di giuliomozzi
In calce a questo articolo di Valter Binaghi in vibrisse si è sviluppata una discussione (tuttora in corso) attorno a una domanda: chi sono gli elettori di M5S? E, in subordine: da dove vengono? che cosa hanno votato negli anni scorsi? qual è la loro storia, la loro formazione politico-culturale, la loro composizione sociale, eccetera (e vedi anche questo articolo di Sara Rocutto, ripreso in vibrisse).
Al di là dell’interesse scientifico delle analisi dei flussi elettori eccetera (interesse per me molto forte: la prima volta che mi occupai di queste cose, con gli amici di una bizzarra e intelligente associazione culturale, fu nel 1983), propongo di provare a vedere un altro aspetto della questione. L’aspetto, se volete, retorico.
Comincio da un paio di esperienze personali. Tanti anni fa – ma proprio tanti, diciamo sempre primi anni Ottanta – in un seminario di formazione organizzato dalla Democrazia cristiana, mi capirò di ascoltare una lezione di Beniamino Andreatta. Il quale tra le altre cose disse, più o meno: uno dei lavori sporchi che la Dc ha fatto, dal dopoguerra a oggi, è stato quello di contenere una quota importante di elettorato: l’elettorato disponibile al fascismo. Non quello fascista (che ha avuto il suo Msi), ma quello che senza essere consapevolmente fascista potrebbe facilmente dare il proprio consenso a un partito fascista.
Fine della prima esperienza personale. La seconda: per sette anni, dal 1982 al 1989, ho lavorato presso la Confartigianato del Veneto (Frav). All’epoca si poteva dire che la Confartigianato fosse collaterale alla Dc, più o meno come la Cgil era collaterale al Pci. Nella vita di questa organizzazione sindacale potevo vedere in atto ciò di cui Beniamino Andreatta parlava. La base associativa – imprenditori piccoli, minimi, minimissimi – esprimeva un discorso politico condensabile in due parole: “Copàrli tuti” (ammazzarli tutti). L’organizzazione lavorava su questo, spingeva a fare discorsi più analitici e meno brutalmente sintetici, individuava ciò che era effettivamente possibile fare e ciò che – essendo impossibile – conveniva lasciar perdere: insomma, l’organizzazione attuava al proprio interno, e in questo modo anche insegnava alla propria base e ai propri quadri, la nobile arte della mediazione. E trasformava una massa di potenziale consenso politico “disponibile al fascismo” in una massa di consenso politico alla Dc e dintorni.
Quando spuntò la Lega Nord (salto i precedenti: la Liga Veneta ecc.) a me parve che fosse accaduto questo: che mentre fino a quel momento i due partiti maggiori (la Dc e il Pci) avevano raccolto e organizzato consenso attraverso un lavoro di mediazione; e mentre fino a quel momento tutti erano sostanzialmente d’accordo sull’idea che il lavoro di un partito (e delle sue eventuali organizzazioni collaterali) fosse quello di organizzare consenso con un lavoro di mediazione; in quel momento spuntava un partito che di mediazioni non ne faceva nessuna. Anzi: raccoglieva consenso proprio estremizzando gli “spiriti animali” – come a qualcuno piace chiamarli – dell’elettorato. E, in effetti, mi pare che “Copàrli tuti” possa essere una buona sintesi del discorso portato avanti [*] dalla Lega Nord, soprattutto ai suoi inizi (e ora di nuovo, dopo una stagione di farraginosi tentativi di mediazione con un “socio” indisponibile a qualunque mediazione).
La pratica della mediazione contiene almeno un rischio: quello di diventare fine a sé stessa, e di generare un’attività che continuamente si autoannulla. In tempi di estremizzazione, la pratica della mediazione è destinata ad apparire come una pratica futile, praticata da gente imbelle, sempre troppo difficile da spiegare, sempre troppo lunga da dire, e così via.
[Leggere a questo punto, come integrazione, il commento di Luca Paoli, primi due capoversi]. [E anche il commento di Valeria].
Ora, la mia domanda è: il Movimento 5 stelle, da questo punto di vista, come funziona? Sicuramente non è (lo vediamo dai ripetuti segnali di indisponibilità rilasciati in questi giorni postelettorali) un’organizzazione votata al compromesso con avversari e contendenti. Ma: al proprio interno? Non mi interessa andare a vedere come, organizzativamente, si prendono le decisioni eccetera. Mi interessa capire se, all’interno di questo movimento, vi è qualcosa di nuovo rispetto alla coppia di pratiche “mediazione/estremizzazione” che abbiamo viste all’opera in questi anni (con netta prevalenza dell’estremizzazione).
