Che emozione!

by

di giuliomozzi

Il 14 marzo arriva in libreria L’inferno avrà i tuoi occhi, di Silvia Montemurro, pubblicato da Newton Compton. Il booktrailer non è gran che, ma il romanzo è – secondo me – molto bello.

Silvia Montemurro ha frequentato nel 2011 la Bottega di narrazione. Ha lavorato con me alla sceneggiatura del fotoromanzo d’artista Ricordami per sempre (fotografie di Marco Signorini). Informazioni sul suo romanzo si trovano anche qui, a pagina 63.

E, lo stesso giorno

Pubblicità

Tag: ,

71 Risposte to “Che emozione!”

  1. cartaresistente Says:

    Grazie per le segnalazioni.

  2. massimo cassani Says:

    Grande Silvia Montemurro! Ti apettavamo. Ora ci sei. Ci vediamo in libreria, dunque.

  3. massimo cassani Says:

    Ah: e grazie Giulio, non avevo visto il link al mio…se questo terzo romanzo dedicato a Micuzzi esiste (quarto, compreso quello senza Micuzzi) il merito è tuo che l’hai scoperto. Ecco.

  4. Giulio Mozzi Says:

    Il merito dei romanzi è di chi li scrive, Massimo.

  5. Lucio Angelini Says:

    Insomma pare che gli autori dei più recenti capolavori (cfr. “un capolavoro al giorno toglie il medico di torno”) siano passati tutti – più o meno rassegnatamente – per le forche caudine delle scuole di scrittura creativa… ecco spiegato il mistero del perché nessuno mi fila: sono un patito del Fai Da Te:-)

  6. gian marco griffi Says:

    Sono contento per lei. Le auguro di riuscire, un giorno, a campare di ciò che ha scritto e scriverà.

  7. Michele Montani Says:

    Bello l’estratto..complimenti. Correrò in libreria.

  8. Giulio Mozzi Says:

    Per quello che mi risulta, l’affermazione

    Gli autori dei più recenti capolavori sono passati tutti per le scuole di scrittura.

    è falsa.

    Facciamo così, Lucio. Proponi una lista di capolavori recenti, e andiamo a vedere quali autori sono passati per le scuole di scrittura.

  9. silviadellemeraviglie Says:

    Massimo, lo stesso giorno 😉 Vorrà pur dire qualcosa!
    Grazie, Giulio.

  10. Francesca Ramacciotti Says:

    Concordo con Giulio, il booktrailer non rende giustizia a un romanzo che coniuga l’atmosfera cupa del noir con un’eccellente scrittura e una capacitá d’introspezione non comune, specie in una ragazza così giovane.
    Silvia ha un grande talento e Giulio l’ha intuito subito.

  11. massimo cassani Says:

    @ Giulio: sarà che il merito è di chi scrive i romanzi, ma se poi nessuno li scopre, buonanotte al secchio, ai suonantori e ai narcolettici.
    @ Silvia: è che voglia dire qualcosa di buono, ma molto buono. L’augurio è per te.
    @ Lucio: io mica ci sono passato dalle scuole di narrativa. semmai ho proposto a Laurana e a Giulio di organizzarne una, così è nata la Bottega della narrazione (e ci ho fatto qualche lezioncina)…oddio, sarà per questo che non ho mai (cioè: non ancora) scritto capolavori.

  12. Lucio Angelini Says:

    @Giulio: da Giovanni Cocco a tutti quelli che Raul Montanari ha passato alla gloriosa Rotundo… ma ammetto che può essere solo un caso. e poi, qualcuno deve pur introdure la supposta nello stretto sfintere editoriale…

    @massimo. confermo, appena passerai dalla cattedra ai banchi degli apprendisti, scriverai anche tu il tuo bravo capolavoro. io, nell’attesa, continuo tranquillamente a fare il bidello in pensione.

  13. Lucio Angelini Says:

    @gianmarcogriffi. grazie, ma già vivo tranquillamente (e, certo, sobriamente) della mia pensione di insegnante. avrei degli editori anche qua al Lido di Venezia, ma l’ultimo consultato, incurante dei miei otto titoli già pubblicati come autore per ragazzi negli anni ’90, e degli oltre 100 come traduttore (Mondadori, Einaudi, Frassinelli eccetera), mi ha appena chiesto 250 euro come mera tassa di lettura (senza alcun impegno). Ovviamente si è beccato un mio incerimonioso “vaffanculo, brutta merda”.

  14. massimo cassani Says:

    @Lucio: mai “VBM” fu più meritato.

  15. gian marco griffi Says:

    Lucio Angelini: mi riferivo a lei Silvia, non a lei tu.
    A te, dato il tuo status di pensionato, posso augurare che in un lontano futuro i tuoi eredi riescano a campare di quanto hai scritto e scriverai.

  16. Barbara Buoso Says:

    Forza Silvia: spacca tutto! Grande, brava, bravissima! In bocca al lupo.. che sia un successo!

  17. Lucio Angelini Says:

    @gianmarco. ah, scusa, la posizione del commento (subito dopo il mio) mi ha fatto equivocare. spero che i miei eredi trovino il modo di sostentarsi con mezzi propri. a me di avere successo dopo morto non frega assolutamente nulla.*-°

  18. Carlo Capone Says:

    Ho letto l’estratto del romanzo e devo dire che mi piace davvero un sacco come scrive questa ragazza. Complimenti sinceri, a lei e a chi l’ha scoperta.
    Ho una riserva, tuttavia, il noir. Che mi piace anche parecchio, anzi è l’unico che leggo, però gradirei che un debutto avvennisse con un genere non abusato come questo qui.

  19. antoniolamalfa Says:

    In bocca al lupo a Silvia e a Massimo!
    PS la tua lezione è stata per me molto utile, grazie

  20. Giulio Mozzi Says:

    Carlo, il fatto è che quel romanzo non è un “noir”. L’editore lo presenta così, perché è un editore che vende quella roba lì. Ma il romanzo di Silvia non ha nessuna delle caratteristiche del genere “noir”.

    E dunque, Lucio: questa lista di capolavori? Ne hai citato uno solo (“La caduta” di Giovanni Cocco), che peraltro non hai ancora letto – e non so dunque come tu possa dire che è un “capolavoro”.

