di giuliomozzi
1. Lei ama lui. Lui non sembrava uno stronzo, all’inizio, e invece lo era.
2. Lei ama lui. Lui sembrava uno stronzo, all’inizio, e invece non lo era.
3. Lei ama lui. Lui sembrava uno stronzo, all’inizio, ed era effettivamente tale.
4. Lei ama lui. Lui non sembrava uno stronzo, all’inizio, e in effetti non lo era (questa trama è particolarmente noiosa).
5. Lui ama lei, all’inizio sembrava uno stronzo, ma alla fine si scopre che non lo era.
6. Lui ama lei, all’inizio non sembrava uno stronzo, ma alla fine si scopre che lo era.
7. Lui ama lei, all’inizio non sembrava uno stronzo, e alla fine si scopre che effettivamente non lo era (questa trama è particolarmente noiosa).
8. Lui ama lei, all’inizio sembrava uno stronzo, e alla fine si scopre che in effetti lo era.
9. Lei e lui si amano, ma hanno dei problemi.
10. Un cavaliere misterioso arriva in città. Un bambino misterioso corre ad avvisare un vecchio misterioso. Il cavaliere e il vecchio si incontrano in un luogo misterioso per discutere del misterioso destino del bambino. Il cavaliere prende con sé il bambino e fa con lui un lungo misterioso viaggio per luoghi misteriosi: boschi misteriosi, valli misteriose, mari misteriosi, isole misteriose. Quando vengono catturati da misteriosi briganti, che per misteriosi motivi vogliono accopparli, il cavaliere e il bambino vengono misteriosamente salvati dal vecchio, misteriosamente apparso nel momento giusto (cioè all’ultimo momento). A quel punto si scopre che il capo dei briganti è il padre del bambino e il cavaliere (che non si è mai tolto l’armatura, né ha mai alzato la celata) ne è la madre: quanto al vecchio, scompare misteriosamente.
19 febbraio 2013 alle 14:06
Eccezionali, soprattutto la n. 4 e la n. 7.
19 febbraio 2013 alle 14:12
Ma le trame si riescono a intuire per intero già dalle sinossi o sono frutto di ore e ore trascorse a leggere inediti? Comunque anche buona parte della produzione cinematografica si poggia su uno degli schemi che hai riassunto, indipendentemente dal genere.
19 febbraio 2013 alle 14:14
aspetto quelli scritti da uomini (sospetto che molti generi maschili si tramuteranno in femminili)
19 febbraio 2013 alle 14:14
perdono, me l’ero perso… se vuoi cancella quello e questo
19 febbraio 2013 alle 14:14
Nei romanzi più ingenui si capisce a pagina tre come andrà a finire.
Naturalmente si può scrivere un buon romanzo anche a partire da un’idea di trama abusata (es.: due si amano, un cattivone si mette in mezzo, ecc. ecc., e vengono fuori I promessi sposi).
19 febbraio 2013 alle 14:15
Caspita, quando siamo noiose e prevedibili….
19 febbraio 2013 alle 14:20
E comunque il capo dei briganti era certamente uno stronzo. Dall’inizio.
19 febbraio 2013 alle 14:21
La creatività fondamentale delle donne sta nel mettere al mondo dei bambini. L’uomo, invidioso del fatto che la natura avesse scelto lei, per la procreazione, ha buttato il suo complesso di inferiorità in ogni opera di arte, di scienza e di tecnica, per mostrarsi migliore rispetto alla donna. Da qui nasce il vantaggio degli uomini nelle creazioni. La donna non ha bisogno di creare poesia. La donna è poesia.
P.s.
Questa teoria non è mia, ma di un maestro spirituale indiano, che si faceva chiamare OSHO. Che ne pensate?
19 febbraio 2013 alle 14:31
Nicolas : e quelle donne che, per mille motivi, non hanno bambini, cosa devono fare, suicidarsi…? Mi sembra maschilista… teorie come questa ci hanno relegate dietro alle quinte per secoli.
19 febbraio 2013 alle 14:40
Lei ama lui, lui non sembrava uno stronzo ma e’ un vampiro. Lottano contro il pregiudizio per far trionfare il loro amore. Alla fine si scopre che lui e’ stronzo, la storia e’ una metafora gay (vampiro= diverso) e l’autore e’ Alan Ball.
19 febbraio 2013 alle 14:42
Lei non è mai stronza?
19 febbraio 2013 alle 14:43
Ho fatto bene, allora, a passare al genere horror.
19 febbraio 2013 alle 14:44
A grande richiesta, il maggior pragmatismo femminile.
19 febbraio 2013 alle 14:51
Attenzione agli iper-sunti iper-sintetici. Giovanotto decide di vendicare il padre avvelenato da mamma zoccola e zio. ‘Na tragedia: muoiono tutti (W. Shakespeare, Amleto)
19 febbraio 2013 alle 15:04
Vedi quanto ho scritto poco sopra, Vladimiro.