Ultima cosa (non ho risposte, sto al momento cercando di chiarirmi le domande): mi pare logico che un movimento nato in un clima di “Tutti a casa!”, una volta giunto in Parlamento, cerchi di non far patti con nessuno. Mi pare evidente che un rinnovamento della classe politica non si dà, finché il nuovo non diventa maggioritario. Eccetera. Tuttavia: immaginiamo che, in prossime – prossimissime – elezioni, il Movimento 5 stelle diventi maggioritario, raccogliendo consensi da tutte le parti. A quel punto, conquistato il potere politico, non è che le singole parti cominceranno a distinguersi? E non è che rischiamo di ritrovarci, nel giro di qualche anno, con un M5S disciolto in nuovi partiti, o in nuove edizioni dei vecchi, però rinnovati nelle persone, filtrati e per così dire depurati dall’esperienza movimentista? (Se su quest’ultima cosa non sono riuscito a spiegarmi, portate pazienza: sono rimuginazioni fatte nei pochi momenti liberi).
———
[*] Ogni tanto mi compiaccio di qualche arcaismo.
7 marzo 2013 alle 10:16
Cito di nuovo Alberto Cola: “Magari faranno disastri, ma non li hanno già fatti per decenni, questa è la differenza.”
7 marzo 2013 alle 10:29
impossibile fare la frittata senza rompere le uova (Lenin)
7 marzo 2013 alle 10:55
Mi sembra che nel ragionamento di Giulio manchi una domanda: perché nasce la Lega (e, se si vuole, il Movimento)?
E, senza presunzione, la risposta è semplice: quel sistema ha smesso di “mediare” per tutti e ha cominciato a pensare esclusivamente a se stesso.
Se il fascismo, tra l’altro, può essere inteso anche come sistema ideologico che attinge a piene mani dall’egoismo individuale, forse converrebbe concentrarsi sui fenomeni che, nel corso degli anni, hanno accentuato il tratto “fascista” della nostra società. Chissà, potrebbe saltare fuori che persino partiti cosiddetti “di sinistra”, come il PD, sono diventati “fascisti”.
Di solito si raccoglie quanto si semina e la classe politica italiana ha per l’appunto seminato parecchio “fascismo” nella società. Perciò considero il M5S l’ultima possibilità per l’Italia di uscire indenne dalla cloaca in cui è stata immersa…
7 marzo 2013 alle 11:22
Ma, Luca, io cercherei di non allargare a dismisura – come peraltro spesso si fa – il campo semantico della parola “fascismo”.
7 marzo 2013 alle 11:34
Bel colpo, Giulio. (Però “copàrli tuti” è poeticamente inarrivabile).
Provo ad aggiungere un elemento, sul concetto di mediazione. Quel che serve urgentemente all’Italia è fin troppo evidente: un governo politico che vada a Bruxelles e Berlino e dica: signori, se volete continuare con l’euro com’è, occorre cambiare i termini della partecipazione. Senza credito alle imprese, allentamento del patto di stabilità e altre quisquiglie, questo ed altri paesi moriranno in trenta mesi, a meno che un’ondata di populismo furioso faccia a pezzi ogni possibilità di mediazione politica e strappi la catena.
Per far questo occorrerebbe un governo di “unità nazionale”, che Berlusconi in effetti chiede e forse a Napolitano non dispiacerebbe (ma perchè lo sciagurato presidente non l’ha fatto sedici mesi fa, e ha imposto la macelleria dei tecnocrati? mistero). Ora, a opporsi a questo è la segreteria di Bersani, che non vuole rinunciare al ruolo che una manciata di voti in più formalmente gli conferisce, e pur di ottenerlo si presenta da Grillo con otto punti di pura cosmesi (condivisibili in sè ma del tutto ininfluenti per la crisi che sta soffocando il paese). Grillo ovviamente risponderà picche, perchè il suo giudizio su questo bipolarismo è definitivo e l’ultima cosa che farà è entrare a farne parte. A sua volta Berlusconi, che adesso fa il collaborativo, è stato il principale ostacolo a una politica di profilo nazionale, predicando per vent’anni che con gli ex comunisti non c’era negoziazione possibile.
