di giuliomozzi
Amsterdam, giovedì 24 gennaio 2013, Overtoom Oude West
Il marciapiede è coperto di neve. Un orologio-termometro sulla facciata di un negozio di scooter dice che la temperatura è -6.
Un giovanotto grasso e calvo, in calzoni mimetici e maglietta nera a maniche corte, dorme seduto sullo scalino d’ingresso di un’abitazione, la tempia sinistra appoggiata allo stipite. Sparse accanto a lui, per terra, tre bottiglie di birra da una pinta.
Russa.
La gente passa. Nessuno gli bada.
La porta dell’abitazione si apre. Appare una ragazza alta, biondissima, con un lungo cappotto e un berretto di pelo. Guarda il giovanotto. Prova a scavalcarlo. Non ci riesce.
Esita un po’. Poi gli mette un piede sulla spalla sinistra e lo butta giù, faccia nella neve.
Esce e si allontana, voltandosi solo una volta.
Il giovanotto si agita lentamente, bofonchia un po’, alza la faccia, si guarda in giro. Lentamente si risistema sullo scalino.
Ricomincia a dormire.
I blog del Reportage fotografico a parole, nel quale gli studenti coinvolti pubblicano le loro “istantanee”, sono blog nascosti al pubblico – per le ragioni che tutti possono immaginare: si tratta di minorenni, è un’esercizio scolastico eccetera. Ma poiché ci pubblico anch’io, un po’ per dare l’esempio e un po’ per divertirmi, le mie “istantanee”, mi permetto di riportarle anche in vibrisse. Il Reportage fotografico a parole è un progetto di “Scuola d’autore”, presso l’Istituto per la ricerca e la sperimentazione educativa della Provincia di Trento (Iprase): la pubblicazione illustrativa, a cura di Amedeo Savoia e Giulio Mozzi, si può prelevare gratuitamente qui.
Tag: Amedeo Savoia, Iprase, Scuola d'autore
2 febbraio 2013 alle 22:12
questo pezzo è molto bello, chissà com’erano i tacchi della ragazza.