  21. Lucio Angelini Says:

    @giulio. intendo dire “giornalmente presentati (da altri) come capolavori”. sai bene quanto poco capolavorista – a differenza … chesso io?… facciamo di un Giuseppe Genna? – io sia. Però la tendenza è questa. Nessuna casa editrice legge più un cazzo. La stessa Paola Gallo di Einaudi ha ammesso che costa meno comprare i diritti dei successi stranieri che compensare un comitato di lettura interna. Il lavoro sporco è lasciato alle scuole di scrittura e alle agenzie letterarie, che ovviamente lo fanno per amor di lucro e non certo per coltivare nuove specie botaniche. Dopodiché, se qualcuno ti dice “è un secolo che ti aspetto!”, non stare a sottolineargli pignolescamente che la cosa è impossibile perché non hai ancora compiuto 100 anni. Sii un cicinino più elastico.

  22. Giulio Mozzi Says:

    Lucio: va bene, ma: di quali opere stai parlando? Evidentemente tu hai in testa una lista di titoli: dicci quali sono, per piacere. Altrimenti non si capisce di che cosa stiamo parlando.

    Paola Gallo ha detto quel che ha detto. Però la casa editrice per la quale lei lavora paga almeno una persona – me – perché legga tutto ciò che gli càpita a tiro. Mi hanno appena rinnovato il contratto.

  23. Lucio Angelini Says:

    @giulio. sono contento che ti abbiano rinnovato il contratto, forse proprio perché sanno bene quanto tu abbia le mani in pasta in ogni sorta di scuola di scrittura:-)

  24. Barbara Buoso Says:

    Brutta espressione scuola di scrittura. Comunque, io sono del parere che non conti tanto leggerli e ascoltarla la musica, è fondamentale comprare! Solo comprando la macchina gira e c’è qualche speranza che i neuroni si rivitalizzino anche in persone come me, estremamente ignoranti. Quindi io non so se leggerò il libro di Silvia però come sempre ne comprerò dieci copie!!!!! Tanto si sa, la gente capisce un cazzo, tanto vale che spenda almeno…

  25. Giulio Mozzi Says:

    Lucio, ripeto: di quali opere stai parlando? Evidentemente tu hai in testa una lista di titoli: dicci quali sono, per piacere. Altrimenti non si capisce di che cosa stiamo parlando.

    Sapresti dire quali autori che abbiano frequentato scuole di scrittura nelle quali io ho “le mani in pasta” abbiano pubblicato presso Einaudi? Potresti spiegare che cosa intendi con “le mani in pasta”?

    Leggevo giusto ieri:

    Di regole che aggiustino e perfezionino il criterio del giovane non si può fare a meno; e il gridare, in genere, contro tutte le guide e norme, è prova d’ingegno debole, quantunque si faccia per mostra d’ingegno forte.

    Ruggiero Bonghi, Perché la letteratura italiana non sia popolare in Italia, 1856 (testo completo).

  26. Barbara Buoso Says:

    “Mani in pasta” anche è brutto. La citazione è potenteeeeee!

  27. Lucio Angelini Says:

    @giuliomozzi. nella mia pagina FB arrivano giornalmente promo di “capolavori” firmati da fuoriusciti, anzi da uscitifuori, da qualche scuola di scrittura (non necessariamente gestita da te, magari da Montanari, dalla Holden, da Laura Lepri e via discorrendo). Un giorno che me ne viene voglia ti preparo una lista. So perfettamente che uno dei tuoi massimi crucci è non riuscire a einaudizzare tutti quelli che vorresti, a cominciare dal tuo amato tortonese. (Mi ha appena definito “tacchinaccia indomita” qui: http://brownbunnymagazine.com/2011/01/21/notedimarco-shine/ ). In Sironi avevi gioco più facile, forse:-) In Einaudi Stile Libero le soggettività dei boss storici prevalgono su quelle dei collaboratori esterni.
    Per “mani in pasta” intendo appunto il fatto che ormai quasi tutti quelli che vogliono pubblicare si iscrivono a qualche scuola di scrittura, non tanto perché convinti di avere alcunché da imparare, quanto perché speranzosi di far colpo su qualche titolare del corso attraverso il quale avere accesso allo stretto sfintere di cui sopra. Non ci vedo nulla di male. Tu stesso ti rivolgesti, all’inizio, a uno scrittore già noto per avere attenzione. E la ottenesti pure, per giunta gratuita.
    Ovvio che, avendo a che fare con tutta questa massa di wannabe paganti, siate poi in grado di segnalare alle case editrici i meno scalcagnati. Il beneficio di ritorno dalla loro pubblicazione è indurre a pensare che chiunque frequenterà la stessa scuola avrà le stesse chance. Di recente mi ha stupito un’unica eccezione all’aurea regola: Marco Marsullo, che racconta di essere arrivato ad Einaudi semplicemente inviando in redazione il manoscritto di Atletico Minaccia Football Club. Chissà quali Fortunate Circostanze avranno giocato a suo favore. Magari un redattore distratto ha sbustonato per errore il testo, l’ha trovato simpatico e ha immaginato di ripetere il miracolo di “Io mi speriamo che me la cavo” grazie al fascino di una lingua simil-sgarrupata. Boh.

  28. Giulio Mozzi Says:

    Lucio, scrivi:

    So perfettamente che uno dei tuoi massimi crucci è non riuscire a einaudizzare tutti quelli che vorresti

    Credo che tu non abbia la minima idea di quali sono i miei crucci. Questo di cui parli non è un mio cruccio.

    Scrivi anche:

    ormai quasi tutti quelli che vogliono pubblicare si iscrivono a qualche scuola di scrittura

    A giudicare dal numero di coloro che si rivolgono a me nella speranza di pubblicare, direi che “quasi tutti” è un’affermazione un tantino esagerata. Forse “un 2%” sarebbe più adeguata.
    E c’è molta gente – la incontro, ci ho che fare – che si iscrive a un corso di scrittura senza avere la minima intenzione di pubblicare.
    Lucio, se la realtà è diversa da ciò che tu ti immagini, c’è poco da fare.

    Scrivi ancora:

    Tu stesso ti rivolgesti, all’inizio, a uno scrittore già noto per avere attenzione.

    No. Mandai un mio racconto a Marco Lodoli perché i racconti di Marco Lodoli (quelli di Grande raccordo) avevano molto cambiato il modo di percepire il mondo. Quel racconto lì ne risentiva assai. E mi pareva che mandarglielo fosse l’unico modo sensato di manifestare la mia gratitudine.
    Quando Marco mi telefonò proponendomi una pubblicazione, cascai dalle nuvole. Quando Theoria e Bompiani mi proposero un contratto, feci resistenza. La cosa mi sembrava troppo inaspettata e bizzarra.