Concludo: non è evidente da dove e perchè nascono movimenti che propongono una radicale alterità, rifiutando ogni mediazione con la politica esistente ma anche rilevando direttamente la protesta popolare, senza “mediarla”?
Delle due l’una: o entro qualche settimana avremo un governo capace di interpretare l’autentico significato di queste elezioni (rifiuto dell’Europa della Merkel) oppure si tornerà a votare, i 5 stelle cresceranno al punto da poter pretendere un governo, forse lo scenario che Giulio profila (divisione interna) si verificherà, ma per i partiti tradizionali sarà un funerale senza lacrime.
Però la domanda di Giulio (c’è qualcosa in 5 stelle che vada al di là del tradizionale binomio mediazione/estremizzazione?) merita un abbozzo di risposta. La mia risposta è: guardate gli eletti. Saranno ignoranti e pure dilettanti, ma mi sembrano molto lontani dai Borghezio che la Lega ha portato in Parlamento nel ’92. Forse perchè il Movimento non nasce, come molti sostengono, dalla crisi e quindi dalla rabbia recente, ma da molto più lontano. Istanze partecipative e ambientaliste disattese, per esempio. Una critica globale al modello della crescita illimitata che risale agli anni Settanta (Illich, Schumacher, Latouche, molto prima di Pallante). Grillo dice queste cose nei suoi spettacoli da VENT’ANNI, anche se oggi le truppe cammellate della Kritika (che a quegli spettacoli ci andavano e applaudivano) oggi fingono di dimenticarselo e lo indicano come un ducetto spuntato dal nulla. La rabbia per una politica inetta, parassitaria e perfino criminale nel Mov 5 stelle c’è eccome, ma ne determina l’umore momentaneo, non l’identità culturale. Anzi, a dirla tutta forse è l’unico che potrebbe usare la parola “cultura” senza sporcarla, se “cultura” è pratica di convivenza e non solo ideologia o enciclopedismo sterile.
7 marzo 2013 alle 11:42
E’ mia opinione che l’arte della mediazione non sia da ascrivere alle peculiarità implicite del carattere di una persona, ma sia invece dipendente in primis dall’età, dalle esperienze che ognuno di noi vive e dalla necessità, in queste, di dover scendere a un compromesso per limitare le perdite e massimizzare i guadagni. In questo contesto penso che il movimento 5 stelle sia decisamente più “immaturo” rispetto ai partiti politici che hanno riempito il parlamento negli ultimi decenni. Forse hanno ragione gli analisti politici quando affermano che il M5S non si aspttava un successo di questa portata e adesso, investendo sulle stesse spinte che lo hanno fatto divenire il primo partito del paese, pensano di riuscire a trasformarsi in breve tempo nella forza riformatrice che può, da sola, governare e cambiare l’Italia. Ma anche loro dovranno fare i conti con il tempo che passa.
7 marzo 2013 alle 12:24
In questo momento M5S non può mediare. Direi anzi che la mancanza della categoria “mediazione” è il suo punto di forza nel breve, forse nel medio periodo (non certo nel lungo).
Chiunque governi oggi in Italia rischia di scottarsi. Occorrerebbe, sì, uno scatto di reni etico per assumersi la responsabilità di governare, senza preoccuparsi delle successive ripercussioni elettorali.
Amo, ho sempre amato, la politica, per cui non temo di essere accusato di qualunquismo dicendo che non vedo personalità di sufficiente levatura per assumere il ruolo di Cincinnato. Tuttavia, la non mediazione ha il fiato corto (leganord docet :ha dovuto o voluto mediare con Casa della liberta e poi con Pdl). Così M5S. Non possono tenersi in frigorifero per troppo tempo, la base chiede risultati, non solo punti programmatici (e sarebbe un peccato, perché apprezzo lo spirito del loro programma).
7 marzo 2013 alle 14:36
“Anzi, a dirla tutta forse è l’unico che potrebbe usare la parola “cultura” senza sporcarla, se “cultura” è pratica di convivenza e non solo ideologia o enciclopedismo sterile”.
