelta di una persona per un certo ruolo: “eligere”.
16 marzo 2013 alle 13:35
Niente da dire. L’esclusione delle donne dal sacerdozio è una cosa di cui non ho mai capito e non capisco le motivazioni. Sospetto che sia un tributo non alla teologia di Gesù ma alla cultura patriarcale dell’antichità, che aspetta ancora il suo Galileo. Il punto è che bisogna essere dei papi e non semplici credenti o teologi per “sciogliere e legare” ciò che riguarda la Chiesa di Cristo. E per me, che credo alla presenza dello Spirito in essa, resta da accettare ciò che non capisco e attendere ciò che probabilmente non vedrò.
16 marzo 2013 alle 15:01
Andrea, ho dei dubbi. Scrivi:
Qui tu usi due parole:
– dignità umana,
– destino.
Ora: non mi pare che si possa fare un discorso sulla “dignità umana” senza
– o riempire di senso le parole “dignità umana” con un riferimento a una soprannaturalità,
– o negare ogni possibile soprannaturalità.
Nel primo caso, sospetto che il tuo discorso si avvii a essere autocontraddittorio. Nel secondo caso, sospetto che l’affermazione iniziale “Un discorso ‘soprannaturale’ ha certo una sua profondità e umanità” si svuoti.
Per “destino”, il discorso è lo stesso.
Non capisco perché colore della pelle, conformazione degli organi sessauli, quantità e qualità degli ormoni eccetera siano “segnature pseudo-biologiche”. Mi pare che sarebbe più sensato dire che sono “tratti biologici” – e ogni cultura umana li tratterà come crede. A meno che tu non intenda “pseudo-biologiche” nel senso che sono fatti meramente biologici, ai quali le culture umane prima affibbiano significati, e poi tentano di radicarli nel biologico (es.: “Le donne non sono adatte alla politica perché ci hanno degli ormoni così e cosà”, ecc.).
Non ho incluso nell’elenco “l’uso degli orifizi” perché, ovviamente, qui siamo completamente nel campo culturale e fuori dal campo biologico.
Quanto al convegno Iprase, trovo il ragionamento un po’ curioso – oltre che disinformato. Peraltro è evidente, Andrea, che se tu – maschio ed eterosessuale – ti affanni tanto in queste cause, è perché vuoi evitare che il discorso delle donne venga fatto dalle donne, il discorso lgbt dalle persone lgbt: per questo occupi tutti gli spazi di discussione possibili e immaginabili, ecc. ecc.
😉
16 marzo 2013 alle 18:35
Quando parlo di discorso ‘soprannaturale’ mi riferisco a un librettino di Wittgenstein intitolato “Note sul «Ramo d’oro» di Frazer”
http://www.adelphi.it/libro/9788845901836
dove alcune pratiche religiose, di popolazioni cosi dette primitive, sono descritte da W. come una ‘forma di vita’ che viene misurata ottusamente da Frazer col metro della mentalità scientifica ottocentesca. Per me rapportarmi col discorso ‘soprannaturale’ – che intendo non soltanto strettamente come atto linguistico ma anche, per esempio, come una piccolissima e banalissima pratica di devozione – è rapportarmi con una ‘forma di vita’, per questo parlo di profondità e umanità nel ‘soprannaturale’.
Quando parlo di dignità umana mi riferisco invece al novero molto concreto dei diritti umani.
‘Pseudo-biologico’ perché viene presentato come ‘dato’ qualcosa che è già costruzione culturale.
Le informazioni sul convegno vengono dal programma che avevi pubblicato; a suo tempo avevo contato i relatori e le relatrici e avevo letto gli abstract degli interventi. I dati sul 70% delle insegnanti contro il 30% degli insegnanti lo avevo trovato in un documento più vecchio dello stesso Iprase (chiaramente tanto più la scuola è di grado umile quanto più vengono impiegate le donne, quindi il 70% cresce e viceversa). Non prendere la mia critica come un’accusa, io non ho certo una cattiva opinione di te, né di Binaghi, né di nessun altro. Se lascio delle bombe qua e là è per farvi cambiare strada intellettualmente. Voi non ve ne accorgete ma vi ho già fatto scarrocciare di quattro gradi in due anni.