    Quanto a Marco Marsullo (del quale non so niente), quali elementi hai per non credere a ciò che lui racconta, ovvero per sosenere che lui mente?

    E ancora, comunque, non si capisce di quali opere letterarie parli. Nominare ciò di cui si parla mi pare una pratica di buonsenso.

  29. Barbara Buoso Says:

    Come fa a pezzi Giulio nessuno mai.. ecco, io vorrei tanto imparare questo da lui: come smontare qualcuno senza urlare!! Fantastico

  30. Giulio Mozzi Says:

    Ma è impossibile smontare Lucio: è un uomo tutto d’un pezzo.

  31. Lucio Angelini Says:

    @Buoso. Figurati se mi lascio “scomporre” (= fare a pezzi, ihihih) da Giulio, che però considero un caro amico. So che mi stima (mi affidò il coordinamento del comitato di lettura di Vibrisselibri a suo tempo) anche se non ama la mia scrittura: l’unica volta che gli proposi un testo in visione finse di smarrirlo. E’ giusto che spari le sue cartucce per favorire qualcuno dei suoi corsisti. Ciao.

  32. Lucio Angelini Says:

    @giulio. “Quali elementi hai per sostenere che lui mente?”. Citami il passo in cui ho affermato questo. Marco mi è molto simpatico. Ce l’ho tra gli amici in FB. E’ ancora candidissimo e nient’affatto sborone come l’altro Marco.

  33. Lucio Angelini Says:

    P.S. Il 2% sono solo quelli con il coraggio del “coming out”. I non-dichiarati sono almeno il restante 98%.

  34. silviadellemeraviglie Says:

    Esser favoriti di Giulio, come dici tu, Lucio, è un privilegio e un onore. Io l’ho sempre ammesso che senza Giulio non sarei arrivata da nessuna parte. Evviva Mozzi e la sua Bottega di Narrazione.

  35. Lucio Angelini Says:

    Sì, appunto. L’importante è piacere a qualcuno che ti apra una porta, altrimenti non si entra. Nel caso dell’altro favorito, ho già espresso la mia opinione nel BOCL N.44:

    http://bestofcazzeggiletterari.wordpress.com/2012/06/29/bocl-n-44-candida-come-te/

  36. Lucio Angelini Says:

    Considero l’opera in 50 bocl “BEST OF CAZZEGGI LETTERARI” un assoluto capolavoro che qualsiasi titolare di scuola di scrittura farebbe miseramente a pezzi. Alla larga da me:-)

    http://bestofcazzeggiletterari.wordpress.com/2012/07/12/cerco-editore-in-linea-con-le-mie-collane-di-perle-webbiche/

  37. Giulio Mozzi Says:

    Non ci sono dunque ragioni per sostenere che Marsullo menta: quindi è falso affermare che quell’editore non legge i testi che riceve.

    E’ pure falsa l’affermazione che “finsi” di smarrire il tuo testo. Lo smarrii. Succede. Ho peraltro letto quasi tutto ciò che tu hai pubblicato.

    L’affermazione

    Il 2% sono solo quelli con il coraggio del “coming out”. I non-dichiarati sono almeno il restante 98%.

    è, per l’esperienza che ho (ricevo centinaia di testi, mi scrivo o mi parlo con centinaia di persone, ecc.) fortemente irrealistica. Tu, su quali esperienze basi la tua affermazione?

    E: quando arriva la lista di “capolavori” di cui sopra? Esaminandola, magari si scopre che hai ragione. Ma se non si capsice di che cosa e di chi parli, si può solo continuare a pensare che scrivi sciocchezze.

    Lucio, se il mondo è diverso da come te lo immagini, c’è poco da fare. E’ diverso.

    Ovviamente l’affermazione

    L’importante è piacere a qualcuno che ti apra una porta, altrimenti non si entra

    è ambigua al punto giusto: avevi l’occasione di dire una cosa vera, Lucio, e l’hai sprecata.

  38. Lucio Angelini Says:

    @giulio. Falsa l’affermazione che quell’editore non legge i testi che riceve? L’affermazione è della Gallo, non mia. La mia è la seguente: “Chissà quali Fortunate Circostanze avranno giocato a suo favore. Magari un redattore distratto ha sbustonato per errore il testo, l’ha trovato simpatico e ha immaginato di ripetere il miracolo di “Io speriamo che me la cavo” grazie al fascino di una lingua simil-sgarrupata. Boh.” Ho fatto una semplice ipotesi. Ovvio che nelle redazioni vengano letti almeno i testi raccomandati dai consulenti di fiducia e soprattutto le stronzate dei vari personaggi televisivi capaci di garantire un minimo di notorietà pregressa.

    Sul 2%. La tua testimonianza non conta nulla per conflitto d’interesse. E’ come chiedere all’oste se il suo vino è buono. Parlo anch’io con un sacco di gente che ama scrivere e che non sa come riuscire a farsi leggere da qualcuno che conti senza passare per le strettoie di cui sopra.

    Detto ciò, ti copio-incollo l’opinione della mia amica Jack Lupowitz espressa ieri in Facebook:

    “Ma viva i corsi di scrittura, se rendono più felice e/o più ricco e/o più pubblicato chiunque. Viva gli editori a pagamento. Viva chiunque consenta a chiunque altro di fare una cosa che desidera, scelta liberamente. senza violare il codice penale.”

    In fondo la condivido.

  39. Giulio Mozzi Says:

    Lucio, Lucio. Se dico che un’affermazione è falsa, non necessariamente è tua.

    Il conflitto d’interesse è a rovescio. A me converrebbe sostenere che senza passare per un corso di scrittura (magari condotto da me) non si arriva alla pubblicazione. Invece sostengo il contrario. Vedi tu.

    Attendo sempre la lista di “capolavori” arrivati alla pubblicazione via scuole di scrittura. Tanto per capire di che cosa stiamo parlando.