Fantastico! La trasformazione dell’intellettuale in comico. Con tutta l’approssimazione e la faciloneria mostrata non solo dagli eletti, ma dallo stesso programma, parlare di cultura è esilarante. Più dei demagoghi, i sognatori, coparli tutti. 🙂
7 marzo 2013 alle 16:40
Forse è una banalità, però: la mediazione è possibile solo se riconosci il conflitto in tutta la sua asprezza, se il conflitto non lo riconosci la mediazione è solo rappresentazione. Tutte le politiche dalla fine degli anni 80 in poi, non solo a livello nazionale, ma a livello europeo, hanno lavorato a occultare ideologicamente il conflitto. Nel gergo dell’impresa, abbandonanare la visione “adversarial” e ragionare in termini di coordinamento dei diversi interessi in gioco: di qui politiche della governance come rinegoziazione continua con gli stakeholders, ovvero rassicurazione e soddisfazione dei portatori di interessi (= con coloro che avevano e hanno il potere di far riconoscere i propri interessi). In questo scenario la mediazione sembra perdere significato e resta il perseguimento di un egoismo condiviso, o almeno di spiriti animali condivisi, quand’anche momentaneamente non si declinino egoisticamente.
7 marzo 2013 alle 16:59
La trasformazione dell’intellettuale in comico è un processo interessante, da studiare. Prendi una rivoluzione mancata, dimentica la medesima ma mantienine il linguaggio e la postura giacobina, facci un giornale che ne raccoglie epigoni e stile (Repubblica: autore Eugenio Scalfari) e agli ex rivoluzionari regala tutte le poltrone possibili (università, redazioni editoriali, conduzioni televisive in prima serata) consentendogli nello stesso tempo di fare della rivoluzione un mestiere e di continuare a proclamarsi nemici giurati del potere. Nel giro di trent’anni si produrrà una sorta di scolastica vomitevole agli occhi di chi il potere (il loro) lo subisce veramente, ma il mantra progressista, ripetuto fino allo sfinimento, è diventato nel frattempo la cultura dominante, che forma tanti scolaretti ubbidienti a ripetere il mantra (dove hai studiato, Cinzia?) e tratta come rozzezza fascista ogni insorgenza popolare che non rientra nelle proprie categorie.
Finchè un bambino, scalzo e ignorante, al passaggio di Attila divenuto ministro della cultura, fa una bella pernacchia (è muto, poverino, perchè il linguaggio della protesta è stato sequestrato dagli unici che hanno il potere di nominare!)
E allora, finalmente, tutti giù a ridere.
7 marzo 2013 alle 18:17
Lucio Angelini: “Magari faranno disastri, ma non li hanno già fatti per decenni, questa è la differenza.”
Non so, a me questo argomento piace poco. Sia perché non c’è limite al peggio e alla gravità dei disastri, sia perché, per quanto riguarda l’amministrazione dello stato, non credo sia un buon procedimento quello del tentativo fortuito.
In questo blog ci si è concentrati abbastanza sulla composizione dell’elettorato del movimento cinque stelle. Secondo me (lo dico senza tema d’accuse di benaltrismo) sarebbe più utile focalizzare l’attenzione sugli eletti al parlamento .
Ieri sera ho appreso delle baggianate sui microchip e compagnia brutta proferite dal movimentista cinque stelle ai giornalisti di Ballarò. Dunque, più per inquietudine che per curiosità mi sono andato a leggicchiare i curriculum di questo parlamentare, e di alcuni altri.
Ho appreso che il venticinquenne “vittimizzato” dai giornalisti di Ballarò entra per così dire nel mondo del lavoro, sostanzialmente, da parlamentare. Se può sembrare sensato affidare l’amministrazione della cosa pubblica a una persona politicamente inesperta, e a me non pare affatto sensato, è indiscutibile che prima di assumersi una buona parte di responsabilità nell’amministrazione dello stato, beh qualche altra responsabilità prima, magari per prova, così, sarebbe il caso di avercela. Poi uno – sempre lo stesso, alla voce “Dichiarazioni di intenti per il parlamento” qui – finisce per scrivere, magari è la fretta eh, cose tipo “Legalizzare e sbrurocratizzare la produzione della canapa per tutti gli usi (alimentari, vestiari, produzione di energia e medicinale).
Vietare la produzione di armi e la vendita a Stati esteri.
Vietare la caccia e tutti circo con qualsiasi animale.”
