di giuliomozzi
nient’altro. Poi ridusse
il cibo, non si mosse
quasi più dalla sedia (era
la nuora a provvedere
a tutto) e poi non alzò più
la testa e gli occhi. Tutta
la sua fatica stava nell’alzarsi
dal letto, nell’andare
a letto, nel lavarsi
il mercoledì, come in collegio, e
a stento, senza nessuna voglia.
Morì
all’improvviso, come si dice, ma
più giusto sarebbe dire in un
momento qualsiasi, essendo
tutti i suoi momenti diventati ormai, indifferenti,
qualsiasi. Aveva
cinquant’anni, l’età che io
avrò tra cinque anni.
2005, agosto
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