Non capisco cosa significhi il tuo discorso su chi può parlare e chi no, sugli spazi occupati. Formo un gruppo insieme a altre persone e copriamo un po’ tutte le esperienze. Non siamo ancora associazione formale, ma insomma è in cantiere.
17 marzo 2013 alle 06:26
La battuta finale, Andrea, era solo per mostrare come sia possibile – con espedienti retorici minimi – accusare chiunque di più o meno qualunque pregiudizio eccetera. D’altra parte, ciascuno ci ha le sue patologie e i suoi problemi: tu sublimi con tutto questo impegno (un’associazione, addirittura!) la tua aspirazione a una sessualità altra da quella banalmente standard che pratichi e – a causa della tua mentalità piccoloborghese da piccolo professionista di provincia – hai il terrore di abbandonare; e vabbè: ma non vedo perché io dovrei farmi carico, discutendo con te su questi temi, di aiutarti a mantenere ben rimosso ciò che forse dovresti – e sarebbe tanto più salutare – agire.
Ora, poi, la tua dichiarazione di non avere una cattiva opinone di nessuno, e quindi neanche di Adolf Hitler, getta un’imprevista ma rivelatrice luce sulle possibili origini neonaziste del pensiero che vieni a esprimere qui, ecc.
Ovvero: tutto si può dire, Andrea (e anche il contrario di tutto, naturalmente). Ma a che serve?
17 marzo 2013 alle 12:48
Ho rilevato una prassi, non un pregiudizio.
Quindi il mio è paroliberismo. Caspita che argomento.
17 marzo 2013 alle 16:38
Per un attimo, vedendo il riferimento all’articolo della Murgia, ho avvertito il terribile vacillare di ogni mia certezza e un brivido lungo la schiena, che, in confronto l’elezione di Scola sarebbe stata una passeggiata di salute. Poi l’ho letto, e ne sono stato in tutto e per tutto rinfrancato. Temevo critiche a una certa confusione di queste ore fra appeal mediatico e spiritualità, alla immediata beatificazione caldeggiata dai soliti vitomancuso (che un quarto d’ora prima della fumata bianca aveva sostenuto in tv di augurarsi un papa manager, ma come sempre ha compreso all’istante dove spirava il vento) e compagnia bella, alle puntuali semplificazioni. Personalmente, da un pontefice mi attendo non tanto gesti simbolici (come quell’inchino, comunque bellissimo, alla gente raccolta in piazza) quanto scelte concrete, come quella compiuta dal terribile conservatore schivo e troppo spesso impacciato Ratzinger (il “pastore tedesco”, come lo definì il Manifesto) nell’affrontare l’ignominia dei sacerdoti pedofili senza curarsi, con distacco questo sì spirituale, se il look della chiesa e suo personale ne venivano danneggiati presso la pubblica opinione. Ritenere che un cardinale che sfiora l’elezione nel 2005 e la ottiene la volta successiva, otto anni dopo, sia una sorta di alieno che arriva da un altro mondo come il poverello di Assisi, completamente estraneo alla curia romana e ai suoi equilibri di potere sarebbe a mio avviso puerile: è al contrario probabile che sia stato eletto proprio perché soluzione di compromesso fra curiali ed extracuriali. Ma per chi ci crede, come il sottoscritto, la speranza è che in questa scelta abbia giocato un ruolo anche lo Spirito Santo, e che continui a guidare il nuovo papa nel suo cammino. Magari, senza far troppo caso ai tanti sorrisi alle telecamere di alcuni amici di queste ore.