  40. Lucio Angelini Says:

    @giulio. no, a te conviene negare a prescindere. tanto c’è la mia lista che dimostra esattamente il contrario*-°

  41. Barbara Buoso Says:

    Mi intrometto solo per dire come la penso io e portare la mia di esperienza. Ho seguito, ad aprile dello scorso anno, un corso a Trento (con Giulio) che reputo stratosferico, strafigo, meraviglioso, una delle cose più belle io abbia mai fatto. Forse perché ho fatto cose belle mi si dirà, non so. Lì, e farei nomi e cognomi se non violassi la privacy, interessati alla pubblicazione ce ne stavano pochi assai, anzi, su una ventina credo due, tre, avessero sta mira. Le restanti persone, tutta gente affermata nel proprio settore e che veniva anche da altri corsi – di teatro per esempio – era lì perché erano stati catturati dalla tipologia di corso, penso anche dal luogo dove si teneva (Teatro Spazio 14) e dal tema: la vita quotidiana. Il tutto, suggellato da un sito “legato” al corso ha dato vita a un progetto davvero stimolante, io tornavo a casa alla sera, porca vacca e mi mettevo lì a leggere e scrivere!!! E niente era finalizzato alla pubblicazione. Mi sono candidata alla Bottega 2012-2013 e sono stata selezionata assieme ad altre 21 persone, per la Bottega avevo un progetto (poco chiaro) che ha trovato la sua forma, il suo filo, la direzione, il perché se vogliamo, dopo aver parlato con Giulio certamente ma soprattutto a seguito della lettura di testi che lui mi ha indicato. Non sto qui a fare l’elenco: però io, lo affermo, se non avessi avuto la sacrosanta bella idea (nata a Trento, dopo averlo visto al lavoro) di iscrivermi alla Bottega mai, dico mai, avrei messo a fuoco il progetto. Da progetto è diventato lavoro compiuto, ha un nome, “(s)pari in cielo – anti-hail rockets” e per ora non aggiungo altro, per ora e per scaramanzia. Io non penso che se uno va alla Bottega (o un altro di questi corsi) scrive il capolavoro della sua vita e ti saluto… più semplicemente il “tempo della Bottega”, per me, è stato il momento in cui mi sono messa giù, a testa bassa, e ho detto “mi sforzo di leggere e di scrivere” (perché un conto è pensare di esserlo, uno scrittore, un altro è mettersi lì e ‘tirare’ la frase, come un imbianchino, fino a quando non dici: oh, eccoti qua. E’ un tempo, per me, un intervallo tra quello che non considero il mio primo libro (Aspettami, nel 2003) perché il mio primo lavoro, mio, di Barbara, è (s)pari in cielo, che mi ha permesso di trovare prima di tutto l’indipendenza da tutto e tutti, che mi ha dato modo di imparare un mestiere, essere produttiva, essere anche stimata come professionista. In questi dieci anni ho vissuto scrivendo quasi solo “tuoni”, com’è nel mio stile. Non penso che Silvia stia pubblicando perché Giulio ha messo una buona parola, penso piuttosto che Silvia stia pubblicando perché Giulio, conoscendola, le ha indicato un percorso (a pagamento). Un percorso che magari manco lei, appena intrapreso, aveva ben compreso.. ma che, dopo, ha visto. Silvia scrive bene, aveva una storia e l’ha scritta – probabilmente – con le corde migliori convincendo, sé stessa per prima. Il resto della discussione, ovvero le letture a pagamento.. mi trovano perplessa; il mio lavoro (per fare un esempio) è stato mandato a un editore (importante) dopo essere stato letto (gratuitamente) da una donna di teatro che mi ha “giustificato” il tutto dicendomi che le aveva trasmesso qualcosa, punto. Lo stesso lavoro è in lettura a tre case di produzioni cinematografiche, tutte case “importanti” direi e mi hanno risposto semplicemente chiedendo loro: volete leggere questo lavoro? (Mandando un estratto). Sì mi è stato detto, con molta gentilezza e anche in tempi rapidi. Io rimango della vecchia scuola di pensiero che – se uno ha qualcosa da dire/dare – prima o poi viene fuori, prima o poi.

  42. Giulio Mozzi Says:

    Fornisci dunque la tua lista, Lucio. Oppure taci per sempre.

  43. dm Says:

    Avevo due amici scriventi, e entrambi sostenevano l’opportunità di frequentare un corso di scrittura, non tanto per imparare qualcosa, quanto per ‘conoscere gente’. Uno dei due (di cui non faccio nome perché ora mi detesta) è riuscito effettivamente a pubblicare con un editore abbastanza grande, tramite contatti acquisiti tra una lezione e l’altra. Certo, non fa mica statistica questo caso.
    Ad ogni modo la bottega di Giulio Mozzi mi pare una cosa onesta, in questo senso. Si presenta oltretutto come un possibile ponte di lancio verso l’editoria, o più correttamente a me ha dato questa impressione per aver assistito alla presentazione tempo fa e per l’immagine che viene fuori dalla promozione in Vibrisse… Non c’entra con la discussione tra Lucio Angelini e Giulio Mozzi – e non c’entra con la “qualità” letteraria dei testi in questione ma solo con la mia idea di scrittura e di letteratura -, ho come la sensazione leggendo i testi usciti dalle scuole più o meno direttamente, di aver a che fare con cose meno “private”. Provo a dirlo diversamente. Quel puzzo, scusate la parola, di solitudine che a volte gli scrittori emanano attraverso i loro scritti e che per me costituisce uno dei motivi della lettura, lo trovo così raramente… L’immagine non è il massimo, okey. Proviamo a dirlo così: ci sono due possibilità in fin dei conti: Caio ti racconta una bella storia, a te che sei il lettore, e hai la sensazione che la racconti a te per la prima volta, oppure: Caio ti racconta una bella storia, a te, ma hai la sensazione che l’abbia raccontata a Sempronio a Tizio e a un sacco d’altra gente ancora, prima di arrivare a te, la narrazione magari funziona, è ben strutturata e la componente scolastica dello stile è minima, però… però il puzzo di solitudine non c’è, e senti il profumo di libreria, non so come dire, ma ora scusate mi sono preso anche troppo spazio.

  44. Giulio Mozzi Says:

    Lo stesso si potrebbe dire, Daniele (dm), suppongo anche dei testi dei poeti che si riunivano nelle accademie qualche secolo fa.

    In effetti: spesso, in una situazione come la Bottega, una persona si trova per la prima volta nella vita ad avere un “pubblico” (i compagni di corso). Per alcuni è una cosa tranquilla, per altri è uno shock.
    Spesso, in una situazione come la Bottega, il docente si trova a proporre – a chi ha sempre scritto (di fatto) solo per sé – l’idea che se un testo ha una ragione di esistere, quella sta in chi lo leggerà.

    Il rischio che pittorescamente descrivi, Daniele, c’è. E a me pare che proprio il romanzo di Silvia Montemurro sia la dimostrazione che si può “andare verso il pubblico” scrivendo qualcosa che è molto, e talvolta spaventosamente, “privato”.