19 febbraio 2013 alle 15:36
maschi / femmine
uomini / donne
perchè le trame a confronto sono di maschi e di donne?
19 febbraio 2013 alle 15:58
E fare un romanzo alternando una pagina di un romanzo maschile e una di romanzo femminile?
Magari nasce un libro per bambini.
19 febbraio 2013 alle 16:01
Manu, seguiranno: giovani/vecchi, altoatesini/siciliani, milanisti/restodelmondo – e, naturalmente, cattolici/atei. Ma mi dovete dare il tempo.
19 febbraio 2013 alle 16:07
no, giulio, intendevo un’altra cosa
maschi / donne
anzichè
maschi / femmine
19 febbraio 2013 alle 16:16
Capito. La coppia uomini/donne non mi piace per gli evidenti motivi (che spiego comunque: “uomo” è anche, piaccia o non piaccia, categoria onnicomprensiva).
“Femmine” è una parola che mi imbarazza un po’. A scuola eravamo maschi e femmine, di un bimbo piccolo tutto impannucciato si domanda se è maschio o femmina. Mi è sempre parsa una parola da infanzia…
E allora preferisco opporre maschi/donne. (Che comunque, come tutte le opposizioni scelte per praticità e semplicità, non pretende di esaurire tutta la varietà naturale).
19 febbraio 2013 alle 16:17
Beh, vedo che ti sei letto tutta la collana di Harmony e tutti i libri di Danielle Steel. Che bella sfacchinata!! XD
19 febbraio 2013 alle 16:18
Ma io aspettavo con ansia le dieci trame più frequenti nei romanzi editi ed inediti (scritti da uno di quegli scrittori che sono bravi sì, ma non hanno mai sfondato per davvero: uno, per dire, che ormai è più conosciuto come insegnante di scrittura che come scrittore.).
Dici che arriverà?
19 febbraio 2013 alle 16:24
I libri editi leggéteveli voi, Andrea. Io mi concentro sugli inediti.
Raluca: gli Harmony e la Steel sono editi.
19 febbraio 2013 alle 16:29
Che pedante amante del tecnicismo! 😀
19 febbraio 2013 alle 16:31
Mi raccomando, attenzione con milanisti/resto del mondo.
19 febbraio 2013 alle 16:33
Lui s’innamora di lei. Lei crede di ricambiarlo e fuggono insieme verso un futuro ecologico. Uno dei due e’ un androide, un altro forse pure e l’autore e’ Philp Dick.
19 febbraio 2013 alle 17:07
Devo ricordarmi che quando leggo queste tue liste non devo bere, altrimenti rischio di strozzarmi! Quanti danni ha fatto la trilogia sfumata…
Mettiamola così, sono giornate di lettura che non ti invidio particolarmente e ti sono grata sin d’ora se quello che hai letto non è passato, sarei un tantinello stufa di leggere sempre le stesse storie con nomi diversi!
19 febbraio 2013 alle 17:27
Noto che nessuno ti ha mandato scritti di amori non eterosessuali… non che la cosa sorprenda in questo paese governato dal vaticano…
19 febbraio 2013 alle 17:56
Mozzi scherza, e in questo paese governato dall’ipocrisia non si può scherzare sull’omosessualità. Il Vaticano non conta un piffero, è pure dimissionario.
19 febbraio 2013 alle 19:17
Caspita che donne creative! Sicuro più di me.
Io volevo scrivere un romanzo così: Lei ama Lui. Lui no.
E non mi decollava per niente.
Ora capisco perchè.
Lui è stronzo!
E io mi ero fatta sfuggire questo dettaglio…gli davo il beneficio del dubbio.
Giulio, ora lo completo e te lo mando a giorni. Grazie alle colleghe inedite per i suggerimenti.
Cordiali saluti.
19 febbraio 2013 alle 19:29
Attenta, però, Brunella: che è stronzo, deve capirsi al momento giusto. Il trucco è tutto lì.
19 febbraio 2013 alle 19:57
Ma perché deve per forza essere stronzo dichiarato al “momento giusto?” non può esserlo sottinteso e la storia svolgersi anche con la rivincita di una donna che decide di andare avanti con le proprie gambe? O la trama diventare un gioco di ruoli alla maniera di Goethe ne “Le affinità elettive”?
Possibile che ovunque siamo una generazione frustrata dipendente dal mito (deviato) di Liala o delle successive come la Pilcher o peggio di quella che scrive I love shopping?
E pensare che il romanzo più interessante degli ultimi tempi è quello che riporta un bel “Se non fosse stato per Giulio Mozzi, non avrei scritto questo libro”. L’ho odiato fino all’ultima riga e mentre ne scrivevo la recensione mi sono accorta di quant’era bello.
19 febbraio 2013 alle 20:09
Samuele Calzoni, non è vero che “il Vaticano è dimissionario”. Il papa lo si può definire tale, ma il papa non è “il Vaticano”, e in un certo senso questo, secondo alcuni, potrebbe essere il motivo per cui se ne va.