18 marzo 2013 alle 04:55
Non paroliberismo, Andrea, ma – come ho già scritto – disinformazione. Qualche settimana fa ho notato – in un altro seminario – che relatrici e relatori avevano alcune caratteristiche comuni: capelli biondi, occhi azzurri, corpi asciutti. Dovevo forse dedurne che il seminario – a prescindere dal suo argomento – serviva alla purezza della razza ariana?
18 marzo 2013 alle 16:16
E’ assai improbabile che fosse un convegno nazista Giulio, quegli indizi sono poco significativi.
Mi puoi dare il link al call for paper del seminario ‘Scuola d’Autore – Cosa insegnare a scuola’?
19 marzo 2013 alle 19:25
Non so se mi sono perso qualche commento specifico in cui fosse spiegato: la mancanza nel decalogo del punto 5 è casuale o voluta? O forse il Portavox Maximus del Movimento è intervenuto a cassarlo dopo la pubblicazione, perché i contenuti di questo punto (guarda caso, proprio il numero 5…) non rispettavano la linea di pensiero, parola, opera e omissione votata a maggioranza dagli eletti come unica possibile da qui all’eternità, pena scomunica?
Giulio, non è che nel punto 5 invitavi a votare il Cardinale Grasso come nuovo Camerlengo, vero?! Perché se cadi nei trappoloni di quegli astutissimi e cattivissimi strateghi di PDL e PDmenoelle, il Portavox ha già detto che la prima volta ti perdona per manifesta dabbenaggine, ma la seconda ti caccia con ignominia dal Conclave…
20 marzo 2013 alle 08:20
Non c’è stato un call for paper, Andrea. Sono stati fatti inviti diretti.
Francesco: trattasi di svista.
21 marzo 2013 alle 21:27
Probabilmente non ho capito di che cosa discutete, ma intorno a questa interminabile discussione, forse, aleggia un fantasma: Mozzi e Binaghi sono autori di un interessante libretto su dieci buoni motivi per professarsi cattolici; ma non dovrebbero scrivere piuttosto un manifesto per invitare i cattolici italiani a cospargersi il capo di cenere? Questo perché, avendo essi avuto un ruolo egemone nel dopoguerra fino ad oggi, hanno condizionato la società di cui hanno accentuato negativi (clientelismo, ipocrisia, affarismo….); o, quantomeno, non sono intervenuti per eliminarli o limitarli.
Gianni Repetto
21 marzo 2013 alle 21:54
Qualcosa tipo questo, Gianni?
22 marzo 2013 alle 09:40
a proposito del punto 12-12b:
http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=41659&typeb=0&20-03-2013–Il-portavoce-grillino-l-aids-e-una-grande-balla
L’idea che mi son fatto su queste teorie basate sul nulla e’ che abbiano l’effetto di far sentire intelligenti quelli che le sposano.
E’ una forma vacua e un po’ becera di snobismo, che consente di sentirsi superiori agli altri senza entrare realmente nei particolari.
23 marzo 2013 alle 13:57
Ma nessuno che abbia ricordato che Francesco è il primo Papa gesuita?
quando da ragazzo studiavo da loro, un giorno ricevemmo il Padre Generale, e fu così che appresi l’appellativo con cui di nascosto veniva citato il capo della Compagnia di Gesù, il Papa Nero. Al principio pensai che non fosse cosa buona, ritenendo che sottintendesse un che di oscuro legato a certo potere ecclesiale, tanto è che come fece il suo ingresso nella cappella dell’Istituto fui preso da un timore reverenziale per nulla salvifico. Fu questione di minuti, all’omelia il “mio” Papa si mostrò uomo buono e giocondo. Messa da parte la distanza domandò a noi ragazzi:
“Vi siete mai chiesti perché i padri gesuiti si firmano con la sigla di seguito al nome?” .
Perché ve la tirate troppo!, pensai con tipica acidità di studentello e chierichetto. “Perché intendiamo ricordare che siamo servitori, di Gesù e perciò di chi soffre o non ha niente”, aggiunse padre Arrupe, S.J.