  45. dm Says:

    Ciao Giulio, ovviamente non ho letto il romanzo di Silvia Montemurro, quindi prendo quel che mi dici con beneficio di lettura…
    Quanto allo “shock”, insieme ai problemi economici è uno dei motivi principali per cui non sono andato oltre la presentazione in cui ci siamo visti, non solo perché non son tipo da shock, ho il cuore debole, ma anche perché lo “shock”, diluito, è un ingrediente fondamentale dello scrivere per quanto mi riguarda, e non posso mica bruciarlo in un semestre, lo shock, o meglio la paura dello shock, per me è quella cosa che ti fa assumere la postura di cui sopra, quel che fa la differenza tra una confessione e la recita della stessa confessione previo esercizi prove intermedie e prova generale con pubblico non pagante, mi pare che siamo sempre lì… E’ un rischio spesso invisibile per l’allievo, mi sa…

  46. Luan Says:

    @giulio. per adesso scelgo un recente messaggio arrivato a caso nella mia pagina FB, poi quando avrò tempo di preparerò una lista più completa. Ma potresti collaborare anche tu indicando quanti ALLIEVI passati per le tue mani di titolare di corsi di scrittura (compresi quelli tenuti a TORTONA!) siano arrivati alla pubblicazione:-)

    Dunque:

    “27 febbraio: Milano, Circolo Filellenico, via San Calocero 31, ore 18,30.
    Scuola di narrativa: inizio del corso base A, aperto a tutti.
    Per informazioni: http://www.raulmontanari.it/corsi.html (c’è anche l’indirizzo mail della segreteria).

    C’è ancora qualche posto disponibile. Se volete avere i TRIONFI di Giovanni Cocco e degli altri quattro allievi/discepoli/apostoli che, solo nel primo quadrimestre del 2013, hanno pubblicato e pubblicano con editori meravigliosi, accorrete in massa alla scuola!

    PS Ah, se avete anche il talento di costoro, è più facile riuscire. Ma son dettagli, pinzillacchere.”

    @ Buoso. Il tuo intervento conferma la mia tesi. Il passaggio per le scuole di scrittura è il nuovo passepartout verso la pubblicazione (di uno su cento, va senza dire: pubblicarne uno per incantarne tanti). Miao.

  47. Lucio Angelini Says:

    @Buoso. mi ero dimenticato. La frase “Io rimango della vecchia scuola di pensiero che – se uno ha qualcosa da dire/dare – prima o poi viene fuori, prima o poi.” è tipica dei pochi a cui, prima o poi, capita il colpo di culo di riuscire ad emergere. per tutti i travolti non vale un fico secco. prova a verificare quante probabilità abbia il talento di sbocciare, per esempio, nel DARFOUR.altro che prima o poi.

  48. Giulio Mozzi Says:

    Lucio, ti sei accorto che hai cambiato le carte in tavola? Ti sei messo a voler dimostrare qulcosa di completamente diverso da ciò che hai sostenuto finora. Io ho il sospetto che tu non te ne sia nemmeno accorto. Pensaci su, vediamo se ci arrivi. Te lo dico in fondo.

    Comunque, così al volo:
    – il testo pubblicitario che citi fa schifo, e mi pare abbia tutte le caratteristiche del discorso da venditore di fumo;
    – è idiota, in generale, dire “fa’ un corso, sarai pubblicato”: un corso serve ad aumentare le proprie competenze, conoscenze e abilità.
    Punto.

    Se “uno su cento” di coloro che passano per le scuole di scrittura viene pubblicato, ciò significa che passare per una scuola di scrittura diminuisce la probabilità di essere pubblicato.
    Tra coloro che mi mandano opere inedite, circa uno su cinque ha già pubblicato (con editori minimi e minori).

    Dal 1993 a oggi ho condotto una gran quantità di corsi e laboratori. Di questi, solo uno si proponeva esplicitamente l’obiettivo di mettere i partecipanti in contatto con operatori del mondo editoriale: la Bottega di narrazione, avviata per la prima volta a Milano nel 2011. Dei venti partecipanti alla prima Bottega (la seconda è ancora in corso) due sono ora in attesa di pubblicazione: Silvia, per l’appunto, tra pochi giorni; e Sara Loffredi (nell’autunno di quest’anno, se non sbaglio).

    Dei partecipanti a tutti gli altri corsi – quelli a carattere “dopolavoristico”, diciamo, caratterizzati dalla brevità e dal basso costo – non so quanti hanno pubblicato. Posso dire che Giorgio Falco frequentò un mio corso credo nel 1998 (Lanterna magica, Padova: venti ore in tutto) e qualche anno dopo (dopo che non lo vedevo né sentivo da qualche anno) si presentò con un eccellente lavoro che fu pubblicato da Sironi (Pausa caffè). Laura Walter frequentò un altro corso della Lanterna più o meno negli stessi anni; poi ha pubblicato varie cose per ragazzi, senza che io c’entrassi per nulla. Conobbi in un corso della Lanterna (che gli fu regalato dalla sorella) Umberto Casadei: che poi nel corso di quattro o cinque anni almeno – nel corso dei quali ci siamo visti spessissimo, abbiamo lavorato moltissimo ecc. – compose Il suicidio di Angela B., pure pubblicato da Sironi. Tullio Avoledo si iscrisse a un altro corso a carattere dopolavoristico, a Pordenone, condotto da Gian Maria Villalta e Mauro Covacich; diede da leggere un suo romanzo a Covacich; Covacich lo segnalò a me, e il resto è noto. Eccetera. Non mi risulta (posso sbagliarmi) che abbiano frequentato corsi di scrittura di nessun genere Maria Pia Veladiano (della quale sento ogni tanto dire che sarebbe stata “una mia scoperta”: falso, arrivò alla pubblicazione avendo vinto il Calvino), Laura Pugno, Mariolina Venezia, Vitaliano Trevisan, Massimo Cassani, Ivano Porpora, Leonardo Colombati, Veronica Tomassini e così via.

    Vedi, Lucio: se io nel corso di un anno incrocio centocinquanta/duecento persone in vari corsi, c’è una certa probabilità che tra tutte queste ci sia qualcuno il cui lavoro ha un certo valore. Non ti pare?