Piccola nota personalissima. Navigando tra le fotografie dei nuovi eletti al parlamento, ci ho trovato una mia ex compagnia di liceo. Le auguro ogni bene e anche una buona dose di fortuna, però fa sensazione il fatto che dopo tre anni di collaborazione con il movimento, senza che prima la politica fosse mai entrata direttamente nella sua vita (dichiara lei) sia passata dai banchetti del movimento ai banconi della politica. Questa cosa mi ha fatto drizzare le antenne ecco, come sempre quando uno si sente sfiorato dagli eventi. E ho cominciato a considerare in modo molto più critico affermazioni tipo “Magari faranno disastri, ma non li hanno già fatti per decenni, questa è la differenza.” Poi posso anche sbagliare. I disastri, o le fortune ci informeranno.
8 marzo 2013 alle 00:44
Quella dei neo-parlamentari M5S non è rozzezza fascista. E’ rozzezza semplice.
8 marzo 2013 alle 07:39
Solo un appunto.
Strani personaggi con strane idee questi del M5S. Eravamo abituati a ben altro dalla precedente legislatura, a gente con la sola idea di prendere uno stipendio e guadagnarsi una pensione.
E molti con comprovata esperienza nel campo.
8 marzo 2013 alle 10:53
La forte connotazione leaderistica del partito (peraltro con l’anomalia di un leader “esterno”, che non si presenta alle elezioni) rende la mediazione interna estremamente fragile, proprio perché trova la sua sintesi nel suo leader e nel suo atteggiamento di rifiuto al compromesso. Ok, c’è un programma (condivisibile in molti punti), ma io conosco un sacco di gente che ha votato Grillo e che fino all’anno scorso votava Pdl e non credo che il 23 saranno in Val Susa per manifestare contro la Tav, tanto per fare un esempio. Alla fine, credo che a farsi propositivo, anche in termini di mediazione alta, il movimento rischi per sua natura di perdere pezzi ed è esattamente quello che sta cercando di evitare.
8 marzo 2013 alle 11:52
Ce n’è di gente che ha paura di perdere pezzi.
Apprendo in questo momento che stasera il circo mediatico di nani e ballerine che la politica nostrana – alla disperata ricerca di una zattera di salvataggio – allestisce ad un ritmo ormai impressionante, avrà un nuovo, fulgido esordio.
Ex pirati della contro-informazione e sempre brillanti stelle nel firmamento della rivoluzione parolaia, ecco a noi da Gad Lerner nientepopodimeno che….
Wu MING!
Da non perdere (si fa per dire)!
– Ma non avevano detto che in TV mai e poi mai? –
– Sai com’è. Si pensavano al riparo dalla crisi della sinistra, dominatori incontrastati di quella galassia di blog che della cucina antagonista rappresenta una cricca inossidabile, ma adesso che un comico in un paio d’anni proprio da un blog ha costruito un movimento che è diventato il primo partito d’Italia, qualcosa bisogna che facciano per salvarsi pagnotta e reputazione –
– E dunque? –
– Con dovizia di argomenti e citazioni foucaultiane dimostreranno inconfutabilmente che il popolo è sempre pirla e Grillo, senza dubbio, è un fascista –
– Ah, però! –
– Ah bè, si bè, ah bè si bè ….. Ho visto un re ecc…
8 marzo 2013 alle 12:44
Mai ritenuto pirla il popolo, non mi sembra che Foucault si presti poi tanto allo scopo e Gad Lerner lo trovo fastidioso.
Sulle tesi di Grillo – Casaleggio si è già detto di tutto. In sintesi: punti condivisibili, molte enunciazioni, non pochi ossimori.
Domanda: i rappresentanti e fautori del M5S sono autonomamente convinti che un governo del presidente o di scopo con il PDL (lì si finisce, inutile dilettarsi scrutando la palla di vetro) avvantaggi la realizzazione del loro progetto?
A meno che non vogliano rivotare con il porcellum, speranzosi di maggioranze assolute, perché tra modelli cervellotici e veti incrociati non si modificherà neppure la legge elettorale.
Non mi sembra un bel gioco.
8 marzo 2013 alle 12:58
Boh! Io non ho alcun ruolo nelle strategie del movimento, mi sono limitato a studiarlo da un po’ e ora a votarlo, dando credito al programma e alle persone per come appaiono sul Forum. Secondo me se un governo di scopo, come dici, proponesse obiettivi che loro ritengono prioritari, dall’esterno li voterebbero, ma nessuno crede che avverrà. Prioritario è sconfessare Monti e ridefinire i rapporti a Bruxelles per poter ridiscutere patto di stabilità, fiscal compact e tutto quel che strozza l’economia. Ce lo vedi Napolitano, dopo che ha fatto praticamente un colpo di stato per portare Monti a palazzo Chigi?