E in ogni caso “scherzare” sulle minoranze è sempre possibile; come è sempre possibile criticare chi “scherza” sulle minoranze. Quanto all’ipocrisia al governo, si ricordi delle elezioni, sempre che non intenda “al governo” in senso lato, in questo caso lei potrebbe avere un’idea metafisica dell’ipocrisia.
19 febbraio 2013 alle 20:20
“Lei ama lui.” “Lui ama lei.” 4 reti a 4 ok! parità! no! non ok!
quindi la nona traccia ovviamente (perché qualcuno deve vincere: vince sempre il sonno e come faccia a vincere sempre il sonno è sempre un mistero)
e infatti il finale di questo mistero è misterioso
come faccia sempre a sparire intendo il vecchio il vino dalla botte
per poi apparire poi di nuovo in fondo a questo bicchiere e poi sparire…vabbè così en passant c’è sempre da imparare
19 febbraio 2013 alle 21:43
Io ho riso per un pò. Il resto del tempo sono rimasta seriamente a riflettere. Poi ho smesso e ho cominciato a cercare di capire dove fosse finito il vecchio.
20 febbraio 2013 alle 06:06
Il vecchio ha esaurito il suo compito ed è andato a spassarsela in un bordello di Bombay, dove incontra l’ex amante del capo dei briganti, se ne innamora perdutamente, la redime e vissero a lungo felici e contenti.
20 febbraio 2013 alle 08:13
Nessuna delle dieci trame somiglia alle mie. Che ne dici di: scrittrice obesa non riesce a sfondare e si vendica infestando la rete con post angosciati, petulanti, minacciosi, isterici, deliranti… Oppure: giovane donna schizzata seduce ingenuo collega raccontandogli sue immaginarie vicende amorose con altro uomo… Irreprensibile insegnante elementare diventa prostituta per amore di giovane immigrato… anziana professoressa frequenta corsi di scrittura creativa e finisce per uccidere docente…
20 febbraio 2013 alle 12:28
Lui ama lui. Lui no, ama lei. Ma lei ama lei che ama lui.
Sembra un casino, ma in fondo tutti si amano. Romanzo erotico.
20 febbraio 2013 alle 15:51
10″….A quel punto si scopre che il capo dei briganti è il padre del bambino e il cavaliere (che non si è mai tolto l’armatura, né ha mai alzato la celata) ne è la madre: quanto al vecchio, scompare misteriosamente.”
Non è invece un mistero il risentimento del capo dei briganti nei confronti del cavaliere femmina: il cavaliere femmina aveva preteso di accoppiarsi con il capo dei briganti senza togliersi l’armatura.
Pensate al famigerato effetto grattugia – comunque reversibile – di un furtivo amplesso scansando su un lato gli slip della partner. Con un’armatura, l’effetto grattugia si tramuta in effetto – ahimé – pelacarote. Le conseguenze sono devastanti.
Alla vista delle conseguenze subite dal capo dei briganti – in punto di morte il brigante cala le braghe – il vecchio, segretamente innamorato della cavaliera, si ritira sul monte Athos per condurre una vita monastica di preghiera e meditazione, cercando invano di scacciare dalla sua mente quella orribile visione.
21 febbraio 2013 alle 09:34
@Mozzi:
“Naturalmente si può scrivere un buon romanzo anche a partire da un’idea di trama abusata (es.: due si amano, un cattivone si mette in mezzo, ecc. ecc., e vengono fuori I promessi sposi).”
Cazzarola, dici che basta così poco? Quasi quasi ci provo!
22 febbraio 2013 alle 00:38
potrebbe essere anche un meta-stronzo, cioè un personaggio talmente stronzo che esce fuori al momento sbagliato e oltre a inguaiare gli altri personaggi, complica la vita all’autore.
22 febbraio 2013 alle 17:52
“E allora preferisco opporre maschi/donne. (Che comunque, come tutte le opposizioni scelte per praticità e semplicità, non pretende di esaurire tutta la varietà naturale).” (Mozzi)
Non tutto può essere colto col pollice opponibile. Per le cose fluide è più pratico formare un recipiente con le mani.
23 febbraio 2013 alle 11:44
è giusto riflettere sulle trame, fare una specie di bilancio su quello che ci passa davanti agli occhi, anche perché ci aiuta a tracciare, per quanto possibile, le paturnie umane . Ma non demonizziamo le storie d’amore o presunte tali: dipende da come uno le racconta. Sono una che sostiene la scrittura, prima di tutto. Forse sbaglio, ma per me è così. ps: parlo da lettrice, ovviamente.
26 settembre 2014 alle 11:33
Giulio Mozzi, non so chi tu sia ma dopo aver letto questa pagina sei diventato il mio idolo.
26 settembre 2014 alle 11:47
Giovanni, ecco qualche informazione su di me. Però, se puoi, non fare di me il tuo idolo.
26 settembre 2014 alle 17:09
“non fare di me un idolo mi brucerò…”