    Però – questo è il tuo tentativo di cambiare le carte in tavola – un conto è sostenere che “quasi tutti” coloro che arrivano alla pubblicazione passano per i corsi di scrittura; e un conto è constatare che, tra coloro che passano per i corsi di scrittura, alcuni arrivano alla pubblicazione. Un conto è sostenere che “quasi tutti” coloro che arrivano alla pubblicazione passano per i corsi di scrittura, e un conto è constatare che c’è chi pubblicizza i propri corsi facendo intendere qualcosa del tipo: “Vieni da me e sarai pubblicato”.

    Vorrei sottolineare che spesso, al primo incontro (che può avvenire in tanti modi: in un corso ma anche nell’occasione di un piccolo premio; nella stragrande maggioranza dei casi attraverso il semplice invio postale) seguono svariati anni di lavoro.

  49. Lucio Angelini Says:

    @giulio. il mio primo commento recita: “Insomma ***pare*** che gli autori dei più recenti capolavori (cfr. “un capolavoro al giorno toglie il medico di torno”) siano passati tutti – più o meno rassegnatamente – per le forche caudine delle scuole di scrittura creativa… ecco spiegato il mistero del perché nessuno mi fila: sono un patito del Fai Da Te:-). Montanari dichiara che ben CINQUE autori dei suoi corsi di scrittura hanno conosciuto TRIONFI solo nel primo quadrimestre del 2013. Dunque di che parliamo?

    Il mio “pare” ci sta tutto. Come ci sta tutta la mia convinzione che mandare un manoscritto senza la mediazione di qualcuno che si sia fatto un nome come titolare di un corso di scrittura o agente letterario (di cui catturare l’attenzione a pagamento) non serva a nulla. I miei stessi libri per ragazzi usciti negli anni Novanta vennero pubblicati [dalla stessa editrice che li aveva ignorati in precedenza] solo dopo che riuscii a farmi prendere in considerazione come traduttore, cioè a rapporti avviati sotto altro titolo. So che tu sei onesto e non prometti paradisi a nessuno, ma puoi farlo proprio perché TUTTI sanno in partenza che sei in contatto con tutti gli editor e gli editori italiani e anche chi non lo dichiara in fondo nutre la segreta speranza che magari potrai apprezzare proprio lui, fra tanti altri iscritti… e chissà che da cosa non nasca cosa… capisci a ‘mme! Sono comunque tutti quanti “viaggi della speranza”.

    Cito di nuovo Jack Lupowitz: “più o meno funzionano così anche i corsi e i master privati, che promettono stage in azienda e/o contatti di lavoro. L’offerta didattica è generalmente inutile o deludente, ma non importa perché l’obiettivo è un altro. La speranza è quella di pagare un’agenzia di collocamento di lusso che, se ti va bene, mantenga le promesse.” Però chiudiamola qua (tanto sai che sono tutto d’un pezzo) e leviamo i calici alla fortuna della povera Silvia Montemurro, che magari sarà bravissima davvero.

    Aggiungo solo che proprio ieri sera ho trovato alla Feltrinelli di Mestre sia il capolavoro di Marco Marsullo (lo regalerò a mio figlio, fondatore della mitica squadretta di calcio veneziana “STELLA ROSSA”) sia quello “biblico” di Giovanni Cocco. Ciao.

  50. Giulio Mozzi Says:

    Lucio, ti ho chiesto quali opere hai in mente tu. Non quali ha in mente Montanari.

  51. Lucio Angelini Says:

    @giulio. personalmente non mi risultano CAPOLAVORI recenti (ma ho appena iniziato a leggere Cocco, sul quale ancora non mi pronuncio), al massimo diligenti operine. Ho detto: “Insomma ***pare*** che gli autori dei più recenti capolavori (cfr. “un capolavoro al giorno toglie il medico di torno”)..”

    Inserisci, ***[a giudicare da quanto si legge in rete]*** dopo *pare* e forse riuscirai finalmente a cogliere il senso del mio contributo.

  52. gian marco griffi Says:

    Male che vada c’è sempre la pappa col pomodoro.

  53. Barbara Buoso Says:

    Lucio, a me pare che tu più che a dare il tuo apporto voglia solo girare le frittate. E, comunque, ribadisco quanto già detto: se uno ha qualcosa da dire viene fuori.. e, dimenticavo, io vengo da un posto peggio del Darful. Semplicemente non hai nessuna lista, punto, questo è l’unico dato di fatto.. il resto sono la tua spettacolarizzazione delle chiacchiere.

  54. Giulio Mozzi Says:

    Perfetto. Quindi, se non vi sono capolavori recenti, non vi sono nemmeno capolavori recenti giunti alla pubblicazione via scuole di scrittura. Ovvero, la questione sollevata è inesistente.

    E morta là.

  55. Lucio Angelini Says:

    Eh, no, così fate la figura di essere de coccio. Certamente vi sono operine diligenti – firmate da autori usciti dalle scuole di scrittura – che in rete vengono puntualmente spacciate per capolavori. Da altri e non certo da me. Non mi resta che confidare nei futuri parti della giovane Buoso, anche se ancora non mi risulta abbia detto granché.

  56. Giulio Mozzi Says:

    Vedi, Lucio, il difetto sta nel manico.
    Tu dici: “…in rete…”.
    Ovvero, di nuovo, non dici di chi, di cosa ecc. stai parlando.
    Sarebbe interessante, ad esempio, andare a vedere cosa sono in effetti queste “operine diligenti”, firmate da “autori usciti dalle scuole di scrittura”, che “in rete vengono puntualmente spacciate per capolavori”. Se me ne elenchi dieci (indicandomi anche, magari, dove e da chi vengono spacciate per capolavori), me le leggo e poi ne parliamo.
    Altrimenti, stiamo ancora a menare il torrone (come dico io), o a rigirare la frittata (come dice Barbara), e insomma a perdere tempo (come direbbe chiunque).