8 marzo 2013 alle 15:45
Lasciamo perdere il “colpo di stato”, discorso troppo lungo e ormai fuori tempo.
Mi spiego meglio. Fallito il tentativo di Bersani versus M5S, un qualche governo di coalizione si farà, presente il PDL.
Esso, nato magari a termine, secondo me non produrrà le riforme che ci servono e potrebbe anche durare un pezzo -se giovevole ai mercati ecc. – mentre il movimento si logora stando alla finestra.
Per cui, a meno che appunto non sperino (forse illudendosi) di rivotare con il porcellum, gli “stellini” otterrebbero di più appoggiando un governo PD, cui togliere la fiducia se le riforme concordate non andassero in porto.
8 marzo 2013 alle 16:15
Non sono daccordo. Questi tatticismi umilierebbero la natura del movimento, innanzitutto. In secondo luogo è proprio sui punti programmatici di Bersani che i 5 stelle devono rifiutare: si tratta di un’operazione cosmetica, tesa a ridare credibilità al sistema (il PD cerca di differenziarsi dall’inguardabile Berlusconi coi soliti argomenti, ma la verità è che Monti l’hanno appoggiato entrambi). Ripeto che la vera e unica posta in palio è la ridefinizione dell’eurozona, l’unica cosa che può incidere davvero sulle condizioni sociali. Perfino in Germania stanno cominciando a rendersene conto:
http://vocidallagermania.blogspot.it/2013/03/augstein-e-se-i-veri-clown-deuropa.html
8 marzo 2013 alle 16:40
Si da il caso che Jakob Augstein, figlio del fondatore di Der Spiegel, su cui scrive, non sia un economista, quanto piuttosto un convinto antisemita, la cui visione d’insieme degli affari mondiali è alquanto peculiare.
Opinione condivisa, per es. da “Il foglio”, non proprio un giornale di sinistra (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=47688
8 marzo 2013 alle 18:24
E con questo il nostro dialogo finisce qui. Ti ho linkato un articolo dove si parla ti economia europea e tu mi vai a raccattare dal ciarpame della rete l’accusa di antisemita che chiuderebbe la bocca al suo autore. Su canale 5 in questo momento c’è Barbara d’Urso che fa più o meno le stesse cose, ma almeno la pagano. Vai e goditela, che quella ti meriti.
8 marzo 2013 alle 19:02
Non seguo la trasmissione, grazie. La forma, purtroppo, è anche sostanza… I miei rispetti.
8 marzo 2013 alle 20:41
In effetti la forma del suo intervento è il fraintendimento o l’argomento ad personam. Se la forma è sostanza abbiamo rispettivamente stupidità o malafede.
Nessuna delle quali merita un gran rispetto.
8 marzo 2013 alle 20:45
Ma come fai, Valter, tu che conosci Voegelin, a non sentire puzza di spuria gnosi in questo movimento pentastellato? Notato niente nel saluto a mani giunte ( con annesso inchino) dell’autista di Grillo?
Cristo di Dio! Questa e’ una setta e Casaleggio il suo tecnoprofeta.
8 marzo 2013 alle 22:35
Questo è tutto e niente. Come sempre, quando il corpo fa irruzione nell’ordine del discorso che lo esclude. Ci vedrai anche gente che si fa il segno della croce, o che s’inchina in direzione della Mecca. O che saluta a pugno chiuso o col braccio alzato. E neanche questo significa niente. Le mappe sono sempre le stesse, e non sono sbagliate. Ma la direzione la decide chi cammina.