Ora, a parte le paturnie di allora, io conservo la radicata convinzione che i gesuiti hanno le palle quadrate, punto e basta. Tanto per citare, furono loro a insegnarmi, quattordicenne in epoca conciliare, i fondamenti del sesso. Dai gesuiti ho imparato a riflettere sul significato della vita come normale occupazione della mente. Con essi mi fu facile accettare che la mamma di Massimo S. , di fede luterana, era una signora forte e solare, “e dovreste vedere come canta la domenica alla funzione!”. Per loro, e grazie a una robusta visione della vita, ho capito che significa impegnarsi in quattro giorni di esercizi spirituali, che iniziavano correndo per i boschi di Cappella Cangiani e terminavano alle prime ombre con la partita di calcio o di pallavolo.
Non ho mai sentito, MAI, una storia, una maligna diceria, un velenoso pettegolezzo su qualcuno di loro che praticasse pedofilia (eravamo un trecento ragazzi, tra medie e liceo, niente guaglione, ammesse dopo che mi maturai, maledizione!) e insomma, in un ambiente per nulla codino o bigotto, se qualcuno avesse subito avances lo si sarebbe saputo di sicuro, e l’incriminato spedito dall’oggi al domani in un Collegio lontano. Mai accadute né l’uno né l’altro in 13 anni che ho frequentato.
Durante l’anno scolastico qualche pomeriggio si andava su in Clausura, dove venivamo accolti in una stanzuccia tappezzata di libri, con al centro una gran scrivania e, nascosto da un separè, il letto. Si veniva a turni di tre o quattro, un po’ perché a quegli uomini soli faceva piacere di esser cercati, soprattutto per supplementi di greco o latino da noi richiesti. Seduti all’altro capo della scrivania e alla luce di un lume da tavolo del tipo a collo flessibile, stavamo fermi e zitti, in scolastica e furbesca difensiva, perché se durante quei supplementari ci fosse scappata una interrogazione fuori si rischiava la figuraccia. Guai infatti, guai, per chi già interrogato in aula e colto invece impreparato, non per una questione di voti ma per l’infamia della fiducia tradita. Ma era un rischio da correre, in quanto una delle prosaiche ragioni per cui si saliva in Clausura era sbirciare nel quadernetto dei voti gelosamente custodito. E però, guarda caso, non di rado il libriccino dalla coperta costata spiccava in bella mostra sotto i nostri occhi. Quando si dice i gesuiti.
Ad ogni trimestre c’era la premiazione in Auditorium. Io li conservo ancora i diplomi (di I o II grado, a seconda della media conseguita) e le medaglie di gran merito, consegnati dal padre Rettore ai più bravi e in gamba, al termine di un percorso tra gli applausi generali. E a proposito del Rettore e di quei benedetti risultati, veniva lui stesso in aula per consegnare e leggere le pagelle. Scandiva i voti in un silenzio di messa, se andavi bene non lesinava elogi e incoraggiamenti, ma se le cose non funzionavano i casi erano due. O ti ammoniva sui pericoli da ‘pagella scivolosa’ oppure, se non ti impegnavi, ti guardava dritto negli occhi, facendo sì con la testa senza parlare, a far capire che da oggi in poi ti teneva segnato. E che ti tenesse nell’albo speciale, sia bravo che no, te ne accorgevi incontrandolo per i corridoi e le scale o gli atri o i saloni dell’Istituto, quando veniva automatico o impulsivo corrergli incontro a baciargli la mano. Allora si apriva in un lieve sorriso e te la tendeva da buon padre severo, pur non potendo tu ancora capire se eri perdonato dell’ultima bricconata o di quel tre e tre in greco oppure eri ancora fra i perduti. Te ne accorgevi solo se, al termine del fuggevole baciamano, ti prendeva le braccia stringendole forte con un sorriso da Pasqua.