    Giusto ieri sono stato mandato a quel paese da un editore. La sua proposta era questa: alla fine di ogni corso di scrittura condotto da me, e in cambio di una modica cifra, l’editore avrebbe pubblicato un libro digitale contenente racconti degli allievi. Io avrei potuto inserire questa “opportunità” – così l’editore – all’interno della mia comunicazione promozionale, ovviamente pubblicizzando anche il nome dell’editore. Il quale, per ogni libro digitale pubblicato, avrebbe riconosciuto a me dei diritti d’autore in quanto curatore.
    Le cifre: ciascun pubblicato avrebbe dovuto pagare 150 euro (quindi immaginiamo: quindici partecipanti al corso, 2.250 euro d’incasso per l’editore). Io avrei avuto il 25% dei diritti sul venduto. Il libro sarebbe stato messo in vendita a 1,99 euro.
    Naturalmente avrei dovuto fornire un testo completamente editato e corretto, ecc.: l’editore si sarebbe occupato solo di convertirlo in formato ePub e di metterlo in vendita nel proprio sito. Che, stando al contatore ShinyStat incautamente pubblico, riceve tre o quattro visite al giorno.
    La mia controproposta è stata: poiché il mio nome vale molto più del tuo, caro editore, facciamo così: tu paghi i racconti 150 euro l’uno – così posso abbattere il prezzo del corso – e io rinuncio magnanimamente ai diritti d’autore. Non ho capito bene perché, ma a quel punto l’editore si è incavolato e mi ha sbattuto il telefono.
    (Tutta la comunicazione è stata privata: non posso quindi dire il nome dell’editore. Posso aggiungere: non è la prima volta che mi vengono fatte proposte simili).

  57. Lucio Angelini Says:

    > Tu dici: “…in rete…”. Ovvero, di nuovo, non dici di chi, di cosa ecc. stai parlando.

    Menti. Ti ho citato un intero annuncio con tanto di nomi e cognomi (5 in un colpo, seguendo il link). Adesso è sotto promozione “Il bacio di Jude” di Davide Roma. Sul tuo pupillo Marco Candida ho già speso fin troppe parole. Vuoi che mi faccia odiare proprio da tutti? Sai già quanto mi amino gli autori da me recensiti nell’autorevole Cazzeggi Letterari nel corso di sette lunghi anni…

    Hai fatto bene a farti mandare a quel paese da quell’editore. La proposta era davvero indecente. Ma ormai l’editoria è quasi tutta in mano a brutte merde. Per questo mi sono dimesso da scrittore e a – ripeto – preferisco farmi chiamare scrittore EMERITO. *-°

  58. Giulio Mozzi Says:

    Lucio, ti chiedo di segnalarmi dieci “operine diligenti” che siano operine diligenti secondo te. Opere che tu, dopo averle lette o almeno sfogliate e leggiucchiate, giudichi operine diligenti. Così me le leggo anch’io e ne parliamo.

    O – mi viene il dubbio – non è che stai giudicando delle opere delle quali conosci a malapena il titolo?

    Se il tuo problema è che non vuoi farti “odiare da tutti”, potresti per l’appunto fare dei nomi. Così saresti odiato solo da quelli lì.

  59. Lucio Angelini Says:

    Ti cito l’ultima “operina diligente” letta: “Un po’ più lontano” di Massimo Cassani. Però, in quel caso, l’autore era uscito da una scuola di scrittura come docente:-) (Ecco che mi sono giocato Laurana editore per sempre, che te possino!!!) )

    Su Giovanni Cocco sono disposto a ricredermi (lettura in corso), ma senti cosa ne dice Raul: “La mia storia con Cocco: lite della madonna dieci o dodici anni fa, quando era un ragazzo talentuosissimo e impetuosissimo; poi riavvicinamento perché trovavo sempre interessante quello che scriveva; poi è passato dalla mia scuola; poi ha seguito un paio di buoni consigli. Non aveva bisogno di molto, è troppo bravo.”

    Non aveva bisogno di molto: solo di pagare l’iscrizione:-)

    Personalmente sono convinto che la maggior parte dei titolari di un corso di scrittura abbia gli stessi strumenti critici – né più né meno, (anzi, spesso decisamente meno: prova a immaginare ME alla scuola di scrittura di uno sbarbino fresco di laurea) – dei loro corsisti. Ora davvero basta: boccaccia mia statte zitta. Magari la lista te la invio in privato.

  60. Giulio Mozzi Says:

    Non ti sei giocato Laurana come editore, Lucio. Grazie al cielo, non tutti si fanno guidare – come tu sembri supporre – esclusivamente da invidie, rancori, risentimenti, interessi inconfessabili, egolatrie, e tutte quelle robe lì.

    Mi sai nominare qualche scuola di scrittura che sia condotta da “uno sbarbino fresco di laurea”?

    (Ah: come noto, io non sono laureato).

  61. Lucio Angelini Says:

    Per esempio Giusi Marchetta.

    http://www.scuolaholden.it/Corsi/altri_corsi/scrivere-di-se-bergamo.htm

    Ci ho avuto a che fare qui:

    http://lucioangelini.wordpress.com/2010/06/16/la-sbarbina-giusi-marchetta/

  62. Giulio Mozzi Says:

    Giusi Marchetta ha pubblicato delle opere letterarie che sono state lodate.

    Trovo interessante che tu dia della “gran cazzona” e della “scema” a una persona – bello in grande, all’inizio dell’articolo – semplicemente perché non apprezza un tuo scritto – peraltro non serio. Ma trovo ancora più interessante, Lucio, che tu poi, in piccolo, alla fine, scriva: “ovviamente ho scherzato”.

    Sei un paraculo fenomenale. Lucio. Se tu usassi la tua intelligenza – che è tanta – per fare qualcosa di diverso che smerdare a destra e a manca; se tu usassi la tua intelligenza per capire che se le tue opere non vengono pubblicate perché non valgono gran che e non perché c’è un complotto ventennale contro di te; se tu usassi la tua intelligenza non per provochicchiare con sempre gli stessi argomenti triti e ritriti ed estenuantemente pallosi, non per lanciare sassi nascondendo il braccio, eccetera, ma per fare qualcosa di utile e positivo (io te ne offrii un’occasione, e ti comportasti magnificamente: ma non credo certo di essere l’unico che può offrirti occasioni): se tu ti comportassi – come sai perfettamente fare – da persona adulta, Lucio, io sarei molto molto felice.

    Vorrei che tu portassi a casa i frutti che la tua intelligenza può dare, Lucio; vorrei che tu fossi sereno e tranquillo, e non così compulsivamente aggressivo; vorrei che tu ti riabituassi a pensare, accidenti!

    Ovviamente non scherzo.

  63. Lucio Angelini Says:

    Eccolo là che reagisce all’attacco al collaboratore Cassani. Giulio, anche le mie opere (quelle pubblicate prima della fatwa) furono lodate e tradotte in francese, benché rivolte ai ragazzi. Insinui che sarei peggiorato con gli anni? Anche tu sei un paraculo: dici che le mie opere non valgono un granché ma se te ne mando una in visione la smarrisci ed eviti accuratamente di chiedermene un’altra copia. Tornando alla Marchetta e allo “scritto non serio”, puoi leggere nei commenti il giudizio di Jan Reister. Vale meno del tuo? Il mio scritto era serissimo e mi costò molto svilupparlo da un incipit così banale. Come traduttore, ho avuto gli elogi di Aldo Busi:
    http://lucioangelini.wordpress.com/2011/05/15/aldo-busi-su-lucio-angelini/
    Se il tuo modello di “genio letterario” (così lo definisti) è Marco Candida, preferisco restare scrittore emerito, ma libero di esprimere i miei giudizi letterari nella forma che preferisco. Ovviamente parlo per me, ma alla soggettività non sfugge nessuno. Nemmeno tu.