10 marzo 2013 alle 12:04
malgrado il pugno chiuso, malgrado il braccio alzato, malgrado le mani giunte e l’inchino… non significa niente… è prioritario guardare ad altro … questa è cultura contro il sistema…sono tutti falliti. hanno portato questo paese alla catastrofe… lo scenario economico è drammatico…l’informazione non esiste è pilotata…questo è solo l’unico modo per sbaragliare tutti…l’accanimento dei media contro M5S è indecente e mostruoso…è tutta propaganda…
M5S è un partito-azienda…organizzazione tipo scientology … programmazione neurolinguistica come scelta di comunicazione … gli attivisti per candidarsi con grillo hanno sottoscritto e accettato il suo regolamento per cui a parlare per senatori e deputati del M5S sarà (è) una società di comunicazione decisa da grillo stesso, la stessa che gestirà i 10 milioni l’anno ai gruppi di camera e senato del M5S…non è vero che sia un movimento nato dal basso..è tutta propaganda…
la logica del complotto sta in pari misura da una parte e dall’altra (M5S / resto del mondo). non se ne esce. sfido chiunque in massima onestà a capirci qualcosa.
mi chiedo e chiedo: si deve credere al vero o all’utile? se si decide di voler credere al vero, chi stabilisce cos’è vero? chi ce l’ha la patente di verità? se si decide di voler assecondare l’utile, il cammino è fatto di obiettivi intermedi verso un obiettivo finale. in questo gioco quali sono i valori? guardando solo all’utile, si può continuare a pontificare sulle pecche degli altri?
10 marzo 2013 alle 19:01
cit g.m
“””Tuttavia: immaginiamo che, in prossime – prossimissime – elezioni, il Movimento 5 stelle diventi maggioritario, raccogliendo consensi da tutte le parti.”””
dubito che succeda,di poco,ma dubito che succeda
E se anche succedesse,subiremmo un tale boicottaggio economico dal estero,da diventare come l’argentina del 1990 nel caso di due mesi
..e poi,me lo voglio vedere,io,un alto ufficiale dei carabinieri,poniamo,che giura al nuovo esecutivo dinnanzi al presidente della repubblica,dove al suo fianco c’è un ministro dell interno GRILLINO :(:), da cui gli alti ufficiali di Ps e dell Arma dovranno prendere ordini
ne ho parlato stamattina al bar con due carabinieri di paese e,la loro faccia ,senza esser minacciosa,era..:
“c’è un limite all assurdo,c’è un limite”
morale:quantunque sia la % di voti che m5s riprenderà a giugno o a settembre o a gennaio prox anno,quando si rivoterebbe,o prima o poi c’è dibattito,si riforma il peso di GRiLLEGGIO,etc etc,o in capo a 2 anni il movimento farà la fine di Rifondazione Comunista anni 90:
che non ha mai -voluto-governare,è sempre stata CONTRO,e alla fine, è scomparsa
10 marzo 2013 alle 21:09
CHIUSO PER NOIA
11 marzo 2013 alle 15:31
“””” E non è che rischiamo di ritrovarci, nel giro di qualche anno, con un M5S disciolto in nuovi partiti, o in nuove edizioni dei vecchi, però rinnovati nelle persone, filtrati e per così dire depurati dall’esperienza movimentista?”””
probabilmente no,perchè a veder il tweet di Grillo di ieri,se ricorco bene,anche lui stesso deve aver capito che il controllo che eserciterebbe sui suoi letti nelle due camere non potrà esser stretto come quello degli eletti alle assemblee locali.
Ovvero,il movimento rischia di evolversi ancora(all inizio era davvero di sinistra,ad esempio,dopo è cambiato un bel pò)e dubito arriverà mai ad esser un qualcosa che poi si “squadrupla” come un grappolo dando vita a una nuova partitocrazia
la vicenda del neo eletto 25 enne dell altro,giorno,intervistato da ballarò,quello dei “microchip che negli usa iniettano sottopelle”,è eloquente,al riguardo-nessun “partito” andrebbe troppo avanti con soggetti del genere,che potrebbero anche non essere un eccezione
passare dagli Scilipoti e dalle Siliquini a uno così,..madò,povera itlalla…come gia feci notare qui mesi fa,la fissa continua della ricerca della purezza e dall’ onesta ha poi mandato in parlamento personaggi come il 25 enne sopra
11 marzo 2013 alle 15:37
applauso a piene mani per Virginialess
“””– mentre il movimento si logora stando alla finestra.
Per cui, a meno che appunto non sperino (forse illudendosi) di rivotare con il porcellum, gli “stellini” otterrebbero di più appoggiando un governo PD, cui togliere la fiducia se le riforme concordate non andassero in porto.””
probabilmente andrà proprio così,già,i ragazzi militanti cinquestellati non han capito che a far aspettare l’italia fan venire solo noia e risentimento,ma purtroppo sta prendendo piede la loro ala integralista-vedremo per quanto-