  64. Lucio Angelini Says:

    P.S. Così mi ha presentato Emanuele Pettener nella sua pagina FB:

    “Lucio Angelini is a writer (published by Einaudi, not pizza&fichi), a well-known translator, and a pain in the neck-blogger. Here you can have some fun with his stories in English: http://lucioangeliniinenglish.wordpress.com

    L’amica Jack Lupowitz (traduce i dialoghi dei film stranieri in italiano) preferisce, invece, definirmi attraverso la variante PAIN IN THE NET.

    C’è, dunque, chi democristianamente mi fa la morale, e chi apprezza la mia vena ironico-sarcastica. Non si può piacere a tutti. Certamente, se in una scuola di scrittura il titolare mi assegnasse un incipit come quello della Marchetta e poi definisse “poco serio” il mio sviluppo, non esiterei a mandarlo a cagare e a chiedere indietro i soldi dell’iscrizione.

  65. Giulio Mozzi Says:

    Lucio, scrivi:

    Eccolo là che reagisce all’attacco al collaboratore Cassani.

    Come tutti possono vedere, non ho speso neanche una sillaba per difendere Cassani.

    Il mio indirizzo lo conosci, Lucio, e puoi spedirmi in lettura tutto quello che vuoi.

  66. Lucio Angelini Says:

    @giulio. Sei più sottile “di così”: lo hai difeso ribaltando su di me il giudizio da me espresso su un suo romanzo (“diligente operina”).

    Se le mie opere “non vengono pubblicate perché non valgono gran che”, che te le spedisco a ‘ffa? Sarebbe come spedirle a Giusi Marchetta. Meglio provare con qualcun altro (se mai dovesse tornarmene la voglia), più in linea con la mia scrittura.

    Baci a tutti. Fine della polemica.

  67. Giulio Mozzi Says:

    No, Lucio: la discussione non è finita: non è ancora cominciata. Dobbiamo ancora capire di che cosa stiamo parlando, ovvero di quali sarebbero queste opere tanto pompate e che escono dalle scuole di scrittura. Se ne nomini qualcuna (se ne nomini qualcuna tu, che hai sollevato la questione, senza nasconderti dietro i “si dice”, “l’ha detto un altro”, ecc.), allora possiamo capire di che cosa stiamo parlando. Altrimenti, no, purtroppo.

    Diversamente da come credi, il mio giudizio sulle tue opere (quelle che ho lette, quindi non tutte) è indipendente dal tuo giudizio sulle opere (quelle che hai lette) di Massimo Cassani. Non trovo sensato essere rancorosi, non trovo sensato essere vendicativi, non trovo sensato parlare a nuora perché suocera intenda, non trovo sensato alludere senza nominare, non trovo sensato avercela con uno a causa di un’opinione differente, non trovo sensato menare il torrone e voltare la frittata, non trovo sensato discutere a vanvera, non trovo sensato immaginare complotti, non trovo sensato usare argomenti ad hominem, non trovo sensato sovrapporre il giudizio su un’opera al giudizio sulla persona, non trovo sensato ricambiare le antipatie, non trovo sensato disistimare qualcuno solo perché non la pensa come me, non trovo sensato interpretare ogni cosa detta come se fosse dotata di un doppio senso, eccetera.
    Trovo sensato, e anche molto meno faticoso, evitare tutte quelle robe lì.

    Perché, Lucio, a me pare che avercela col mondo sia un lavoro. E io di lavoro da fare ne ho già abbastanza.

  68. Lucio Angelini Says:

    Una sola aggiunta: la tua immagine di me (= di uno compulsivamente aggressivo, che ce l’ha col mondo intero, che deve ancora portare a casa i frutti della propria intelligenza) è ***destituita di ogni fondamento***. Ho lavorato una vita e con grande soddisfazione come insegnante, sono serenamente in pensione, ho due figli ormai maggiorenni che adoro, ho pubblicato dei libri come autore, molti di più come traduttore, ho gestito per sette anni un blog letterario che ha superato il mezzo milione di visite, ho approfittato della possibilità di scegliere un registro espressivo non banale, in bilico tra il serio e il faceto, tra il cazzeggioso e il sarcastico, in cui ho criticato – facendo nomi e cognomi e senza mai nascondere alcuna mano – personaggi dell’ambiente editorial-letterario, subendo per questo infinite censure e “bannamenti” (ti ricordo, per esempio, che la mia raccolta “La bufala del New Italian Epic” è stata rimossa dal catalogo di ilmiolibro.it , altro che complottismo!). Ho persino accettato, in uno slancio di generosità, di lavorare gratis per Vibrisselibri, un’opportunità che ha rappresentato un fiore all’occhiello soprattutto per la ditta giuliomozzi, più che per i suoi collaboratori. Non rimpiango nulla, non mi rimprovero nulla, sto sempre dalla parte delle vittime anziché da quella dei tromboni e degli oppressori, racconto solo cose vere, respingo il tuo castello di accuse e, per quel che ti conosco, posso dire che, tutto sommato, sul piano spirituale non ti considero affatto migliore di me. Buona vita.

  69. Giulio Mozzi Says:

    Ah: visto che hai sempre fatto nomi e cognomi, potresti nominare qualche autore di presunti capolavori uscito dalle scuole di scrittura?

    Tanto per tornare all’oggetto della discussione, e capire di che cosa stiamo parlando.

  70. fabio painnet blade Says:

    Non ditemi che il godibilissimo siparietto finisce qui?
    Un cult della rete, oramai, dopo i celebri ‘dialoghetti al veleno’.

  71. fabio painnet blade Says:

    Dai Angelì, t’ho messo pure un errorino fra le righe. Una cosuccia da niente, una robetta di poco conto, così tanto per per darti occasione di rientrare. So che non riesci a trattenerti davanti a uno strafalcione, a un refuso qualsiasi lasciato impudentemente sulla strada. E daaaai: ‘ Ammazza la vecchia….

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: